L'INCHIESTA DI 'BLOOMBERG': UN’OPERAZIONE DI INGEGNERIA FINANZIARIA MESSA IN PIEDI DA DEUTSCHE BANK CHE PERMISE ALL’EPOCA DI CAMUFFARE UN BUCO DI SIENA DA 367 MILIONI
LA BANCA TEDESCA HA PAGATO 7,2 MILIARDI DI MULTA AGLI USA PER I MUTUI SUBPRIME
Flavia Provenzani per Forexinfo.it
La vera storia di come la Deutsche Bank, con Michele Faissola come protagonista principale, abbia fatto sparire 367 milioni di euro di buco dai bilanci di Monte dei Paschi di Siena. Forexinfo.it riporta l’inchiesta e i contenuti esclusivi apparsi oggi sul portale Bloomberg Business Week che svela dettagli non ancora trapelati fino ad oggi.
IL PIANO DI FAISSOLA PER AIUTARE MPS, CLIENTE DI DEUTSCHE BANK
Ad inizio dicembre 2008, la maggior parte delle banche del mondo erano ancora in pieno panico da crisi finanziaria. La Lehman Brothers era crollata. La Merrill Lynch era stata venduta. Citigroup ed altri istituti finanziari avevano richiesto dei salvataggi da miliardi di dollari per sopravvivere. Ma non tutte le banche erano in caduta libera. Nel pomeriggio del primo dicembre di quell’anno, presso la sede di Londra di Deutsche Bank, un gruppo di banchieri dell’apparentemente solida potenza tedesca da 2 trilioni di euro si riunisce per prendere in considerazione una proposta di Michele Faissola.
Rampollo di una famiglia di banchieri italiani, Faissola era a capo dell’unità global rates della Deutsche, divisione che crea e vende strumenti finanziari legati ai tassi di interesse. Aveva studiato i problemi di uno dei clienti della Deutsche, l’italiana Monte dei Paschi di Siena, che, con la crisi che imperversava, era in rosso di €367 milioni su un singolo investimento. Perdere tutti quei soldi era un male, ma dover includere nel rapporto pubblico di fine anno della banca, come previsto dalla legge italiana, era molto peggio.
Monte dei Paschi è la banca più antica del mondo, operativo dal 1472, non molto tempo dopo l’invenzione della stampa, quando la Morte Nera era ancora un ricordo vivente. Se gli investitori avessero scoperto l’entità delle perdite di MPS con la crisi del credito del 2008, le conseguenze sarebbero state gravi e imprevedibili: un sell off sulla banca, un cambio di gestione o peggio.
LA SOLUZIONE “MIRACOLOSA” DELLA DEUSCHE BANK PER MPS
Nel corso della riunione della Deutsche, il team di Faissola dice di aver messo a punto una soluzione miracolosa: un nuovo trade che avrebbe fatto scomparire la perdita di MPS. I banchieri riuniti nella stanza avevano già visto qualche gioco di prestigio finanziario prima di quel momento, ma la manovra che lo staff di Faissola stava proponendo era a dir poco audace. Faissola descrive un trade semplice e in due parti. Per la metà della transazione, MPS si sarebbe mantenuta sul terreno sicuro, facendo soldi scommettendo con la Deutsche Bank e utilizzando le vincite per estinguere le sue perdite da trading del 2008.
Naturalmente, la Deutsche non dà via i soldi gratis: così, per la seconda metà della transazione, la banca italiana avrebbe dovuto scommettere su un qualcosa su cui fosse sicuro perdere. Ma, mentre la prima operazione sarebbe stata immediata, la seconda si sarebbe svolta lentamente, nel corso di molti anni. Non ci sarebbe stato più alcun bisogno di riportare quei 367 milioni di euro di buco. Ad ascoltare quella proposta di salvataggio di MPS quel giorno era la commissione per la valutazione del rischio dei mercati globali della Deutsche, un gruppo di alto livello che esamina le transazioni considerando le implicazioni a livello legale, normativo e reputazionale.
