Hans-Werner Sinn è l’ex direttore dell’IFO, il primo istituto di ricerca economica tedesca vicino al governo, ed è ancora attualmente nel consiglio del ministero dell’Economia. Il 21 febbraio 2019, all’università di Buckingham, il professor Sinn ha tenuto una conferenza nel corso di un convegno intitolato “L’Economia delle Unioni Monetarie – Esperienze passate e l’Eurozona. Il suo intervento era centrato su “come ridurre i saldi Target”. Il Target 2 (la sigla sta per Trans-European Automated Real-Time Gross Settlement Express Transfer System) è il sistema di pagamento interbancario dei bonifici transfrontalieri fra i paesi che condividono la moneta euro.
Grosso modo: quando un italiano compra una BMW e la paga, appare “debito” di Bankitalia verso la Bundesbank, la banca centrale tedesca, che lo considera un “credito”. Siccome la Germania accumula surplus su surplus, il supposto “debito” italiano accumulato nel Target 2 è sui 500 miliardi, e la Spagna, 400 miliardi. Come recuperare questo immenso “credito”? o come ridurlo? Ciò assilla gli economisti tedeschi fino all’ossessione.
In realtà, come spiega in questo video Luca Fantacci, storico dell’economia dell’Università Bocconi,
@FantaLuc impagabile e definitivo sui saldi Target2. pic.twitter.com/p3WZ2Sbda4— Enjoy libturd world (@FartFromAmerika) 31 maggio 2019
I “crediti Target 2” non sono esigibili, perché sono spendibili: la Germania può spenderli immediatamente in beni e servizi. Allora perché ossessionano gli economisti tedeschi? Essi diventano di problematica convertibilità solo se qualcuno degli stati esce dall’euro. Adesso è diventato d’attualità il rischio che sia l’Italia ad uscire dall’euro – ma in realtà, questa ossessione degli economisti tedeschi da Sinn a Weidmann – come recuperare i mille miliardi di crediti Target 2 – va inteso come una proiezione freudiana: non avrebbero nessuna ragione di essere preoccupati, se non pensassero di uscire dall’euro. Invece ci pensano, ecco il punto, coltivano il progetto, sanno che ad un certo punto dovranno necessariamente uscirne loro. Solo così si spiega la loro ossessione per i Target 2.
La conferenza di professor Sinn a Buckingham è tutta puntata, ossessivamente, sui modi per “ridurre” il Target 2, insomma rendere più piccola la cifra, e dunque il danno che subirebbero quando usciranno.
Anzitutto, egli (come Weidmann) interpreta i 500 miliardi di “debito” verso la Germania che l’Italia ha cumulato nel Target 2, e i 400 della Spagna, come “enormi avanzi e disavanzi della bilancia dei pagamenti accumulati tra i paesi dell’euro” per colpa della “ Banca centrale europea (BCE) che ha consentito a questi paesi che incontrano difficoltà di bilancia dei pagamenti di risolvere i loro problemi aumentando in modo sproporzionato l’offerta di moneta nazionale. Il credito sostitutivo delle “tipografie” nazionali dell’Eurosistema, concesso ai sei paesi colpiti dalla crisi di Grecia, Cipro, Italia, Portogallo, Spagna e Irlanda, ammontava in tal modo a oltre 1.000 miliardi di euro nell’estate del 2012″….
Insomma i 500 miliardi sarebbero, per loro, i soldi in più che la Germania ha dato agli italiani per consentire loro di vivere al disopra dei propri mezzi (per esempio, comprando le loro BMW). E, aggiunge Sinn: “Mentre i politici hanno costantemente spregiato l’argomento, il presidente della Bundesbank Jens Weidmann ha espresso le sue preoccupazioni in merito alle rivendicazioni Target della Bundesbank in una lettera al presidente della BCE Mario Draghi”.
