FAUSTO BALDANTI, DEL LABORATORIO DI VIROLOGIA DEL SAN MATTEO DI PAVIA: “LA VARIANTE BRASILIANA E LA SUDAFRICANA, COME LA VARIANTE TROVATA A NAPOLI SU UNA PERSONA, CONDIVIDONO LA MUTAZIONE E484K SULLA PROTEINA SPIKE E QUESTA CARATTERISTICA È SEGNALATA COME CAPACE DI RIDURRE L'EFFICACIA DELLA RISPOSTA VACCINALE. INOLTRE POTREBBERO ESSERCI PROBLEMI AD INTERCETTARE IL VIRUS CON I TEST CHE…”
Aumentano le mutazioni del virus, perché spaventano?
«Quella inglese - spiega Fausto Baldanti, del laboratorio di virologia del San Matteo di Pavia - preoccupa perché in quel Paese, in assenza di misure severe, ha dimostrato un alto grado di contagiosità che ha spinto quello Stato a fare un blocco prima di Natale. Poi si è anche detto che era più letale, ma il documento alla base di questa affermazione fa riferimento a una collezione di esperienze di diversi ospedali inglesi, su casistiche disomogenee e metodiche per la raccolta dati differenti».
La copertura dei vaccini è a rischio con le varianti?
«Per quanto riguarda quella inglese no, lo abbiamo verificato anche noi nel nostro laboratorio - dice Baldanti - La brasiliana e la sudafricana, come anche la variante trovata a Napoli su una persona, invece condividono la mutazione E484K sulla proteina spike e questa caratteristica, in lavori scientifici di alcuni colleghi, è segnalata come capace di ridurre l' efficacia della risposta vaccinale. Si tratta comunque di un dato che deve essere riconfermato, bisogna essere cauti».
È possibile che i test antigenici non funzionino sulle varianti?
«Anche in questo caso è necessario verificare. Alcuni di questi esami vanno a cercare proprio la proteina spike, altri ancora la proteina N. A seconda della variazione e anche a seconda del tipo di test, visto che ce ne sono molti a disposizione sul mercato, potrebbero in effetti esserci problemi ad intercettare il virus».
Perché avvengono le mutazioni del virus?
«Perché il virus cerca di adattarsi all'ospite. Il coronavirus comunque muta circa 400 volte meno di quello dell' influenza. Ogni anno nei nostri laboratori cerchiamo di intercettare queste mutazioni con i campionamenti. Abbiamo trovato modifiche anche nel morbillo, quando ci fu l' epidemia del 2016».
Quante sono le varianti del coronavirus in circolazione?
«Il loro numero è potenzialmente infinito - spiega Baldanti - Comunque sono 600 quelle individuate nel mondo a cui è stato dato un nome. Poi ci sono sottovarianti e sotto-sottovarianti».
Vaccinare troppo lentamente potrebbe aiutare le varianti?
«Non è detto, comunque la copertura vaccinale deve essere rapida per fermare la circolazione. Bisogna velocemente ridurre lo spazio per il virus. Abbiamo l' esempio di Israele, dove con una ampia copertura i casi sono crollati, anche se è presente la variante inglese. Oggi stiamo parlando molto di varianti proprio perché abbiamo a disposizione il vaccino». Fonte: qui
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