giovedì 23 gennaio 2020

GABANELLI (VIDEO): ''L'ENTE PUBBLICO HA 3500 PONTI FUORI CONTROLLO. NEL 2019 È STATO ESEGUITO SOLO IL 28% DELLE ISPEZIONI OBBLIGATORIE EPPURE IL BUDGET DELLA SOCIETÀ È SALITO A 29,9 MILIARDI. DI CUI SONO STATI SPESI MENO DI 200 MILIONI. CERTO, SE NON CARICHI A SISTEMA I RISULTATI DELLE ISPEZIONI, PUOI GESTIRE COME TI PARE I RAPPORTI CON LE AZIENDE. È IL CASO DEI FUNZIONARI ANAS DI CATANIA E DEGLI IMPRENDITORI ARRESTATI IN SICILIA…''




ANAS, 3.500 PONTI FUORI CONTROLLO

Milena Gabanelli e Andrea Pasqualetto per il “Corriere della Sera

L' allarme era stato lanciato un anno fa: 992 ponti che attraversano strade e autostrade italiane gestite da Anas, costruiti in buona parte negli anni Sessanta, erano senza padrone. Non avevano cioè un proprietario certo che provvedesse alla manutenzione. La mappa era stata realizzata dopo che ci scappò il morto: anno 2016, cavalcavia di Annone, dietro il crollo c' era la mancata cura della struttura dovuta al fatto che nessuno sapeva di doversene occupare, mentre il traffico pesante continuava a passarci sopra. In attesa di capire se queste strutture sono in carico a Province, Comuni o Consorzi, il ministero delle Infrastrutture (Mit) tranquillizzava tutti chiedendo ad Anas di sorvegliarli «al fine di assicurare l' incolumità della vita umana», scriveva preoccupato il direttore generale del Trasporto stradale, Antonio Parente.
AUTOSTRADE PER L ITALIAAUTOSTRADE PER L'ITALIA
Un anno dopo a che punto siamo? I ponti in questione sono stati controllati? L' incolumità è garantita? Risposta: ci sono ancora 763 cavalcavia senza identità e su questi non sono state fatte le ispezioni approfondite previste per legge con cadenza annuale, ma soltanto quelle «a vista» ad opera dei cantonieri. Dalle quali, ci scrive Anas, non sarebbero emerse criticità tali da richiedere interventi di manutenzione.

La lista dei ponti «anonimi» non è mai stata resa nota, ma nel gennaio 2019 Dataroom ne aveva individuato alcuni sulla trafficatissima Statale 7 bis in Campania. A Orta di Atella (Caserta) l' allora sindaco Andrea Villano, professione ingegnere, ne aveva chiusi al traffico tre perché sul manto stradale si erano aperte delle grosse fessure e sulla Statale sottostante cadevano pezzi di impalcato.
gabanelliGABANELLI
Siamo tornati sul posto pochi giorni fa: nessun intervento è stato fatto, i ponti sono sempre più malandati, i calcinacci continuano a cadere sulla strada e i buchi sono sempre lì. Eppure per Anas «non sono emerse forti criticità». «Ma se cade il calcestruzzo sulla carreggiata, com' è possibile che non sia necessario un intervento?», si stupisce l' ingegner Villano, mostrando i pezzi di cemento che si staccano a mano. Mentre sugli stessi cavalcavia, ancora chiusi al traffico, passano auto, camion, trattori. E, sotto, il serpentone delle auto corre incessante.
Come va invece sui 14.500 ponti e viadotti che hanno una proprietà certa e che Anas deve gestire? Un mese fa sul tavolo della ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, è arrivato un documento. Era accompagnato da una lettera firmata da Gianni Armani, l' ex amministratore delegato di Anas, il quale, venuto in possesso dei dati sorprendenti sull' attività di sorveglianza, voleva informare il governo «per ragioni di sicurezza del Paese», dice.

annone brianza il crollo del cavalcavia milano lecco 8ANNONE BRIANZA IL CROLLO DEL CAVALCAVIA MILANO LECCO 
Il documento riporta i numeri riguardanti le ispezioni registrate fino a dicembre 2019. Quelle annuali, obbligatorie per legge, che dovevano eseguire gli ingegneri qualificati sui 4.991 viadotti principali (con campata di luce superiore ai 30 metri di lunghezza) e critici (segnalati dai cantonieri) si sono fermate a 1.419, il 28% del dovuto.
Nel 2018 erano state il 56%. Stesso discorso, seppure in misura meno importante, vale per le ispezioni trimestrali, quelle «a vista», a carico dei sorveglianti: validate il 69%. Nel 2018 erano state l' 88%. Questi sono i dati registrati dal sistema Bms, varato nell' ottobre 2017, che monitora lo stato di sicurezza delle opere e programma gli interventi di manutenzione straordinaria.
ugo dibennardo 1UGO DIBENNARDO 
Scendendo nel dettaglio si legge che in regioni come Piemonte e Friuli-Venezia Giulia, la casella verifiche obbligatorie annuali segna «zero», quando ne erano invece previste rispettivamente 205 e 64. Nelle Marche ne è stata inserita una su 271, mentre le Autostrade Siciliane registrano zero ispezioni su 348 strutture. L' Autostrada del Mediterraneo, che ha dentro anche la Salerno-Reggio Calabria con viadotti fra i più alti d' Europa (Stupino e Italia): 7 ispezioni su 574. Sul fronte opposto, invece, la Liguria, dove l' Anas ha passato al setaccio 201 ponti quando avrebbe dovuto controllarne solo 18, andando così ben oltre il dovuto, caso unico in Italia. Uno zelo dovuto forse ai disastri che hanno colpito la Regione.
Nel frattempo i chilometri di carreggiata da tenere sotto controllo, sono passati da 26.373 a oltre 29 mila, a causa del passaggio di diverse strade provinciali nell' alveo di Anas. Per le «ispezioni sulla pavimentazione», che registrano le condizioni dell' asfalto, lo scorso dicembre il sistema sfornava uno zero tondo. Nei primi mesi del 2018 era entrato inoltre in funzione il sistema Pms, finalizzato a una manutenzione tempestiva delle nostre strade. Prevede l' utilizzo di mezzi mobili attrezzati con laser scanner che verificano l' asfalto, tenuta, rugosità, buche.

