giovedì 12 settembre 2019

VARRIALE NON È L'UNICO CARABINIERE AD AVER MENTITO SU QUEL CHE SUCCESSE LA NOTTE DELL'OMICIDIO CERCIELLO


LA PROCURA MILITARE INDAGA ANCHE SULLE DICHIARAZIONI DEL COMANDANTE DELLA STAZIONE FARNESE 

E LA SARZANINI METTE IL DITO NELLA PIAGA: "IL SOSPETTO È CHE IN REALTÀ CI SIANO AFFINITÀ TRA ALCUNI CARABINIERI E I PUSHER DELLA ZONA..."

Fiorenza Sarzanini per www.corriere.it

Gabriel Natale hjorth - omicidio cercielloGABRIEL NATALE HJORTH - OMICIDIO CERCIELLO
Il vicebrigadiere Andrea Varriale non è l’unico ad aver mentito su quanto accaduto la notte tra il 25 e il 26 luglio scorsi, quando il suo collega Mario Cerciello Rega è stato ucciso con 11 coltellate. Anche il suo capo ha raccontato bugie e per questo, dopo aver indagato Varriale per violata consegna perché aveva effettuato l’operazione di recupero dello zaino del mediatore dei pusher Sergio Brugiatelli senza la pistola di ordinanza, la Procura militare guidata da Antonio Sabino potrebbe estendere gli accertamenti.

MARIO CERCIELLO REGA E ANDREA VARRIALEMARIO CERCIELLO REGA E ANDREA VARRIALE
E verificare i comportamenti di tutti i carabinieri in servizio quella sera, in modo da colmare le lacune che ancora segnano la ricostruzione della vicenda. In particolare il comandante della stazione Farnese Sandro Ottaviani che ha raccontato di aver ricevuto l’arma di Varriale in ospedale, mentre è ormai accertato che fosse stata lasciata in caserma. Sono i verbali e le informative dell’indagine sui due americani accusati di omicidio - Lee Finnegan Elder e Gabriel Natale Hjorth - ad alimentare nuovi dubbi.


Le due versioni
Si torna al 28 luglio, quando Varriale ricostruisce la sera di fronte al colonnello Lorenzo D’Aloia e dichiara: «Io avevo indosso la pistola di ordinanza e le manette di sicurezza». È una bugia: sono cinque i carabinieri, intervenuti dopo l’aggressione, che lo smentiscono.

Il 4 agosto il maresciallo Daniele De Nigris afferma: «Ho chiesto testualmente a Varriale se in quel momento fosse armato o dove si trovasse la pistola. Varriale ha risposto “non sono armato, la pistola è in sicurezza in caserma”». Il giorno dopo il carabiniere scelto Alberto Calvo è più esplicito: «Al suo ritorno dall’ospedale ho chiesto a Varriale perché non avesse usato l’arma di ordinanza e lui mi rispose che le armi erano state portate in caserma e messe in sicurezza. Visto che la mia domanda era rimasta fondamentalmente senza risposta, l’ho ribadita chiedendo nuovamente a Varriale se avesse l’arma al seguito. Questi però mi ha fornito la stessa risposta».

MARIO CERCIELLO REGA ANDREA VARRIALEMARIO CERCIELLO REGA ANDREA VARRIALE
Lo stesso dicono altri tre colleghi e così il procuratore reggente Michele Prestipino lo fa convocare in procura. E Varriale è costretto ad ammettere: « Quella sera quando siamo usciti sia io che Cerciello avevamo in dotazione le manette, ovviamente i tesserini, ma abbiamo lasciato le pistole in caserma proprio in relazione al tipo di servizio che dovevamo fare... Credo di aver già riferito la circostanza anche ai miei superiori gerarchici».

La bugia del capo
In realtà a coprire la bugia di Varriale è il 1 agosto, a verbale, il suo comandante Sandro Ottaviani.

