venerdì 6 novembre 2020

LETTI A TERRA E CORSIE IMPROVVISATE: IN PIEMONTE LA SANITÀ È AL COLLASSO

 

NEGLI OSPEDALI NON C’È PIÙ POSTO PER I MALATI COVID, ALLERTA TRA GLI INFERMIERI: “COSÌ NON REGGIAMO L'URTO” 

LE BARELLE DELLE AMBULANZE APPOGGIATE A TERRA, MALATI COVID E TUTTI GLI ALTRI CHE PASSANO NELLO STESSO CORRIDOIO 

I SINDACATI: “NON CI FA PAURA IL VIRUS, MA CHI GESTISCE L'EMERGENZA

Lodovico Poletto per “la Stampa”

 

Per fortuna che l'ospedale di Tortona ha ancora spazio. Ma, fino a quando, Dio soltanto lo può sapere. E l'altra notte Tortona ha salvato Torino e la sua sanità, diventando la Germania della prima ondata, quella che accoglieva malati in arrivo da altri Paesi. Per fortuna che c'è il «Covid hospital» Tortona, anglicismo per dire che questo presidio è tutto dedicato a chi rischia la vita per il Covid 19. Ecco, qui era approdata la colonna di ambulanze fotografata l'altra notte davanti all'ospedale Mauriziano di Torino.

CORONAVIRUS IN PIEMONTE - RIVOLICORONAVIRUS IN PIEMONTE - RIVOLI

 

Qui arrivano in continuazione malati da ogni dove. Un dato aiuta a capire. Eccolo: mercoledì gli ospedali di Torino e provincia hanno trasferito in questa struttura 102 malati. I numeri di ieri ancora non ci sono. Ma dal Mauriziano ne sono partiti altri sei, per far spazio ai nuovi arrivi. E mentre ci si affanna a trovare posti letto fuori provincia, sembra che la sanità torinese sia arrivata ad un punto di non ritorno. Ai limiti di una saturazione o quantomeno del sopportabile. Ancora due istantanee che aiutano a capire meglio. Eccole.

 

La prima arriva da uno dei presidi più importanti della cintura, quello di Rivoli. Le barelle delle ambulanze appoggiate a terra e occupate da pazienti affetti da Covid, racconta di una carenza importante di attrezzature. Quantomeno qui, e forse chissà, anche altrove. Poi ascolti il capo del pronto soccorso del Mauriziano di Torino, Domenico Vallino, e senti un'altra storia e vedi un'altra reazione all'emergenza: «Guardi, prima di lasciare i pazienti in terra noi tiriamo fuori tutto dai magazzini delle maxi emergenze e adoperiamo le barelle da campo».

 

CORONAVIRUS IN PIEMONTE - IVREACORONAVIRUS IN PIEMONTE - IVREA

Certo, riconvertire è complicato. Cambiare, trasformare ospedali costruiti decenni fa, è più che complicato. Ma separare i malati di Covid dagli altri è essenziale. Creare percorsi differenti (li chiamano «zona pulita» per dire "Covid free" e «zona sporca» per significare che lì devono passare soltanto i malati di Covid e chi li assiste e cura)è fondamentale. Ivrea, l'ex capitale dell'informatica ha un ospedale tutto sommato piccolo, e quello pensato anni fa per sostenere il territorio non è mai andato oltre qualche progetto subito accantonato.

 

Ecco, qui i malati Covid e tutti gli altri passano nello stesso corridoio. Divide i percorsi (pulito e sporco) un nastro attaccato sul pavimento. E i sindacati denunciano. S' indignano. Puntano il dito. Ma per ora resta così. Intanto la città cerca spazi, letti, sistemazioni per i nuovi malati (in tutto il Piemonte dall'altro ieri ci sono 16 persone in più in terapia intensiva e altre 173 in non intensiva). Di qui la decisione di trasformare il presidio di Torino sud (il Martini) in ospedale Covid: ieri ha accolto tutti quelli che gli altri non riuscivano a tenere.

 

CORONAVIRUS IN PIEMONTE - TORINOCORONAVIRUS IN PIEMONTE - TORINO

E anche l'ex Oftalmico fa la sua parte sebbene i numeri siano piccini (48 ricoverati), rispetto alle reali necessità della città . Dire che tutto questo basti a far fronte all'emergenza che non accenna a rallentare, è un azzardo. E i sindacati della sanità alzano la voce. Come già avevano fatto mesi fa, durante la prima ondata. Per dire. Quelli del NurSind, ieri, hanno attaccato senza ripensamenti: «Non ci fa paura il virus, ma chi gestisce l'emergenza».

