giovedì 26 dicembre 2019

SE ERDOGAN INTERVIENE IN LIBIA – NOI CHE SI FA?


La  Turchia interverrà in Libia?”  – Se lo domanda Bob Woodward, in un articolo che pare riflettere l’incertezza dell’Establishment Usa, sul fatto che Erdogan possa farlo davvero.
E’ successo che gli USA  hanno tolto un embargo  che durava dal 1987 sulla parte greca di Cipro,  come evidente (anche se rozzo) appoggio alle ragioni di Cipro contro le provocazioni turche sulle navi tecniche estere (fra cui l’Eni)  a cui Cipro aveva commissionato  la prospezione e lo sfruttamento dei noti giacimenti sottomarini;  Ankara  ha immediatamente reagito male: minacciando la “escalation”   Washington – se davvero cessa l’embargo  a favore di Cipro.  Il tutto va inserito nelle tensioni  che Erdogan  non dà alcun segno di voler acquietare:  i suoi F-16  violano di continuo lo spazio aereo ellenico costringendo gli F-16 greci a levarsi per intercettare e allontanare l’intruso; la Grecia   vuole comprare  tre droni da Usa o Israele “con capacità di sorveglianza dal Mar Nero alla Libia”.

Intanto sul mare, la nostra fregata Martinengo  partecipa ad una esercitazione con la francese Surcouf e il  pattugliatore cipriota Ioannides  nella Zona Economica Esclusiva (ZEE) di Cipro; la Turchia ha parlato di  allestire  una base navale – in Libia, a difesa e protezione di Al Sarraj, il suo regime e  la ZEE che hanno costituito insieme da  pochi giorni.  E’ dubbio che Erdogan abbia i mezzi per sue così vaste  ambizioni, ma…
“Erdogan  ha ricevuto  Fayez Al Sarraj domenica,  è  la seconda volta in meno di un mese”, nota Woodward ed  ha evocato l’invio di truppe in Libia: “Noi  proteggeremo i diritti della Libia e della Turchia nel Mediterraneo orientale”, ha proclamato il turco  in tv.



Le pretese turche e come si sovrappongono alle greche e cipriote.

Per  buona misura, il Congresso USA per dare nuovo sfogo al suo anti-russismo delirante, sta per votare nuove sanzioni alla Russia  per “il suo intervento in Libia” , presunto come è presunta la presenza di “mercenari russi” di cui si parla molto, in appoggio alle  forze  di Haftar ; e le milizie di  Misurata  (una città stato di bande armate) ha dichiarato di “mobilitare” contro Haftar in appoggio ad Al Serraj ; la  vittoria di Haftar infatti  metterebbe fine alla “libertà” misuratine, delle bande armate e  dei loro affari (lo spaccio scafista  di profughi,  i riscatti pretesi dalle famiglie eccetera) eccetera.
(Secondo  il sito  Strategika, vicino a Mosca, i mercenari russi sono collegati  con le tribù fedeli a Saif-a-Islam Gheddafi, il figlio del defunto; che comunque oggi appoggia  Haftar).