Domanda: Quando ha constato che il vicebrigadiere Cerciello aveva effettuato il servizio senza la pistola di ordinanza?
finnegan lee elder copiaFINNEGAN LEE ELDER COPIA

Ottaviani: La mattina del 26 luglio verso le 11,30 quando sono rientrato in ufficio ho verificato che nell’armadietto personale assegnato a Cerciello era riposta la sua pistola d’ordinanza

Domanda: Riguardo all’arma in dotazione a Varriale?

Ottaviani: Varriale mi ha consegnato l’arma al pronto soccorso dell’ospedale Santo Spirito dove aveva appreso che Cerciello non aveva l’arma al seguito.

GABE NATALEGABE NATALE
Non è vero, come si accerterà in seguito. 
Perchè Ottaviani ha mentito? 
Sperava di «coprire» soltanto la violata consegna del suo sottoposto oppure c’è ben altro dietro questa bugia? 

Il sospetto è che in realtà ci siano affinità tra alcuni carabinieri e i pusher della zona e questa catena di bugie contribuisce ad alimentarlo. Fonte: qui

SI AGGRAVA LA POSIZIONE DI NATALE HJORT, ACCUSATO DI CONCORSO CON FINNEGAN NELL’OMICIDIO DEL VICEBRIGADIERE CERCIELLO: LE IMPRONTE TROVATE SUL CONTROSOFFITTO DOV'ERA NASCOSTO IL COLTELLO E IN UNA CHAT LA MADRE LO ACCUSA DI ESSERE BUGIARDO E CONTINUARE A SPACCIARE DROGA…
GABE NATALE CON UN ARMAGABE NATALE CON UN ARMA

Ci sono le impronte (palmari e digitali) di Christian Gabriel Natale Hjort, accusato di concorso con Finnegan Lee Elder nell'omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello, su uno dei pannelli del controsoffitto della camera dell'albergo dove è trovato il coltello utilizzato da Elder per colpire il carabiniere.

Le hanno rilevate i carabinieri del Ris mentre dalle analisi dei cellulari dei due americani spuntano foto di droghe e soldi in contanti, nonché chat Whatsapp risalenti ai minuti subito successivi all'omicidio. In una di queste Finningan Lee Elder scrive alla fidanzata: «Qualunque cosa accada ti amo, non so se torno...». In un'altra del 30 giugno Natale Hjort viene accusato dalla madre di essere bugiardo e continuare a spacciare droga.
MARIO CERCIELLO REGA ANDREA VARRIALEMARIO CERCIELLO REGA ANDREA VARRIALE

Secondo gli inquirenti l'individuazione delle impronte di Natale Hjort è un dato importante in quanto l'americano ha sempre negato di avere avuto a che fare con l'arma. La novità, che quindi aggrava la posizione di Natale, è contenuta nella relazione dei carabinieri del Ris depositata in vista dell'udienza del Riesame in programma per lunedì prossimo. Si tratta di una impronta palmare e due impronte papillari.

Gabriel Natale hjorth - omicidio cercielloGABRIEL NATALE HJORTH - OMICIDIO CERCIELLO





Il pannello era stato prelevato nel corso dell'ultimo sopralluogo dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, nell'hotel di Prati dove i due americani alloggiavano, a poche centinaia di metri dal luogo del delitto. Lì era stata trovata l'arma, un coltello con una lama da 18 centimetri con cui il vicebrigadiere era stato colpito per undici volte.

FINNEGAN LEE ELDERFINNEGAN LEE ELDER
Secondo quanto si è appreso, sul soffitto non sono state individuate impronte di Elder, il che fa supporre che sia stato il solo Natale a nascondere il coltello a lunga lama utilizzato dal suo amico per colpire Cerciello. Che i due avessero «dimestichezza» con armi e coltelli emerge in modo lampante dall'analisi dei cellulari. Decine le foto che li ritraggono mentre impugnano pistole e armi da taglio in quella che appare come una sorta di ossessione. Da queste immagini emerge come i due indagati «siano spavaldi e inclini alla sregolatezza», scrivono in una informativa i carabinieri.


 Fonte: qui

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