 

E ancora: «È evidente che la cabina di regia e la catena di comando sono in balia degli eventi», bocciando di fatto scelte, trasformazioni e tutta una serie di scelte operate nelle ultime settimane. Insomma: se la pandemia continua a correre con questi numeri non c'è santo che tenga e non c'è ospedale che regga. E allora conviene tornare per un attino al Mauriziano. E sperare che abbia ragione il primario del dea, Domenico Vallino quando dice: «I contagi rallenteranno. Il lockdown ci aiuterà, ne sono certo». Dottore, è vero come dice qualcuno, che vengono ricoverati anche gli asintomatici? «Asintomatici? Venga facciamo un giro, controlli da sé». 


5 Novembre 2020


Fonte: qui


SETTE DELLE DIECI PROVINCE CON IL PIÙ ALTO TASSO DI CONTAGIATI IN RAPPORTO ALLA POPOLAZIONE STANNO NEL QUADRANTE NORD OVEST DELLO STIVALE 

IN PIEMONTE 16 OSPEDALI SONO STATI SVUOTATI E TRASFORMATI IN PRESIDI COVID, MA LE PROIEZIONI SONO DRAMMATICHE: A QUESTA VELOCITÀ I 3 MILA POSTI ANCORA DISPONIBILI ANDRANNO ESAURITI AL MASSIMO IN DIECI GIORNI


Andrea Rossi per “la Stampa”

 

C'è un motivo più che valido se in queste ore si discute di infliggere alle regioni del Nord Ovest i provvedimenti più duri, una riedizione della serrata di marzo con qualche concessione in più. Delle dieci province che scontano il più alto tasso di contagiati in rapporto alla popolazione sette stanno in questo quadrante: tre in Lombardia (Milano, Monza e Varese), due in Piemonte (Torino e Cuneo), quindi Genova e Aosta. Si oscilla tra i 632 positivi ogni 10 mila abitanti di Torino ai 1.112 di Aosta.

coronavirus milanoCORONAVIRUS MILANO

 

Tutti gli indicatori portano a osservare con preoccupazione quest' angolo d' Italia, già flagellato nella prima fase dell' epidemia. Sono solo cambiati alcuni epicentri: fuori Bergamo e Brescia, dentro Varese. Ma a tirare il gruppo sono sempre Milano e Torino, le due province più colpite già nei mesi scorsi.

 

ALBERTO CIRIO CON LA MASCHERINAALBERTO CIRIO CON LA MASCHERINA

Nella settimana che si è appena chiusa Milano ha contato 650 nuovi contagi ogni 100 mila abitanti, Torino 450. La metropoli lombarda ha vissuto un balzo del 2.500 per cento, Torino del 1.800. Nel mezzo c' è stata solo l' irruzione di Firenze - più 2.150 per cento - che l' ha proiettata tra i dieci osservati speciali insieme con Prato e Viterbo.

 

ATTILIO FONTANAATTILIO FONTANA

Per il resto il virus dilaga soprattutto nel Nord-Ovest. La Liguria e il Piemonte sono le regioni con il più alto numero di pazienti ricoverati in ospedale rispetto alla popolazione. In Liguria si contano 71 ospedalizzati ogni 100 mila residenti, in Piemonte 66. Ma da settimane il Piemonte è il territorio che mostra l' accelerazione più feroce e per molti versi incomprensibile: più 30% negli ultimi sette giorni, la Liguria appena sotto (più 27%), le altre a distanza siderale.

 

gli antagonisti devastano torino durante la protesta contro il dpcm 13GLI ANTAGONISTI DEVASTANO TORINO DURANTE LA PROTESTA CONTRO IL DPCM 13

Per dire, la Lombardia - che è la terza regione per rapporto tra ricoveri e abitanti - è a 44 ogni 100 mila ma con una progressione nell' arco della settimana di "appena" il 20%. Le altre hanno una curva molto meno allarmante: i pazienti trasportati e trattenuti in ospedale, sui sette giorni, aumentano tra il 13% della Toscana e il 3% della Calabria.

 

Ecco perché da giorni in Piemonte è scattata una corsa a ricavare nuovi posti letto: 16 ospedali sono stati svuotati e trasformati in presidi Covid, ovunque si aprono nuovi reparti e si aumentano i posti letto, sono comparse le tende da campo dell' esercito, si cercano hotel per isolamenti, quarantene e per ospitare chi ha sintomi lievi ma non sa dove andare.

luigi icardi 9LUIGI ICARDI 9

 

Eppure le proiezioni sono drammatiche: a questa velocità i 3 mila posti ancora disponibili andranno esauriti al massimo in dieci giorni, e allora l' assessore alla Sanità Luigi Icardi ipotizza di utilizzare le caserme e ieri pomeriggio è stata presa un' altra decisione drastica: allestire un ospedale nel Quinto padiglione al parco del Valentino, là dove vengono stipate le schede elettorali quando si vota, un hangar che funge da magazzino per la città. Arriveranno 500 letti e la struttura funzionerà come le Ogr allestite in primavera e poi liberate a luglio.