L’Egitto dovrebbe intervenire

Insomma Erdogan, non pago dell’occupazione militare della striscia del Nord Siria contro i curdi, dopo aver non si sa se rotto con la NATO avendo acquistato gli S-400 onde non si capisce se oggi è un  mezzo-alleati d Mosca,  dopo aver violato  le disposizioni dell’ONU con la formazione della ZEE insieme ad Al Serraj (le zone  non possono essere stabilite unilateralmente),  dopo aver irritato la UE [per quel che vale]  con le sue provocazioni attorno a  Cipro, adesso con l’appoggio militare che ha  proclamato di dare ad Al Serraj ,  adesso  vuole vedersela di fatto anche con i paesi che sostengono Haftar: sostanzialmente Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Egitto e  (un po’ defilata) la Russia.
L’Egitto è il più immediatamente pericoloso, avendo forze armate  ragguardevoli, grande demografia  ed essendo confinante ; se Ankara intervenisse con il suo corpo di spedizione a sostenere Al Serraj   (anzi secondo  voci non confermate  sono presenti a Tripoli forze speciali turche) Il Cairo interverrà prima e per scongiurare una sconfitta di Haftar, perché non tollererebbe una Libia  guidata dalla Fratellanza Musulmana al di là della frontiera.
Dunque potremmo davvero vedere la guerra guerreggiata di due medie potenze, con  le  truppe turche che  combattono le egiziane   sul territorio libico. Entrambe le medie potenze hanno”amici”  ricchi  (Erdogan il Qatar) , ovviamente  l’Egitto i sauditi e  gli emirati  in funzione anti-Fratellanza   che possono finanziare un conflitto  lungo e intenso, con tutto il materiale  che serve da consumare in abbondanza.
Speriamo solo che i comandi militari turchi riescano a dissuadere Erdogan, magari facendogli presente che se vuole guerra con Il Cairo, l’Egitto ha il vantaggio di avere una lunga frontiera con la Libia che consente il facile rifornimento di Haftar e i suoi, mentre Ankara dovrà  fare rifornimento  su rifornimenti da spedire via aerea o  via mare  al suo alleato libico, ossia  facili da interrompere.
Altrimenti ci sarà  guerra  sotto casa nostra,  e la rovina di ogni residuale interesse che cerchiamo di mantenere –  saremo triturati ed  essenzialmente la nostra insignificanza è direttamente dovuta alla assenza di una forza militare che susciti rispetto. Questo popolo imbelle che “ha ripudiato la guerra” rischia di scoprire che la guerra non ha ripudiato lui – e non avere niente da mettersi. Che si fa quando fossimo obbligati di  intervenire in Libia, magari su mandato di qualcuna delle entità in stato di morte cerebrale cui aderiamo, la NATO o la Merkel , senza contare il famoso “alleato americano” che dovrebbe difenderci (contro la Russia…) ed  ora è in stato di golpe contro un presidente palesemente insufficiente – che si  fa?  Le nostre minime truppe con qualche capacità  l’alleato ce le tiene in Irak e in Afghanistan –    da 15 anni, per scopo che ormai anche il Pentagono si domanda (riguardo al’Afghanistan) si domanda quali erano stati..
Auguri, italiani, grillini e sardine e seguaci  di Vasco Rossi. Fonte: qui

PERCHE’ ABBIAMO PUNTATO SU AL SARRAJ

Ma perché l’Italia s’è schierata con  Al Sarraj, come capo del governo della Libia, che non ha nemmeno  la lealtà di buona parte delle sue milizie, invece che con Haftar, che ha la forza e gli appoggi militari che contano?  La risposta prefabbricata  è  che Sarraj   “è riconosciuto dalla comunità internazionale”. Già, ma quando e  perché lo ha riconosciuto la “comunità internazionale”?
Ovviamente, su pressione del presidente Obama e del suo ministro degli Esteri, Hillary Clinton:  che hanno scelto  la setta  dei   “Fratelli Musulmani”  come   organizzatori e gestori della primavere arabe  e conseguenti “cambi di regime” riusciti o tentati nei vari paesi islamici,  subito salutati dal media come trionfi della democrazia.


Marzo 2013: Morsi coccolato dal segretario di Stato Jonh Kerry

Il  miglior successo  fu l’Egitto. La Fratellanza sostenta dagli  USA ottenne anche i voti del popolo. Immediatamente  il nuovo presidente Mohamed Morsi,  da buon fratello, comincio a perseguitare la minoranza copta ed anche gli oppositori, dando a se stesso il potere di legiferare senza  controllo della magistratura. Siccome per il resto  la capacità di governo di Morsi non suscitò particolari entusiasmi fra  il popolo (mancarono i carburanti, l’elettricità andava e veniva)  lo stesso  popolo che era  stato sedotto dal sogno della democrazia islamica, accettò il necessario colpo di Stato di militari.
E in base a quale astuta analisi geopolitica la Hillary Clinton decise di puntare tutto sulla Fratellanza Musulmana? Probabilmente ricordate Huma Abedin, la bella musulmana che era  fra i  suoi più intimi collaboratori; moglie poi divorziata di Anthony  Weiner, ebreo, la cui brillante carriera pubblica fu interrotta quando  si scoprì che Weiner cercava di intortare sul web no so che  ragazzina minorenne postando le sue foto in erezione.