ANASANAS
Nel 2018 ne erano stati acquistati 4 che avrebbero dovuto battere in lungo e in largo la Penisola. Ebbene, nel 2019 questa attività sembra essersi fermata.
Eppure Anas dispone di risorse importanti.
Il contratto di programma stipulato con il ministero delle Infrastrutture aveva stanziato per il quinquennio 2016-2020 23,4 miliardi, aumentati lo scorso anno a 29,9, più della metà per la manutenzione programmata, l' adeguamento e la messa in sicurezza di ponti, gallerie e pavimentazione. In più, per il biennio 2019-2020, stanziati altri 2,7 miliardi da utilizzare per la manutenzione straordinaria.
Sono stati spesi meno di 200 milioni. Cosa non funziona, dunque?
Innanzitutto se non carichi a sistema i risultati delle ispezioni, puoi gestire come ti pare i rapporti con le aziende. È il caso dei funzionari Anas di Catania e degli imprenditori recentemente arrestati in Sicilia: i lavori di manutenzione venivano eseguiti solo parzialmente, in modo da spartirsi il residuo.
ANAS AUTOSTRADAANAS AUTOSTRADA
Corruzione. A Trieste sono in corso indagini su un sistema di spese gonfiate nella manutenzione delle strade e di mazzette a un paio di dipendenti Anas. A Firenze sono stati rinviati a giudizio in 18 fra cui 4 funzionari Anas, per affidamenti in urgenza e senza gara. Quando l' urgenza non c' era. Quindi: cavalcavia «anonimi» senza interventi, attività d' ispezione annuale su quelli di proprietà ridotta al 28%, ispezioni sulla pavimentazione a zero. Di fronte a questi dati cosa dice il ministero delle Infrastrutture, al quale spetta il controllo dell' attività di Anas?
Risponde che, in merito ai propri ponti, «si è in attesa da Anas della relazione 2019» e, quanto a quelli anonimi, «Anas ha assicurato di aver messo in atto sorveglianze e controlli analoghi ai cavalcavia di proprietà». Cioè, si fida del controllato. E il controllato, Anas, dice che va tutto bene. Il suo amministratore delegato, Massimo Simonini, un manager interno senza esperienza di programmazione e controllo, voluto un anno fa dal ministro Danilo Toninelli, in dicembre era stato sfiduciato dal cda, per poi essere miracolosamente salvato.
ANAS AUTOSTRADA 1ANAS AUTOSTRADA 
Anche Toninelli, che aveva scarse competenze di Infrastrutture, è stato sostituto e al suo posto ora c' è Paola De Micheli. Laurea in scienze politiche, è una manager del settore agroalimentare, già sottosegretario all' Economia e alla presidenza del Consiglio e non memorabile commissario straordinario alla ricostruzione del terremoto del Centro Italia. Pure lei si cimenta per la prima volta con le Infrastrutture, e magari ritiene Anas adatta a prendersi la concessione dei 3.000 km di Autostrade. Fonte: qui

SE I BENETTON PIANGONO, I GAVIO NON RIDONO 
PARE CHE IL FONDO ARDIAN, CHE HA INVESTITO IN MODO MASSICCIO NEL CONCESSIONARIO ITALIANO, STIA RICONSIDERANDO LE SUE PROSPETTIVE, ALLA LUCE DEI DANNI SUBITI ANCHE DALLA RETE GUIDATA DA RUBEGNI. CHE STROMBAZZAVA LE SUE MISURE DI SICUREZZA E 5 GIORNI DOPO ASSISTEVA AL CROLLO DI UN VIADOTTO SULLA SAVONA-TORINO 
DOPO LE ELEZIONI SI CAPIRÀ L'ATTEGGIAMENTO DEL GOVERNO VERSO I CONCESSIONARI

ALBERTO RUBEGNIALBERTO RUBEGNI
Le autostrade italiane sono diventate improvvisamente sdrucciolevoli. Negli ambienti finanziari si racconta che il fondo francese Ardian stia analizzando a fondo il suo notevole investimento nella partnership con i Gavio, e che abbia messo al lavoro una squadra di tecnici e di avvocati per valutare le prospettive italiane.