 

protesta a milano contro le misure anti coronavirus 2PROTESTA A MILANO CONTRO LE MISURE ANTI CORONAVIRUS 2

È una corsa ad arginare l' avanzata del contagio, che intanto però non rallenta. Le regioni con il trend peggiore di aumento dei casi sono - manco a dirlo - Lombardia e Piemonte. Le province con l' escalation più rapida Milano, Monza, Varese e poi Genova, La Spezia, Torino, Cuneo, Trieste, Napoli, Pisa e Prato. Stesso discorso per il rapporto fra tamponi effettuati ed esito positivo. Solo due regioni hanno ampiamente sfondato la soglia del 18%, quasi un contagiato ogni cinque test eseguiti: sono sempre le stesse, Lombardia e Piemonte. Ecco perché il rischio di misure drastiche è sempre più alto. E inevitabile.

3 Novembre 2020

Fonte: qui


IL DPCM ARRIVERÀ COMUNQUE TARDI 

PRONTO SOCCORSO ROMANI AL COLLASSO: 60 AMBULANZE FERME, LE SITUAZIONI PIÙ CRITICHE AL GEMELLI, CASILINO, SAN FILIPPO NERI, SANT'EUGENIO. 

NON VA MEGLIO IN PROVINCIA  

L’ORDINE DEI MEDICI DI MILANO CHIEDE IL LOCKDOWN IMMEDIATO PER LA CITTÀ: ''LA SITUAZIONE SIA NELLE STRUTTURE OSPEDALIERE CHE ANCHE NELLA MEDICINA DEL TERRITORIO È DIVENTATA INSOSTENIBILE''

A ROMA PRONTO SOCCORSO VICINI AL COLLASSO

Da www.ilmessaggero.it

 

Pronto soccorso sempre più nel tilt tra Roma e la sua provincia. Dopo il Campus biomedico alcune strutture stanno pensando di ridurre o bloccare gli accessi per garantire più posti ai malati di Covid, che stanno affollando i reparti di emergenza.

ambulanzaAMBULANZA

Lunghe attese e autoambulanze utilizzata come ambulatori soprattutto al Gemelli, al San Filippo Neri, al Sant'Eugenio, al Vannini e al Policlinico Casilino. Con il risultato che il servizio 118 fa non poca fatica a smaltire le chiamate di aiuto o trasferirli in altre strutture.

Non vanno meglio le cose in provincia. Tra i pronto soccorsi vicini alla saturazione quelli di Ariccia, Colleferro, Tivoli e Palestrina.

 

 


COVID. ROMA, 60 AMBULANZE FERME DAVANTI OSPEDALI IN ATTESA 

RICOVERO PAZIENTI ALCUNE DALLE 3 DI STANOTTE. A CASILINO E PERTINI SITUAZIONI PIU' CRITICHE

(DIRE) - Sono 60 le ambulanze dell'Ares 118 bloccate davanti ai Pronto soccorso degli ospedali di Roma e provincia, in attesa che i pazienti vengano ricoverati. Alcune stazionano dalle 3 di questa notte. Le situazioni piú critiche al policlinico Casilino, con 12 ambulanze ferme, all'ospedale Pertini con 11, al Sant'Andrea con 8 e al policlinico Tor Vergata con 6. La Regione Lazio ha chiesto ai direttori generali degli ospedali di trovare ulteriori 1.550 posti letto per pazienti positivi da attivare entro il 20 novembre.

 

ambulanzaAMBULANZA

 

L’ORDINE DEI MEDICI DI MILANO CHIEDE IL LOCKDOWN IMMEDIATO PER LA CITTÀ

«Di una cosa siamo certi: la situazione sia nelle strutture sanitarie ospedaliere che anche nella medicina del territorio è diventata insostenibile. È necessario intervenire con un lockdown immediato ed efficace». Lo chiede per Milano il Presidente dell’Ordine dei Medici della città (Omceo), Roberto Carlo Rossi. «Non esistono - scrive - piccoli rimedi a grandi problemi, così come non si può giocare a scaricare su altri ruoli e responsabilità: la situazione è molto seria e senza interventi drastici non può che peggiorare. Soprattutto se non ci si attrezza seriamente per tutelare quei medici che, ancora adesso, sono impegnati in prima linea, ma senza le necessarie attrezzature e materiali di protezione per svolgere in sicurezza il lavoro». Rossi sottolinea «la ferma ed unanime decisione di tutto il nuovo Consiglio milanese dell’Ordine nell’avanzare una richiesta di provvedimenti restrittivi immediati»

2 Novembre 2020


Fonte: qui

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