I ''GRANTS'' E ''LOANS''(E' IL PUNTO DI DOMANDA) SONO SOLDI A
FONDO PERDUTO O DA RESTITUIRE?
CONTE CHIEDE I PRIMI, IL NORD CONCEPISCE SOLO I SECONDI. ANCHE SU QUESTO SI GIOCHERANNO LE PROSSIME SETTIMANE
CONTE CHIEDE I PRIMI, IL NORD CONCEPISCE SOLO I SECONDI. ANCHE SU QUESTO SI GIOCHERANNO LE PROSSIME SETTIMANE
CONTE FESTEGGIA MA HA FRETTA "DOBBIAMO EVITARE IL MES"
CONTE FESTEGGIA MA HA FRETTA "DOBBIAMO EVITARE IL MES"
Ilario Lombardo per “la Stampa”
Di
che data parliamo?», chiede Angela Merkel. «Prima settimana di maggio»,
risponde Ursula Von der Leyen. «Così presto?». La domanda echeggia in
vivavoce durante la videoconferenza del Consiglio europeo. Giuseppe
Conte si gode il momento, lo stupore della Cancelliera di fronte alla
notizia che la proposta della Commissione Ue sul Recovery Fund arriverà
tra dieci giorni o poco più. Il premier italiano è soddisfatto, poi però
si gira verso i collaboratori che condividono il suo entusiasmo e
ammette: «Il negoziato comincia ora». I tempi sono tutto e decideranno
l' esito di questa trattativa.
Ieri
ha ottenuto che nella dichiarazione finale il ricorso al Recovery fund
venisse definito «urgente». I leader, dopo un silenzio imbarazzato di
qualche secondo, hanno acconsentito. Resta adesso da capire come e
quando saranno declinate queste risorse. La presidente Von der Leyen ha
aperto alla soluzione ponte da 320 miliardi per anticipare il Bilancio
europeo in partenza a gennaio. Né ha escluso la formula a fondo perduto
richiesta da Conte e sostenuta con vigore da Emmanuel Macron.
Sa
già Conte che se non strapperà un accordo, con la garanzia di avere
fondi disponibili subito - un anticipo entro luglio - il calendario
europeo gli imporrà una prima scelta. A giugno il Meccanismo europeo di
stabilità sarà disponibile. Ieri il Consiglio ha dato il via libera al
fondo Sure, contro la disoccupazione, al prestito della Banca europea
degli investimenti e appunto al Mes. Evita di parlarne, ma il meccanismo
salva-Stati è lì sul tavolo, pronto a essere attivato. Ed era scontato
che un minuto dopo la fine del Consiglio Matteo Salvini si scatenasse
contro il governo.
L'
Italia però non ha approvato nulla, come invece il leader della Lega
sostiene. Potrebbe farlo, se la necessità di far fronte alle spese della
sanità travolta dal Covid-19 dovesse trasformare il Mes in una fonte
irrinunciabile. Il Pd è favorevole e spinge il premier ad abbandonare l'
ostilità grillina. A quel punto però l' opzione in mano Conte per
essere attivata dovrebbe passare da una votazione in Parlamento. E l'
esito, oggi, con il M5S frantumato non sarebbe scontato.
Ecco
perché, al di là dell' esultanza di rito, il realismo dei fatti obbliga
Conte a mettere sulla bilancia quanto perso e quanto ottenuto. Non si
parla più di eurobond, sventolati come una bandiera per settimane e
divenuti via via strumento negoziale. E resta il Mes, un bomba politica
in Italia. Dall' altra parte però Conte può avvantaggiarsi del fronte
rimasto compatto con Francia, Spagna e Portogallo. E della promessa di
«Ursula» di trovare, nell' implementazione del fondo, «un sano
equilibrio tra finanziamenti a fondo perduto (grants) e prestiti
(loans)».
Macron Conte
Ma
è la disponibilità all' anticipo di cassa, vitale per l' Italia, e
dichiarata esplicitamente dalla presidente della Commissione, a
infondere fiducia nel governo. Un tesoretto utile ai Paesi più in crisi
da raccogliere sui mercati finanziari attraverso l' emissione di
obbligazioni europee. Conte avrebbe risolto gran parte dei suoi problemi
politici in casa. Si spiega così perché i primi ad accorrere a sostegno
dei risultati raggiunti dal capo del governo siano i pontieri grillini,
da Vito Crimi al ministro Luigi Di Maio al presidente della commissione
Affari europei della Camera Sergio Battelli.
Dopo
mesi di silenzio, rispunta persino Beppe Grillo a ringraziare il premier:
«Forse l' Europa comincia a diventare una Comunità. "Giuseppi" sta
aprendo la strada a qualcosa di nuovo. Continuiamo così». Per rinunciare
alla linea di credito del Mes, Conte deve chiudere al meglio. E devo
farlo in fretta, sfruttando il vento che ieri ha visto favorevole, e
ogni alleanza sul campo. Perché i falchi del Nord, l' Olanda e la
Danimarca rimangono piantati sulle proprie posizioni, contrari alla
richiesta della presidente Von der Leyen di raddoppiare i contributi al
Bilancio europeo, portandoli dall' uno al due per cento del Pil. Sono
mille miliardi in più. «Noi stiamo lavorando per preservare il mercato
interno - dice Conte ai colleghi - E in questa prospettiva non ci sono
differenze tra Nord e Sud dell' Europa». In teoria.