Facciamo un passo indietro: nel luglio del 2018 la società di investimento d'oltralpe inizia una trattativa con il gruppo guidato da Alberto Rubegni. Un mese dopo, con il crollo del ponte Morandi e le ripercussioni nel settore, l'accordo subisce un brusco arresto, ma nei mesi successivi si arriva al closing: 850 milioni per il 40% di una newco che resta al 60% in mano ai Gavio, e che controlla il gruppo Sias/Astm, allora il quarto gruppo autostradale al mondo.

Beniamino GavioBENIAMINO GAVIO
Nell'autunno del 2019, le assemblee danno il via libera alla fusione per incorporazione di Sias in Astm per l'accorciamento della catena di controllo e per la razionalizzazione della struttura societaria. Scrive l'ANSA: ''La nuova società, sempre quotata in Borsa ma con un maggior peso sul listino e più flottante, è una holding industriale delle concessioni autostradali, delle costruzioni (tramite Itinera) e dell'ingegneria, in grado di crescere, anche con un rafforzamento del capitale, sia in Italia sia sui mercati esteri dove è già presente con Ecorodovias in Brasile.

Il riassetto e' stato favorito dall'arrivo lo scorso autunno del fondo Ardian (col 40%) accanto ai Gavio (al 60%) nella Nuova Argo Finanziaria, la controllante delle società operative. Dopo l'ultima acquisizione in Brasile del settembre scorso, il gruppo è diventato il secondo operatore autostradale mondiale dopo Atlantia-Abertis e davanti a Vinci con oltre 4.500 chilometri di rete in concessione''.

AUTOSTRADE GRUPPO SIAS GAVIOAUTOSTRADE GRUPPO SIAS GAVIO
Quindi un balzo ancora più rilevante sia in termini di investimenti che di collocazione sul mercato, con Rubegni che era stato confermato amministratore delegato nel  mese di maggio, al fianco del presidente Gian Maria Gros-Pietro, un decano del settore autostradale.

Solo che da quando sono iniziate le indagini sul gruppo Benetton-Atlantia-Autostrade in seguito al disastro di Genova, sono anche aumentati i controlli su tutta la rete autostradale, che hanno mostrato un notevole deficit di manutenzione e di investimenti da parte dei concessionari sia pubblici (Anas) che privati.

Il fatto che ai ricchi rendimenti non corrispondessero adeguate spese di manutenzione è stato dimostrato dal roboante annuncio sganciato nei giorni scorsi da Autostrade per l'Italia, che si impegna a fare mille assunzioni e tirare fuori 7,5 miliardi per garantire la tenuta di strade, ponti e viadotti. La mossa per molti è stata un boomerang perché poteva essere letta come un'ammissione di colpa. Sta di fatto che è riuscita a bloccare il governo, che era pronto a bastonare il gruppo con una revoca parziale già in questi giorni.

Tornando al gruppo Gavio, il crollo a novembre del viadotto sulla Torino-Savona è miracolosamente avvenuto senza vittime. Ma seguiva di pochi giorni gli annunci roboanti dei manager sul livello di sicurezza della loro rete, dichiarazioni che volevano segnare una distanza dalla scarsa attenzione dei rivali.

viadotto a6 torino savonaVIADOTTO A6 TORINO SAVONA
***

OCCHIO A FARSI BELLI, IL KARMA È SEMPRE IN AGGUATO 

5 GIORNI PRIMA DEL CROLLO DEL VIADOTTO, IL GRUPPO GAVIO SI BEAVA DEGLI INVESTIMENTI IN SICUREZZA SULLA TORINO-SAVONA, E MANDAVA ANCHE FRECCIATONE CONTRO LA RIVALE ATLANTIA: ''NOI MANTENIAMO UN APPROCCIO PIÙ INGEGNERISTICO CHE FINANZIARIO AL SETTORE''. POI UNA LUNGA DESCRIZIONE DEI SENSORI (FUNZIONANTI). E INVECE...



***

Proprio questa discrepanza tra le dichiarazioni e lo stato effettivo delle strade e delle manutenzioni avrebbe portato il fondo Ardian a chiedersi se i manager italiani negli scorsi due anni avessero rappresentato davvero lo stato delle cose.

In previsione di atteggiamenti punitivi del governo nei confronti dei concessionari autostradali (il precedente di un'eventuale revoca, anche parziale, sarebbe rischioso in caso di un nuovo crollo o malfunzionamento), i francesi starebbero valutando le loro opzioni.
roberto tomasi autostrade per l'italiaROBERTO TOMASI AUTOSTRADE PER L'ITALIA

Tutto, ancora una volta, si deciderà dopo le elezioni. Il governo Conte era pronto alla sua sparata contro Autostrade-Atlantia già la settimana scorsa, ma il roboante annuncio dei nuovi investimenti ha riaperto la trattativa sul destino finale del gruppo…

Nessun commento:

Posta un commento