Per almeno un membro della commissione, le possibilità palesata da Faissola sembrava meravigliosa. «È fantastico», commenta Jeremy Bailey, presidente europeo del sistema bancario globale della Deutsche, secondo fonti interne. «Ci si può assicurare un profitto e diffondere le perdite nel corso del tempo? Dobbiamo farlo per Deutsche Bank». Ivor Dunbar, il presidente della riunione, frenò l’entusiasmo di Bailey. «Non stiamo discutendo del [nostro] bilancio qui». (Bailey, attraverso un portavoce, nega di aver fatto queste osservazioni).
Nonostante alcune opposizioni, alla fine della riunione durata 90 minuti Faissola ottiene il via libera a procedere al progetto su Monte Paschi, mettendo in moto uno scandalo che ha portato scaturito in un processo penale attualmente in corso a Milano. Il giudice accusa la Deutsche Bank e cinque ex dirigenti, tra cui Faissola e Dunbar, di aver aiutato MPS a falsificare i conti del 2008. Nessuno dei top manager della Deutsche al momento è stato accusato di illecito. Faissola ha rifiutato di commentare la ricostruzione della vicenda pubblicata da Bloomberg, così come la stessa MPS e la Deutshe.
DEUTSCHE BANK: LA SITUAZIONE 8 ANNI DOPO
Otto anni dopo la crisi finanziaria, la posta in gioco non potrebbe essere più alta. La Deutsche è la banca più grande banca della Germania, il che la rendere la banca più importante in Europa, e il processo sul Monte Paschi è un promemoria della qualità delle sue operazioni, che l’ha portata ad avere un capitale appena sufficiente per soddisfare gli standard di settore.
Al momento la Deutsche sta affrontando anche le indagini per stabilire se effettivamente ha aiutato dei clienti a riciclare miliardi e miliardi dalla Russia. Questo mese la banca ha accettato di pagare 7,2 miliardi di dollari per risolvere l’accusa degli Stati Uniti per avere venduto mutui subprime, ammettendo così di aver fuorviato gli investitori. La Deutsche ha pagato più di $9 miliardi tra varie multe e conguagli per evasione fiscale, con violazioni in Iran, Libia, Siria, Myanmar e Sudan, considerando a parte la questione Libor.
L’affare tra Monte Paschi e Deutsche Bank è un caso esemplare di come la Deutsche si approcciasse ai derivati e ad una contabilità discutibile, e la lentezza delle operazioni tra le autorità di regolamentazione hanno talmente assottigliato la fiducia del mercato che ad oggi nessuno sa con esattezza quanto il gigante tedesco sia sull’orlo del precipizio.
CASO DEUTSCHE-MPS: DETTAGLI ESCLUSIVI DAL REPORT DELLA BAFIN
Ciò che è accaduto ai tempi di quella riunione di dicembre 2008 a Londra è la chiave dell’accusa alla banca italiana. L’autorità di regolamentazione finanziaria tedesca, nota come BaFin, ha cercato di andare a fondo alla questione avviando un’indagine indipendente nel gennaio 2014.
Il report che segue non è mai stato reso pubblico, ma Bloomberg Businessweek ha ottenuto una copia che mostra la BaFin chiedere a Faissola cosa è successo quel pomeriggio a Londra. Anche altri partecipanti all’affare hanno riportato dettagli e dialoghi, dice il report, ma Faissola ha mostrato la presenza di un vuoto all’interno dell’evento che ha contribuito a creare. Broeksmit, l’unico che veramente si era opposto all’affare, non è stato intervistato: il 26 gennaio 2014, il giorno prima dell’inizio dell’indagine, il suo corpo è stato trovato nella sua casa di Londra pendere da un guinzaglio da cane.
La BaFin ha interrogato Faissola il 28 agosto 2014. L’uomo ha riferito di non riuscire a ricordare i dettagli del periodo in cui venne chiuso l’affare Santorini. Faissola non ricorda neanche di aver detto agli avvocati della Deutsche nel 2012 che l’operazione avrebbe imbellettato i dati finanziari di Monte Paschi, come riferito invece da un’altra fonte.