Sinn sente urgente di “ridurre” la misura di questi sbilanci, ancorché la loro riduzione abbia come diretta conseguenza il calo delle esportazioni tedesche verso i paesi debitori. Esamina otto di questi modi. Si tratta, nel complesso, di mettere un limite a quanto uno Stato “debitore” come Italia o Spagna possa ingrossare il suo “debito” Target 2. Si va dalla assegnazione di lotti fissi, alla fissazione di quote per le operazioni di politica monetaria; dall’imposizione al paese il cui cittadino compra una BMW, di presentare un collaterale sotto forma di obbligazioni pregiate, buoni del Tesoro coperti o garanzie delle banche centrali ; di eseguire i saldi in oro, come a prima di Bretton Woods; di imporre tassi d’interesse altissimi e punitivi al paese che ha uno sbilancio eccessivo sul target 2.
L’ultimo, ottavo modo consigliato, nel video si legge: “DEXIT”, ossia uscita della Germania dall’euro. Altro che Italexit o Frexit o Brexit….
In realtà, anche i modi precedentemente elencati da Sinn configurano uscita dall’euro. Perché, come ha spiegato Mario Draghi nella conferenza stampa del 26 luglio 2018 a domanda di un giornalista (tedesco), chiunque voglia “mettere un tetto, un limite [al Target 2], imporre di versare un collaterale… non gli piace l’unione monetaria”.
Un qualunque limite o tetto farebbe immediatamente sì che gli euro circolanti in Italia o Spagna varrebbero meno degli euro circolanti in Germania o Olanda. Lo Stato italiano dovrebbe immediatamente reagire alla fuga di capitali che avverrebbe istantaneamente, rimettendo in vigore il reato di esportazione dei capitali – sarebbe il primo passo versa la re- istituzione della propria moneta, per pura necessità.
https://www.ecb.europa.eu/press/pressconf/2018/html/ecb.is180726.en.htm
Non essendo il vostro cronista un economista tedesco, non riesce a capire come Sinn e Weidmann abbiano risolto il problema seguente: ogni riduzione dello sbilancio del Target 2 significa un calo drammatico delle BMW (e WV) che italiani e spagnoli comprano dalla Germania, il che rovinerebbe l’industria tedesca. Ancor più il Dexit, ossia l’uscita della Germania e il suo ritorno al marco, che di colpo sarebbe rivalutato del 20-30%. Il vostro cronista però è sicuro che questi esimi economisti tedeschi ci hanno pensato e quindi abbiano già previsto come risolveranno il problema del crollo dell’export tedesco verso l’Italia, Spagna, Portogallo, Cipro, Grecia – o forse pensano che noi compreremo le loro auto anche quando costeranno il 20% in più. Non so. Se non si preoccupano loro, vuol dire che hanno pensato e risolto. Pensano a tutto, al contrario di noi.
Sarà il Dexit – e coglierà di sorpresa i nostri pro-euro
Ma è certo che hanno pensato a tutto minuziosamente, preparandosi scrupolosamente alla Dexit. Da anni. Anche Yanis Varoufakis, nel 2013, mentre cercava di salvare la Grecia dallo stivale chiodato in cui la schiacciava la UE con la BCE, ha espresso il dubbio che “l’intransigenza della Bundesbank fosse la campagna surrettizia di mister Weidmann di restaurare il Marco Tedesco”; anzi il “grande” marco tedesco, dall’Olanda alla Polonia.
Varoufakis citava come indizio dei suoi sospetti il ricorso che mr. Weidmann, il capo della Bundesbank, aveva fatto alla Corte costituzionale tedesca di Karlsruhe contro gli acquisti a manetta di Mario Draghi per inondare le banche europee di liquidità allo scopo di salvare l’euro.
Fra i quesiti che la Bundesbank ha posto alla Corte per sapere se il quantitative easing era un atto illegale, contrario alla Costituzione germanica, criminale, brilla la prima asserzione:
“Non spetta a una banca centrale di garantire l’irreversibilità di una moneta”.
https://www.yanisvaroufakis.eu/2013/04/27/intransigent-bundesbank-mr-jens-weidmanns-surreptitious-campaign-to-bring-back-the-greater-deutsch-mark/
Di grazia, a chi spetterebbe questo compito, se non a una banca centrale?, si domanda Varoufakis. In base a quale inaudita dottrina economica il capo della Bundesbank ritiene questo? In quale università ha appreso che una banca centrale non ha il dovere di difendere e far durare la moneta che emette?
