Andrea Bassi per “il Messaggero”
Il clima è teso. Tesissimo. Roberto Gualtieri arriva in Parlamento, in Commissione bilancio per la sua audizione sul decreto Rilancio. Ma quasi non riesce a parlare. Viene interrotto di continuo dai deputati della Lega. Il presidente della Commissione Claudio Borghi è costretto a sospendere per tre volte la seduta a espellere diversi deputati. Eppure Gualtieri qualcosa ha provato a dirla. L'economia italiana non è ripartita come il governo si aspettava e quindi quel -8% di Pil previsto solo ad aprile nel Documento di economia e finanza sarà a breve rivosto al ribasso.
Ma non fino al -12,4% indicato ieri dal Fondo monetario internazionale, una previsione ritenuta dal Tesoro troppo cupa. Più probabilmente si finirà tra il -8,5 e il -9% preventivato da Istat e Banca d'Italia. Non c'è nulla da festeggiare, la caduta comunque è rovinosa. Ma almeno, dice Gualtieri, i 75 miliardi di maggior deficit già approvati dal Parlamento e tradotti nei decreti Cura Italia, Liquidità e Rilancio, qualche effetto lo avranno, ammorbidiranno questa caduta almeno dello 0,6%.
Ovviamente non basta. Così il ministro conferma quello che è noto ormai da giorni. Il governo chiederà al Parlamento un nuovo scostamento di Bilancio e entro la metà di luglio varerà un nuovo decreto economico. Di quanto sarà lo scostamento? Gualtieri non lo dice, ma enuncia uno per uno i capitoli sui quali i soldi (forse 10-15 miliardi) saranno impiegati. E il taglio dell'Iva, proposto solo due giorni fa dal ridicolo presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non c'è.
ROBERTO GUALTIERI CLAUDIO BORGHI
I PUNTI CRUCIALI
Al primo punto, spiega il ministro, ci sarà una nuova iniezione di liquidità nelle casse dei Comuni e delle Regioni. Già il governo ha stanziato 3,5 miliardi. Ne arriveranno almeno altrettanti. Verrà rinviata anche la scadenza per approvare i bilanci degli enti locali, che slitterà fino al 15 settembre. Il secondo capitolo riguarderà, ha spiegato Gualtieri, un capitolo su cui sono state impegnate rilevanti risorse. Il ministro ha spiegato che questo intervento proseguirà, anche se sarà «rimodulato» per favorire «la ripresa dell'attività produttiva».
PASQUALE TRIDICO NUNZIA CATALFO
La Cig è un tasto delicato. Gualtieri ha ammesso che il meccanismo «non ha funzionato». Ieri Conte ha chiamato a Palazzo Chigi il presidente dell'Inps Pasquale Tridico per chiedere chiarezza su come i pagamenti sono stati gestiti e cos'è andato storto. Conte si è detto «insoddisfatto» dei dati sulla Cassa e ha chiesto a Tridico di «vigilare» di più. Una tirata d'orecchi al padre del Reddito di cittadinanza, fortemente voluto alla presidenza dell'Inps da Luigi Di Maio e dal ministro del Lavoro Nunzia Catalfo. Conte ha chiesto a Tridico di valutare una sua idea, ossia di attribuire una defiscalizzazione del costo del lavoro alle imprese che rinunciano alla Cig. Una proposta che si sovrappone con quelle allo studio del Tesoro e che prevedono una decontribuzione per le nuove assunzioni.
Tra i capitoli elencati da Gualtieri che entreranno nel decreto di luglio ce n'è un altro importante. E nuovo. Il governo aveva spostato fino al 30 settembre il pagamento delle tasse per le imprese colpite dal lockdown. Il decreto Rilancio prevede che le tasse congelate a marzo, aprile e maggio, possano essere versate in 4 rate entro dicembre. Gualtieri ha detto che la rateizzazione sarà allungata oltre il 2020 in modo da dare più respiro alle imprese stesse.
Il quarto capitolo che entrerà nel provvedimento, sarà un rifinanziamento del Fondo centrale di garanzia. Anche qui, dopo una partenza al rallentatore dei prestiti alle imprese garantiti dallo Stato, il meccanismo ha iniziato a marciare. Il punto, però, è che i soldi che il Fondo centrale di garanzia ha a disposizione stanno per terminare. Se finiscono il meccanismo si incepperà di nuovo e i prestiti fino a 30 mila euro rischiano di bloccarsi. Il governo dunque, metterà a disposizione del Fondo nuove consistenti risorse.
Gualtieri, poi, apre alle richieste del Parlamento di intervenire sui settori più colpiti dalla crisi, come l'automotive e il turismo. Per estendere gli incentivi agli acquisti anche alle Euro 6, servono altri 400 milioni di euro. Gualtieri ha lasciato intendere che il governo non si tirerà indietro se arriverà una richiesta in tal senso. Stesso discorso per il turismo. Così come Tesoro e Palazzo Chigi sosterranno i rafforzamenti che il Parlamento ha intenzione di apportare alle norme sull'ecobonus al 110%. Si tratta, ha spiegato Gualtieri, di un intervento importante.
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