Faissola ha spostato la colpa su Mps e difeso il suo ruolo. "Nessuno avrebbe potuto prevedere che il top management di una banca europea superiore, completamente regolamentata, con consulenti credibili e revisori dei conti, avesse presumibilmente dei ’criminali’ sul tavolo", ha detto ai revisori della BaFin. Faissola ha lasciato la Deutsche Bank nel 2015.
Il 1° ottobre 2016, un giudice di Milano ha emesso un atto d’accusa nella vicenda Santorini. Il processo, che ha avuto inizio con una prima udienza nel mese di dicembre, si prevede continui per tutto il 2017. I dubbi sulla salute finanziaria della Deutsche Bank sono diminuiti, ma il titolo è ancora in calo dell’80 per cento rispetto ai massimi del 2007 e con il peso delle spese legali, la gestione non può escludere la necessità di raccogliere nuovo capitale.
COME NASCE AL RELAZIONE TRA DEUSCHE BANK E MPS
Dopo scandali e lutti, la Deutsche aveva bisogno di rinnovarsi, e Faissola rappresentava la nuova generazione su cui puntare nell’investment banking. Nato nel 1968 a Sanremo, suo zio è stato presidente dell’associazione bancaria italiana. Durante il periodo passato alla divisione tassi globali della Deutsche a Londra, Faissola ha costruito la sua fortuna, a volte guadagnando decine di milioni di sterline l’anno. Richiamava la gelosia dei suoi colleghi inglesi perché, come straniero, poteva evitare legalmente di pagare la tassa sui bonus.
Nei primi anni 2000, i banchieri della Deutsche inseguivano nuove fonti di ricchezza in tutto il mondo, gettandosi in aree inesplorate. A partire dal 2005, i trader della Deutsche in Europa, Nord America e Asia hanno manipolato i tassi di interesse di riferimento per beneficiare delle proprie scommesse sui derivati, accusati lo scorso anno dal tribunale federale di New York City. I trader sui derivati più bravi alla Deutsche hanno guadagnato bonus di quasi 90 milioni di sterline solo nel 2008. Anche i banchieri della Deutsche hanno visto aumentare i loro bonus grazie alla creazione e alla vendita dei titoli legati ad ipoteca che sono stati venduti ai clienti come investimenti di alta qualità, ma che in realtà si facevano carico di mutui su immobili destinati a non essere pagati. Per i clienti, la Deutsche Bank era diventata la banca a cui rivolgersi quando si voleva rischio e complessità.
Nel maggio 2002, Monte dei Paschi ha chiesto alla Deutsche Bank di venderle qualcosa di complesso. MPS si era recentemente quotata alla Borsa Italiana ed era sotto pressione affinché crescesse. Era proprietaria di parte di un’altra banca conosciuta oggi come Intesa Sanpaolo e voleva convertire po’ di quella quota in denaro per delle acquisizioni, pur continuano a beneficiare dell’aumento di valore delle quote di banca Intesa.
Era esattamente il tipo di prodotto finanziario su misura con cui la Deutsche stava diventando ricca. Così, le due banche hanno creato una joint venture denominata Santorini Investments - praticamente una scommessa su derivati sotto forma di società. L’investimento avrebbe tratto profitto se le azioni Intesa fossero salite e avrebbe perso valore se fossero scese. Poco dopo Monte Paschi sarebbe diventata socio unico.
Lo switch ha fatto sì che nel 2008, quando i titoli bancari crollavano a causa della crisi finanziaria mondiale, MPS si prendesse tutte le perdite, che saliranno da €180 milioni all’inizio di ottobre fino a oltre 300 milioni di nelle settimane successive. Le azioni proprie di MPS erano a circa la metà del loro valore dall’inizio dell’anno. Se Monte Paschi avesse incluso la perdita della Santorini Investment nel suo report annuale, le conseguenze sarebbero state disastrose. La Banca d’Italia avrebbe potuto in consegna la sua amministrazione o forzare un piano di salvataggio che avrebbe strappato il controllo della banca ai suoi proprietari.