Più che consigliera una intima amica

Orbene, il padre di Huma,   Syed Zaynul Abedin   (1928-1993) – un indiano –   era un esponente di primo piano dei Fratelli Musulmani . Attivissimo, superlaureato ad Oxford, ha fondato in Usa e Gran Bretagna l”’Istituto per le minoranze musulmane”, con uffici  in Arabia Saudita e Londra e ha lavorato come direttore del Journal of the Institute – ora gestito da sua moglie Saleha Mahmoud Abedin.
Consulente della Lega Musulmana, il dottor  Abedin va accreditato della teoria detta “era civile”, ossia in apparenza ad un adattamento dell’Islam – e specificamente a quello professato dal fondatore della Fratellanza, Abul Ala Maududi – alla modernità e  alle sue ideologie secolariste, onde arrivare allo scopo,  “il ripristino del califfato”.
Quello che conta è  che quella  stagione è  superata, il progetto di consegnare  i paesi islamici  alla Fratellanza è  fallito  e scaduto.  Ora, Al Sarraj è il resto  – stiamo per dire il rimasuglio di quel progetto abortito  degli Obama-Clinton.  E Roma  ha continuato ad essere praticamente la sola a mantenersi obbediente a quel progetto ormai non più vigente .  Puntellando il  pericolante potere di Al Sarraj con fondi e motovedette, regali e  prestigio.  Ovviamente ricordate come i governi da Monti a  Renzi a Letta  si siano prodigati ad obbedire ad Obama ed a far propaganda  per la Clinton (Gentiloni andò addirittura a New York a organizzare  al consolato un incontro con gli italo-americani di potere, urlando “Votate Hillary!”  –  iniziativa che ha suscitato più irritazione che successo, ma ha appagato Gentiloni mostrare  il suo entusiasmo e dedizione per  Hillary).
Ora, anche i governi di dopo, grillo-leghisti come l’attuale  grillo-piddino,  mantengono la linea indicata  dai Clinton: succede,  quando non arrivano nuovi ordini da Washington . Nel frattempo,  in Libia è cambiato tutto . Macron, ormai da anni, ha puntato su Haftar fornendolo anche di armi,  con lo scopo finale accaparrare per la Francia  gli interessi italiani, ossia l’Eni con Total. Egitto e russi ormai stanno con Haftar.
E Sarraj, il Fratello Musulmano, capendo benissimo che la sua  posizione ha i giorni contati, ha fatto  l’accordo con Erdogan :  la geniale  Zona Economica Esclusiva attraverso il Mediterraneo orientale che si arroga  i giacimenti marini da gas e greggio  in quella zona.  Dunque oggi Erdogan è il  gran  protettore,  e insomma ha  sostituito noi  (Roma).
Le ultime di Erdogan  nell’area sono  interessanti.  Si è saputo solo oggi che il 19  novembre  la sua  marina da guerra  –  la fregata “TCG Gediz”   –  ha intimato di spostarsi a una nave israeliana di ricerche oceanografiche,la Bat Galim. “La Turchia non ha giurisdizione sull’area del Mar Mediterraneo in cui stavano lavorando i ricercatori”, spiega il Jerusalem Post, “ma la sua marina ha richiesto che Bat Galim si spostasse più a sud, come riportato per la prima volta sul Canale 13.