Nessuna risposta. Da questa balzana frase di Weidmann, si ricava solo questa certezza:
Weidmann, e la Germania dietro di lui, vogliono rendere reversibile l’euro.
E pensare che i nostri media pro-euro accusano di essere “contro l’euro” Bagnai e Borghi….. “L’euro è irreversibile!” tuonano ripetendo le parole di Mario Draghi. Senza accorgersi mai – proprio mai – che è il capo della Bundesbank che lo ha dichiarato reversibile, sostenendo che non spetta a una banca centrale garantire la durata di una valuta.
E adesso, Weidmnann diventa quasi sicuramente il nuovo capo della BCE. I più sorpresi di tutti saranno i nostri pro-euro, che credono di star lottando per la su “irreversibilità” combattendo il governo “sovranista”. Tutto “l’establishment italiano che sul concetto della teoria economica dell’Unione europea è pronto a sacrificare l’intera gioventù del paese”, come ha detto Edward Luttwak (è tutto dire: è più patriota della Bonino ) qualche giorno fa.
Scopriranno come è sovranista la Germania.
Infatti apprendiamo che:
LA CORTE COSTITUZIONALE TEDESCA GIUDICHERA’ IL “QE” DI DRAGHI
La Corte Costituzionale tedesca di Karlsruhe terrà una serie di sedute – a fine luglio prossimo – per valutare la legittimità del QEeffettuato dalla BCE di Mario Draghi a partire dal 2015, terminato nel 2018, e che ha portato all’acquisto di 2,7 miliardi di euro in titoli pubblici e privati. Queste sedute si terranno il 30 ed il 31 luglio 2019.
La conferenza di professor Sinn a Buckingham è tutta puntata, ossessivamente, sui modi per “ridurre” il Target 2, insomma rendere più piccola la cifra, e dunque il danno che subirebbero quando usciranno.
Anzitutto, egli (come Weidmann) interpreta i 500 miliardi di “debito” verso la Germania che l’Italia ha cumulato nel Target 2, e i 400 della Spagna, come “enormi avanzi e disavanzi della bilancia dei pagamenti accumulati tra i paesi dell’euro” per colpa della “ Banca centrale europea (BCE) che ha consentito a questi paesi che incontrano difficoltà di bilancia dei pagamenti di risolvere i loro problemi aumentando in modo sproporzionato l’offerta di moneta nazionale. Il credito sostitutivo delle “tipografie” nazionali dell’Eurosistema, concesso ai sei paesi colpiti dalla crisi di Grecia, Cipro, Italia, Portogallo, Spagna e Irlanda, ammontava in tal modo a oltre 1.000 miliardi di euro nell’estate del 2012″….
Insomma i 500 miliardi sarebbero, per loro, i soldi in più che la Germania ha dato agli italiani per consentire loro di vivere al disopra dei propri mezzi (per esempio, comprando le loro BMW). E, aggiunge Sinn: “Mentre i politici hanno costantemente spregiato l’argomento, il presidente della Bundesbank Jens Weidmann ha espresso le sue preoccupazioni in merito alle rivendicazioni Target della Bundesbank in una lettera al presidente della BCE Mario Draghi”.
Sinn sente urgente di “ridurre” la misura di questi sbilanci, ancorché la loro riduzione abbia come diretta conseguenza il calo delle esportazioni tedesche verso i paesi debitori. Esamina otto di questi modi. Si tratta, nel complesso, di mettere un limite a quanto uno Stato “debitore” come Italia o Spagna possa ingrossare il suo “debito” Target 2. Si va dalla assegnazione di lotti fissi, alla fissazione di quote per le operazioni di politica monetaria; dall’imposizione al paese il cui cittadino compra una BMW, di presentare un collaterale sotto forma di obbligazioni pregiate, buoni del Tesoro coperti o garanzie delle banche centrali ; di eseguire i saldi in oro, come a prima di Bretton Woods; di imporre tassi d’interesse altissimi e punitivi al paese che ha uno sbilancio eccessivo sul target 2.
