Anziché la bugia dell’anno, il 2016 è stato l’anno della bugia. Non si contano, infatti, la quantità di bugie, falsità, ipocrisie che sono riusciti a somministrarci quest’anno. Ci hanno riempiti quotidianamente di dati, indicatori, numeri sulla crescita, sul benessere, che non abbiamo né visti né sentiti. Ci hanno garantito la tutela e il ristoro del risparmio truffaldinamente sottratto dalla mala gestione delle banche e chiudiamo il 2016 con un decreto di salvataggio sul Monte dei Paschi di Siena per venti miliardi, che sarà altro debito sulle nostre spalle. Soldi che oltretutto non basteranno perché la dimensione del buco contabile del colosso senese è talmente oceanica da essere sconosciuta, come sono sconosciuti i misteri che avvolgono la storia dell’istituto toscano, ma che comunque in primis servono a salvare i parassiti finanziari e i grandi Usurai.
Ci hanno bombardato sull’utilità e sulla necessità dell’accoglienza e ci ritroviamo invasi da una massa di clandestini che nessuno è in grado di identificare e di gestire. Extracomunitari che sbarcano a fiumi dalle navi militari, che utilizziamo per andare a prenderli e salvarli e che poi, nella più parte, si sparpagliamo nel Paese per fare danni, malaffare, violenze, furti e lavoro nero. Parliamo di centinaia di migliaia di persone, per lo più islamiche, di cui nulla sappiamo e nulla possiamo sapere, tanto è vero che gli stessi paesi dai quali dichiarano di provenire nella quasi totalità dei casi li disconoscono. Eppure ci hanno fatto credere che sono una risorsa, una provvidenza, una garanzia per il welfare e per le nostre pensioni, come se senza di loro saremmo perduti. Tanto l’hanno detto e sbandierato da convincere specialmente gli immigrati che, appena sbarcano, protestano, alzano la voce, pretendono e battono cassa come fossero padroni dell’Italia. Hanno negato con sdegno ogni collegamento fra sbarchi e terrorismo, insultando chiunque li ammonisse dal continuare con la scellerata politica dell’accoglienza, eppure oggi si accorgono che un legame fra le cose c’è eccome.
Andrebbero aiutati a casa loro e non derubati delle loro risorse e sciacallati in ogni modo dalle multinazionali(che sono alla ricerca del profitto senza alcun limite).
Andrebbero aiutati a casa loro e non derubati delle loro risorse e sciacallati in ogni modo dalle multinazionali(che sono alla ricerca del profitto senza alcun limite).
Ci hanno giurato un rimedio equo alle follie della Legge Fornero e hanno scodellato la vergogna dell’Ape (Anticipo pensionistico), fatta apposta perché non cambi nulla. Ci hanno dato la parola sulla revisione della spesa, ma le pensioni d’oro, i vitalizi, i super stipendi di Stato e i compensi da sceicco dei manager pubblici continuano a crescere e restare. Hanno sbagliato, mentito e disatteso così tanto da farsi bocciare tutto, dall’Europa, dalla Corte costituzionale e dagli italiani sul referendum.
Eppure stanno lì, hanno cambiato Matteo Renzi con il suo gemello in sedicesimi, ma tutti gli altri nonostante le promesse sono rimasti incollati alle poltrone, come se il quattro dicembre avessero vinto loro. Hanno cacciato solo la Giannini per mettere al suo posto una ministra, la Fedeli, che ha dichiarato una laurea fasulla pur di diventare capo della Pubblica istruzione, roba da matti. Insomma, in un anno sono riusciti a dire tante balle e bugie da inzeppare tutti i trecentosessantacinque giorni, come un barattolo di sardine.
Chiudiamo il 2016 con più debito, più clandestini, più povertà, più ingiustizia, più giovani disoccupati, un fallimento che spacciano per successo. Chiudiamo l’anno con la gente avvelenata dai disservizi, dall’insicurezza, dagli scandali e dal menefreghismo sull’esito del voto referendario, con le tasse alle stelle e con i salvataggi degli speculatori finanziari e degli Usurai, uno vero schifo insomma.
Chiudiamo così, con questo bilancio, con questo Governo, con questa maggioranza, chiudiamo con la matita in mano perché prima o poi torneremo a votare.
Elide Rossi e Alfredo Mosca
Fonte: qui
Chiudiamo così, con questo bilancio, con questo Governo, con questa maggioranza, chiudiamo con la matita in mano perché prima o poi torneremo a votare.
Elide Rossi e Alfredo Mosca
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