La fregata turca che ha minacciato la nave israeliana

“..il ministero degli Esteri turco ha convocato il massimo diplomatico israeliano ad Ankara all’inizio di questa settimana per informarlo che il piano di Israele di stabilire un gasdotto per l’Europa in quella parte del Mar Mediterraneo, in collaborazione con Grecia e Cipro, richiederebbe l’approvazione della Turchia”.
Come  risposta,  gli F-16 israeliano hanno preso a sorvolale la nave turca di estrazione, la “Yavuz”.
Come parte di una esercitazione aeronavale indetta da Sion su due piedi, proprio  nella  zona dove la fregata  turca  chiesto  alla nave  ebraica di spostarsi.
Ankara ha mandato a  Cipro Nord, dov’ è asserragliata  la minoranza turca (non riconosciuta  dalla comunità internazionale,  ma dal ’76)  un suo grosso drone armato, il Bayraktar TB2


ISTANBUL, TURKEY – SEPTEMBER 23: The ‘Armed Bayraktar TB2’ Unmanned Aerial Vehicle (UAV) is seen prior to performing demonstration flight during the ‘Teknofest Istanbul’ Aerospace and Technology Festival in Istanbul, Turkey on September 23, 2018.  Agency/Getty Images)

Armato, ossia fornito di Missili , che minaccia le  fregate e gli incrociatori che sono stati  mandati a Cipro per sostenere le giuste pretese di Cipro  (quella greca) sui  giacimenti petroliferi.  La nostra Martinengo è stata mandata lì’ a  quello scopo.  Essendo ovviamente vulnerabile al drone turco, un lettore mi chiede: non è che Erdogan ci  spara contro?
Ma no, tranquillo: la NATO  ci difenderà. Possiamo  invocare il famoso articolo 5.  Contro la Turchia, alleato  NATO?  La diceria che l’Alleanza sia in stato di morte cerebrale : al contrario. Piena di idee sempre nuove, ha ufficialmente indicato a tutti noi il nuovo nemico. La Cina.
Fonte: qui

Dopo che Haftar ha sequestrato una nave turca, Erdogan aumenta il suo ruolo militare in Libia, facendo arrabbiare la Russia


Come avevamo previsto, la guerra libica 2.0 si è riversata nel Mediterraneo e ora è in procinto di diventare un grande rinnovato conflitto per procura internazionale che porta poteri regionali, in particolare Turchia, Egitto e potenzialmente Russia. 
L'esercito nazionale libico pro-Haftar (LNA), con base nell'est del paese devastato dalla guerra, ha annunciato sabato scorso di aver sequestrato una nave turca e di arrestare brevemente diversi membri dell'equipaggio turco mentre il mercantile veniva ricercato per le armi. "Una nave sotto la bandiera di Grenada, con a bordo una squadra di cittadini turchi, è stata arrestata", ha detto il servizio stampa dell'LNA È stato sequestrato  "perché è entrato nelle acque territoriali della Libia senza previa autorizzazione", ha aggiunto il portavoce dell'LNA.
A partire da lunedì, la nave e il suo equipaggio sono stati rilasciati, secondo l' AP , nel mezzo di crescenti tensioni per un controverso accordo di frontiera marittima che coinvolge Tripoli e Ankara, che dà entrambi i diritti di esplorazione del petrolio e del gas in Turchia nelle acque rivendicate dall'amministrazione di Haftar a Bengasi e amplia la cooperazione militare tra Erdogan e il governo di Tripoli GNA. 
Via l'AFP: la nave turca, registrata a Grenada, fu portata nel porto di Ras Al-Helal vicino alla città orientale di Derna.