L’ultimo, ottavo modo consigliato, nel video si legge: “DEXIT”, ossia uscita della Germania dall’euro. Altro che Italexit o Frexit o Brexit….
In realtà, anche i modi precedentemente elencati da Sinn configurano uscita dall’euro. Perché, come ha spiegato Mario Draghi nella conferenza stampa del 26 luglio 2018 a domanda di un giornalista (tedesco), chiunque voglia “mettere un tetto, un limite [al Target 2], imporre di versare un collaterale… non gli piace l’unione monetaria”.
Un qualunque limite o tetto farebbe immediatamente sì che gli euro circolanti in Italia o Spagna varrebbero meno degli euro circolanti in Germania o Olanda. Lo Stato italiano dovrebbe immediatamente reagire alla fuga di capitali che avverrebbe istantaneamente, rimettendo in vigore il reato di esportazione dei capitali – sarebbe il primo passo versa la re- istituzione della propria moneta, per pura necessità.
https://www.ecb.europa.eu/press/pressconf/2018/html/ecb.is180726.en.htm
Non essendo il vostro cronista un economista tedesco, non riesce a capire come Sinn e Weidmann abbiano risolto il problema seguente: ogni riduzione dello sbilancio del Target 2 significa un calo drammatico delle BMW (e WV) che italiani e spagnoli comprano dalla Germania, il che rovinerebbe l’industria tedesca. Ancor più il Dexit, ossia l’uscita della Germania e il suo ritorno al marco, che di colpo sarebbe rivalutato del 20-30%. Il vostro cronista però è sicuro che questi esimi economisti tedeschi ci hanno pensato e quindi abbiano già previsto come risolveranno il problema del crollo dell’export tedesco verso l’Italia, Spagna, Portogallo, Cipro, Grecia – o forse pensano che noi compreremo le loro auto anche quando costeranno il 20% in più. Non so. Se non si preoccupano loro, vuol dire che hanno pensato e risolto. Pensano a tutto, al contrario di noi.
Sarà il Dexit – e coglierà di sorpresa i nostri pro-euro
Ma è certo che hanno pensato a tutto minuziosamente, preparandosi scrupolosamente alla Dexit. Da anni. Anche Yanis Varoufakis, nel 2013, mentre cercava di salvare la Grecia dallo stivale chiodato in cui la schiacciava la UE con la BCE, ha espresso il dubbio che “l’intransigenza della Bundesbank fosse la campagna surrettizia di mister Weidmann di restaurare il Marco Tedesco”; anzi il “grande” marco tedesco, dall’Olanda alla Polonia.
Varoufakis citava come indizio dei suoi sospetti il ricorso che mr. Weidmann, il capo della Bundesbank, aveva fatto alla Corte costituzionale tedesca di Karlsruhe contro gli acquisti a manetta di Mario Draghi per inondare le banche europee di liquidità allo scopo di salvare l’euro.
Fra i quesiti che la Bundesbank ha posto alla Corte per sapere se il quantitative easing era un atto illegale, contrario alla Costituzione germanica, criminale, brilla la prima asserzione:
“Non spetta a una banca centrale di garantire l’irreversibilità di una moneta”.
https://www.yanisvaroufakis.eu/2013/04/27/intransigent-bundesbank-mr-jens-weidmanns-surreptitious-campaign-to-bring-back-the-greater-deutsch-mark/
Di grazia, a chi spetterebbe questo compito, se non a una banca centrale?, si domanda Varoufakis. In base a quale inaudita dottrina economica il capo della Bundesbank ritiene questo? In quale università ha appreso che una banca centrale non ha il dovere di difendere e far durare la moneta che emette?