CONTE SODDISFATTO SOLO A META’: GLI AIUTI SIANO A FONDO PERDUTO
Alberto Gentili per “il Messaggero”
«Meglio
di così non poteva andare, mica potevamo stampare i bond questa
sera...», Giuseppe Conte esulta con i suoi collaboratori al termine del
secondo Consiglio europeo nell'era dell'emergenza socio-economica
innescata dalla pandemia. Ma se per l'Italia è davvero un successo, e
non un semplice passo avanti, si capirà solo nei prossimi due mesi.
Il
premier, con l'aiuto di Emmanuel Macron, Pedro Sanchez e alla fine (non
senza incertezze) di Angela Merkel, riesce a portare a casa un evento
atteso e invocato da anni: l'impegno dei Ventisette a dare all'Europa i
suoi bond, i Covid-bond, anche se solo per fronteggiare l'emergenza. E
non è poca cosa. «Eravamo entrati in Consiglio con tre misure, il Mes,
la Sure per la cassa integrazione, gli investimenti della Bei per un
totale di 540 miliardi, e una promessa: il recovery fund. E abbiamo
incassato pure questo», dicono a palazzo Chigi.
Ursula Von der Leyen
Eppure,
visto che il vertice in videoconferenza si è chiuso senza una
dichiarazione comune, nero su bianco, e che la costruzione del recovery
fund avverrà prima in sede di Commissione europea chiamata a disegnare
entro il 6 maggio «il piano per la ripresa», poi di Eurogruppo, e infine
sarà ratificata dal Consiglio europeo di giugno, Conte non ha ottenuto
certezze: il presidente del Consiglio è riuscito a disegnare la cornice,
ma non a dipingere il quadro che avrebbe dovuto comprendere la quantità
degli aiuti e il timing esatto.
L'accordo,
nonostante il via libera politico, è insomma tutto da costruire:
mancano cifre e date. Nelle conclusioni però, Conte ha ottenuto di far
mettere a verbale che il recovery fund è «necessario, urgente, dovrà
avere risorse significative e andrà devoluto ai Paesi più colpiti» dalla
pandemia. «Un successo per l'Italia», secondo il ministro
dell'Economia, Roberto Gualtieri.
POCO A FONDO PERDUTO
Così
la vera nota dolente è un'altra: Italia, insieme agli alleati Francia,
Spagna, Portogallo, Belgio, Irlanda, etc, a causa del muro alzato da
Germania, Olanda e dagli altri Paesi del Nord, non hanno ottenuto che i
recovery bond siano erogati a fondo perduto: le nuove obbligazioni,
collegate al bilancio europeo ed emesse dalla Commissione, per almeno la
metà saranno tradotte in prestiti. Da restituire, prima o poi. «Andrà
trovato un giusto equilibrio tra prestiti e sovvenzioni», conferma al
termine del Consiglio la presidente della Commissione, Ursula von der
Leyen.
Conte in
ogni caso festeggia, guardando al bicchiere mezzo pieno. Parla di
«grandi progressi, impensabili fino a poche settimane fa». Aggiunge: «Il
Consiglio europeo ha segnato una tappa importante nella storia
dell'Unione. Con tutti i Ventisette abbiamo deciso di introdurre, per
reagire all'emergenza sanitaria, economica e sociale, il recovery fund,
un fondo per la ripresa con titoli comuni europei che andrà a finanziare
tutti i Paesi più colpiti, tra cui l'Italia ma non solo l'Italia.
È
importante perché è passato anche il principio che è uno strumento
urgente e necessario, l'Italia è in prima fila a chiederlo». Soddisfatto
anche Enzo Amendola, ministro agli Affari europei: «Si apre una nuova
strada per l'Europa. In poche settimane sono stati raggiunti più
risultati che negli ultimi anni. Ora tempi stretti e rendere queste
scelte operative con risorse per sanità, ambiente, imprese e lavoro».
Secondo
quanto si apprende, durante il vertice Conte è partito alla carica,
appellandosi alla «ragionevolezza» e provando a solleticare l'interesse
dei Paesi del Nord a non mettersi di traverso nella concessione di
sovvenzioni: «L'ammontare del recovery fund dovrebbe essere pari a 1.550
miliardi e dovrebbe garantire prestiti a fondo perduto ai Paesi membri.
I
prestiti a fondo perduto sono essenziali per preservare i mercati
nazionali, parità di condizioni, e per assicurare una risposta
simmetrica a uno shock simmetrica. Dovremmo evocare il concetto di
altruismo non solo nel senso di altruismo, ma anche nel senso di un
concetto meno romantico, quello della comunità di interessi. Stiamo
lavorando per preservare il mercato interno e in questa prospettiva non
ci sono differenze tra Nord e Sud dell'Europa».
IL NODO MES
Nessun
accenno al Fondo salva Stati (Mes) e ai 37 miliardi a cui tutti nel
governo, tranne i 5Stelle, vogliono ricorrere. Ora la mission di Conte
in Patria è farlo digerire ai grillini. I segnali che arrivano dal
Movimento sono incoraggianti, ma i ribelli che hanno ritrovato in
Alessandro Di Battista il loro leader-guastatore potrebbero votare
contro in Parlamento.
MERKEL RUTTE
Il
premier ha così deciso di aggirare l'ostacolo: farà votare una
risoluzione che conterrà l'intero pacchetto, non solo il Mes. Dunque
dire no vorrebbe dire bocciare anche la road map verso i Covid-bond:
atto suicida per i pasdaran grillini. Silvio Berlusconi inoltre ha già
annunciato il sì di Forza Italia, che dovrebbe rendere irrilevanti i
5Stelle vicini a Di Battista, nostalgici di Matteo Salvini.
Fonte: qui
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