I leader turchi suggeriscono che Ankara sta attualmente aumentando il suo sostegno al GNA, inviando aerei militari con truppe e armature in mezzo all'offensiva di Haftar contro la capitale. Indubbiamente, la Turchia è stata il sostenitore più aggressivo di Tripoli, offrendo equipaggiamento militare e persino potenza aerea, mentre gli Emirati Arabi Uniti hanno fornito la maggior parte degli armamenti per l'esercito di Haftar, anche con l'assistenza dell'Egitto, dell'Arabia Saudita e persino della Russia (vale a dire, tramite mercenari presumibilmente con il Wagner gruppo ). 
Sabato il parlamento turco ha formalmente ratificato l'accordo di sicurezza e cooperazione militare con Tripoli.
Via TRT World: "L'accordo della Turchia con il governo della Libia riconosciuto dall'ONU a Tripoli è un segnale per gli altri stati mediterranei che Ankara può bloccare le loro rotte del gas".
Secondo Al Jazeera, ciò ha sollevato le sopracciglia a Mosca, che è tra un coro crescente di paesi che condannano il più profondo intervento della Turchia nel conflitto : 
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che la Turchia potrebbe schierare truppe in Libia a sostegno del GNA, ma non è stata ancora presentata alcuna richiesta. Venerdì ha detto che la Turchia non ha potuto tacere sui mercenari sostenuti dalla Russia a sostegno delle forze di Haftar . 
La Russia, nel frattempo, ha affermato di essere molto preoccupata per la possibilità che la Turchia dispieghi truppe in Libia e che l'accordo sulla sicurezza abbia sollevato molte domande per Mosca. 
Erdogan discuterà del potenziale dispiegamento di truppe di Ankara in Libia con il presidente russo Vladimir Putin durante i colloqui in Turchia il mese prossimo, ha detto il Cremlino martedì. 
Nel frattempo, mentre Washington riconosce ufficialmente il GNA, l'amministrazione Trump per mesi ha verbalizzato il supporto per Haftar, da tempo considerato  "l'uomo della CIA in Libia" . "Haftar non è altro che un pirata", ha detto Erdogan all'inizio di quest'anno dopo che sei marinai turchi sono stati  brevemente arrestati  dalle forze pro-Haftar.
E questo incidente mercantile turco dell'ultimo fine settimana probabilmente aumenterà solo la presenza militare turca, anche perché la Turchia potrebbe essere impostata per esplorare le acque libiche come parte del recente accordo sul petrolio e gas con il GNA.
Secondo i rapporti della scorsa settimana sui media regionali, la Turchia è pronta a stabilire una base militare in Libia, che include una speciale  "forza di reazione rapida" che può schierarsi rapidamente se richiesto dal governo libico .
Secondo quanto riferito, le truppe turche stanno preparando un più ampio dispiegamento in Libia, tramite l'AP.
Affrontando l'accordo controverso nelle dichiarazioni rese la scorsa settimana, il presidente Erdogan ha detto a un  canale di notizie filo-governativo ,  "Difenderemo i diritti di Libia e Turchia nel Mediterraneo orientale".  Questo dopo  rapporti non confermati dai  media arabi che forze speciali turche sono già sbarcate a Tripoli. 
E soprattutto per la prospettiva di una guerra più ampia, il vicino Egitto ha condannato l'accordo GNA Turchia-Tripoli come "illegittimo" e ha persino segnalato che potrebbe arrivare il suo intervento militare .
Erdogan della Turchia e immagine del file Haftar dell'LNA.
Martedì scorso il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi ha avvertito sulla scia della Turchia e la Libia  un accordo , "Non permetteremo a nessuno di controllare la Libia ... si tratta di una questione di sicurezza nazionale egiziana".
Eccolo qui: un conflitto multipartitico sta emergendo mentre Bengasi e Tripoli continuano la loro battaglia di anni per il bottino della Libia post Gheddafi presumibilmente "liberata" dalla NATO nel 2011. Questo contrappone l'Egitto contro la Turchia e la Turchia contro la Russia   per non parlare della Grecia contro la Turchia e Haftar , poiché Atene sta già cercando di impedire alle navi turche di petrolio e gas di invadere le acque del Mediterraneo meridionale. 
Fonte: qui

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