Nessuna risposta. Da questa balzana frase di Weidmann, si ricava solo questa certezza:
Weidmann, e la Germania dietro di lui, vogliono rendere reversibile l’euro.
E pensare che i nostri media pro-euro accusano di essere “contro l’euro” Bagnai e Borghi….. “L’euro è irreversibile!” tuonano ripetendo le parole di Mario Draghi. Senza accorgersi mai – proprio mai – che è il capo della Bundesbank che lo ha dichiarato reversibile, sostenendo che non spetta a una banca centrale garantire la durata di una valuta.
E adesso, Weidmnann diventa quasi sicuramente il nuovo capo della BCE. I più sorpresi di tutti saranno i nostri pro-euro, che credono di star lottando per la su “irreversibilità” combattendo il governo “sovranista”. Tutto “l’establishment italiano che sul concetto della teoria economica dell’Unione europea è pronto a sacrificare l’intera gioventù del paese”, come ha detto Edward Luttwak (è tutto dire: è più patriota della Bonino ) qualche giorno fa.
Scopriranno come è sovranista la Germania.
Infatti apprendiamo che:
LA CORTE COSTITUZIONALE TEDESCA GIUDICHERA’ IL “QE” DI DRAGHI
La Corte Costituzionale tedesca di Karlsruhe terrà una serie di sedute – a fine luglio prossimo – per valutare la legittimità del QEeffettuato dalla BCE di Mario Draghi a partire dal 2015, terminato nel 2018, e che ha portato all’acquisto di 2,7 miliardi di euro in titoli pubblici e privati. Queste sedute si terranno il 30 ed il 31 luglio 2019.
Scenari Economici, che dà la notizia, come Varoufakis ricorda la causa che Weidmann – non da privato, ma in quanto presidente della Banca centrale tedesca e come tale membro del consiglio BCE – intentò nel 2013 contro Mario Draghi per l’eccesso di “stampa” che Draghi attuò per salvare l’euro e le banche (non certo noi). Giunse a testimoniare contro Draghi presso la Corte…
“Recentemente il governatore della BuBa si è scusato con Draghi ed ha affermato di aver cambiato idea sulla materia, dichiarazione fatta anche in vista del prossimo rinnovo delle cariche dell’istituto centrale”.
Diversi intelligenti twitterologhi anti-euro si rallegrano che Weidmann salga alla poltrona di Draghi: vedrai, dicono, che ci caccerà dall’euro, ci segregherà dal Target 2, e così saremo obbligati a tornare alla lira, riguadagneremo competitività e sovranità -
Giova sperare. Ma non vorrei sottovalutassimo che i tedeschi sono preparati minuziosamente a quel momento, di cui noi ci limitiamo a chiacchierare e a litigare. Hanno pensato sicuramente a tutto, mentre noi non ci siamo preparati in niente. Fra le cose che avranno pensato, c’è sicuramente come recuperare il più possibile dei 500 miliardi che secondo loro gli dobbiamo.
Quando lo faranno, sarà di colpo. Di sorpresa. Stupirà i nostri pro-euro italioti, che hanno sbagliato nemico (credevano fosse Borghi, e invece era Weidmann). Ma secondo me saranno stupefatti anche gli anti-euro nostrani, che non hanno pensato al dopo, che mostrano in tv i loro mini-Bot finti, mentre i tedeschi hanno già preparato tutto.
Sarà una sorpresa tipo quella dell’8 Settembre. Quando Badoglio scappando informò l’esercito italiano che aveva cambiato alleati. Gli ufficiali italiani non s’erano preparati. I tedeschi sì, e come bene. Un’ora dopo il discorso di Badoglio, già rastrellavano e disarmavano i nostri soldatini inermi per deportarli in massa.
Da cui l’immortale battuta del capitano Alberto Sordi al telefono col suo comando: “Colonné, i tedeschi se so’ alleati co’ li americani!”.
Sarà di nuovo così, vedrete.
Fonte: qui
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