Mentre le perdite crescevano, i dirigenti della Deutsche sapevano che il tempo stava per scadere per MPS e bisognava trovare una soluzione. Ed è così che arriva un secondo accordo in aiuto alla banca toscana, che fosse anche una nuova fonte di commissioni per il team di Faissola. Il 3 novembre la Deutsche presenta a MPS un trade dal profitto e dalla perdita sicura a cavallo con il nuovo anno. Ogni polo della scommessa, semplicemente, puntava su un indice che era l’esatto inverso dell’altro. In sostanza, la posizione aveva poco di economico e speculativo, ma era una soluzione contabile.
Le autorità sono molto attente a queste pratiche, e c’è voluto quasi un mese alla Deutsche per alterare l’accordo in modo che contenesse una piccola quantità di rischio effettivo. I banchieri ci sono riusciti mixando due trigger legati ai tassi di interesse - prezzi erano da calcolare in base ad una formula che avrebbe determinato quanti soldi i partecipanti al trade dovevano pagare o ricevere gli uni gli altri.
Ma questo creava una lieve possibilità che Monte Paschi potesse vincere a entrambi i lati della scommessa. Per attenuare questo potenziale di perdita per la Deutsche - fino a 500 milioni di euro - la banca tedesca ha aggiunto un terzo trigger. Come sottostante ai complessi diagrammi dei tassi, dei pagamenti, e dai trigger si trovava la risorsa su cui le transazioni dovevano essere basate: circa 2 miliardi di euro in titoli di Stato italiani.
Per dimostrare “l’innocenza” della transazione, MPS avrebbe dovuto comprare i bond e consegnarli alla Deutsche come garanzia. La Deutsche, per difendere la propria contabilità, li avrebbe venduti per raccogliere capitale liquido che sarebbe stata dato di nuovo a Monte Paschi per pagare la perdita di Santorini. E MPS avrebbe riacquistato le obbligazioni da una terza banca che, a sua volta, le aveva acquistate dalla Deutsche.
L’accordo ha permesso a MPS di guadagnare immediatamente €364,1 milioni di euro, neutralizzando la perdita sui derivati di Intesa. La Deutsche è stata ricompensata con circa 60 milioni di euro in commissione secondo i documenti analizzati da Bloomberg Businessweek.
Deutsche ha beneficiato anche del modo in cui ha riportato sui suoi bilanci le transazioni in oggetto. La banca decise che tutte le manovre che si auto-annullano non avevano bisogno di apparire sul bilancio. La Deutsche Bank ha iniziato ad applicare questa pratica per le operazioni in tutto il mondo, per un totale di oltre 10 miliardi di dollari che non sono mai passati per i suoi contabili, rendendo la banca d’apparenza più piccola e meno rischiosa di quanto in realtà fosse.
Ma poi un anonimo ha contattato le autorità italiane e la Federal Reserve degli Stati Uniti raccontando della Santorini, e sono iniziate le indagini nel 2011. Contemporaneamente, il caso Santorini esplodeva in Italia come scandalo nazionale. Nel gennaio 2013, Bloomberg News riportò che i dirigenti Paschi avevano usato l’accordo per oscurare impropriamente le perdite causando l’avvio di indagini penali e un crollo delle azioni della banca che, a febbraio 2013, portarono alla necessità di un piano di salvataggio del governo da 4,07 miliardi di euro.
Tra i legati alla vicenda c’era David Rossi, a capo delle comunicazioni di Monte Paschi. Verso le 21:00 del 6 marzo, un impiegato della banca nota l’assenza di Rossi dal suo ufficio al quarto piano. Una finestra era stata lasciata aperta. Le autorità trovarono il corpo di Rossi nel cortile sottostante. 51 anni, non era propriamente oggetto di richiesta di informazioni, ma la sua casa era stata perquisita due settimane prima dalla polizia. La sua morte è stata in un primo momento definita come suicidio, ma in seguito è stata aperta l’inchiesta sulla base di alcune prove presentate dalla moglie.
Fonte: qui
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