giovedì 7 maggio 2020

UNA MAGGIORANZA NEL CAOS TENUTA INSIEME DALLA MINACCIA DEL TRACOLLO ECONOMICO

TALE È LA TENSIONE CHE GUALTIERI L'HA SCARICATA SU FASSINA (LEU): "È INUTILE CHE MI CHIEDETE SOLDI PER LE VOSTRE MARCHETTE IN PARLAMENTO" 

POI L'IRA BELLUINA DEI GRILLINI, STANCHI DELLE "MANOVRE DI GIUSEPPI CHE PENSA DI USARE IL MOVIMENTO COME UN TAXI" PER FARE UN SUO PARTITO - INFINE NEL PD SANNO CHE APPENA L'EUROPA SI ACCORGE CHE I SOLDI SERVONO PER INTERVENTI A PIOGGIA, CHIUDERÀ I RUBINETTI (ALTRO CHE MES) 

E PER SALVARE BONAFEDE DA UNA MOZIONE DI SFIDUCIA SALVINIANA SI RIPESCANO I PURE ''RESPONSABILI''...

Francesco Verderami per il “Corriere della Sera

Non esiste l' ipotesi che Conte possa essere messo in crisi da giochi di Palazzo.
Semmai il Palazzo sa che a breve sarà investito dalla crisi di sistema, e come rivela un esponente del governo «c'è già la comune consapevolezza» che l' onda d' urto dell' emergenza economica e sociale imporrà ai partiti di maggioranza e opposizione di «accantonare il tatticismo».

Nel frattempo la politica esce dal lockdown riproponendo gli stessi vecchi riti, la stessa logorante guerra di posizionamento che ha preceduto la pandemia.

Così attorno al decreto di aprile, che non verrà varato nemmeno nella prima settimana di maggio, si consuma un duro braccio di ferro tra l' ala «produttivista» e l' ala «assistenzialista» del governo: due fronti trasversali che non riescono a trovare un compromesso sull' impostazione da adottare per ogni singolo capitolo di spesa.

E più Gualtieri si sente circondato più si arrocca, irritato anche dalle iniziative dei suoi compagni di partito, dalle loro «note» sulle esigenze del mondo delle imprese che minacciano di tradursi in emendamenti. Tale è la tensione, che il ministro dell' Economia l' ha scaricata sul rappresentante di Leu, Fassina, nell' ultima riunione di maggioranza: «È inutile che mi chiedete soldi per le vostre marchette in Parlamento».

In questo caos, appare come una variabile marginale la sentenza della Corte costituzionale tedesca, che potrebbe inficiare lo scudo della Bce dietro cui si protegge per ora l' Italia.

Il punto - come racconta un autorevole esponente del Pd - «è che nei provvedimenti del governo non si scorge una strategia economica. E appena l' Europa capirà che i soldi ci servono per interventi a pioggia, quei soldi non ce li darà». Altro che Mes.

Peraltro ieri in Parlamento l' attenzione era concentrata sui possibili riflessi politici del surreale scontro in punta di diritto tra Bonafede e Di Matteo. Che ha costretto uomini del governo a chiedere aiuto ai Responsabili: nel caso in cui Salvini presentasse una mozione di sfiducia contro il Guardasigilli al Senato, infatti, potrebbero diventare determinanti se Italia Viva non ottenesse garanzie in tema di giustizia e decidesse di svincolarsi dalle logiche di maggioranza.

Ecco quali sono le priorità.
La tempesta si avvicina, il sindaco pd di Firenze Nardella denuncia che «finora gli unici soldi erogati dal governo sono stati solo i 400 milioni dati ai comuni per i buoni spesa», ma intanto il problema di Conte è controllare le mosse di Franceschini.

Al quale, guarda caso, giorni fa è stato recapitato un messaggio attraverso alcune senatrici grilline, che hanno presentato un' interrogazione al ministro della Cultura «affinché chiarisca le sorti dei marmi di Torlonia».
 
E conoscendo i vecchi codici della prima Repubblica, ieri Franceschini ha atteso proprio un' audizione al Senato per dire che non anticiperà le norme a sostegno del suo settore, «perché non mi piace la tecnica di annunciare le proposte come fossero già delle misure. Magari cambiano e si provoca delusione».

La risposta sarà arrivata al destinatario. Ché poi anche Conte è sotto osservazione: alla Stampa che gli chiedeva se fonderà un partito, il premier ha risposto che «adesso il mio futuro non conta».
 La non smentita ha scatenato l' ira belluina dei grillini, stanchi (testuale) delle «manovre di Giuseppi che pensa di usare il Movimento come un taxi. Ma è solo una questione di tempo».

Giusto il tempo perché la difesa a spada tratta di Conte da parte del Pd si infranga «sul principio di realtà e sull' assunzione di responsabilità davanti al Paese». Per allora, come a palazzo Chigi temono, tra quanti sosterranno questa posizione ci sarà anche il ministro degli Esteri.
 
È vero che ogni tanto Zingaretti, stanco dei suoi capigruppo e di Renzi, minaccia che «se continua così è meglio votare in autunno». Ma nessuno si preoccupa di una pistola scarica, e in fondo è anche per proteggere le istituzioni che il leader del Pd si costringe al ruolo. Certo non può affermare oggi ciò che già dice Berlusconi: «Passata l' emergenza servirà un governo più adeguato». Perché il problema non sono le manovre di Palazzo. È che il Palazzo non può cadere.

Fonte: qui

SIAMO COL MES ALLA GOLA 
QUANDO I GIUDICI TEDESCHI SI CHIEDONO SE SIA GIUSTO ACQUISTARE OLTRE IL 33% DI TITOLI DI UNO STATO, COME L'ITALIA, CHE PARTECIPA AL 15% DEL CAPITALE DELLA BCE, DOVREBBERO ANCHE CONSIDERARE CHE L’ALTRA METÀ DEI 20 MILIARDI MENSILI SERVONO DI FATTO A COMPRARE TITOLI FRANCESI E SPAGNOLI 
L'ITALIA SENZA BCE RISCHIA DI NON REGGERE L'ASSALTO DELLA SPECULAZIONE. PER QUESTO CHE CONTE E GUALTIERI SPINGONO CON FORZA, SOSTENUTI DA MACRON E SANCHEZ, SUL RECOVERY FUND IN TEMPI RAPIDISSIMI
Marco Conti per “il Messaggero”

La botta è pesante, anche se nel governo si tende a minimizzare sostenendo che la Bce è indipendente, e che comunque la sentenza della Corte Costituzionale tedesca non riguarda in alcun modo le misure di politica monetaria assunte di recente dalla Bce per far fronte all'emergenza Covid.

IL RISCHIO
Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri lo ha spiegato anche a Giuseppe Conte, ma non è bastato a moderare la preoccupazione del presidente del Consiglio, già alle prese con la difficile composizione del nuovo decreto, perchè è forte ora il rischio che altri ricorsi blocchino il Pepp.

Nel solo mese di aprile la Bce ha acquistato quasi undici miliardi di titoli pubblici italiani. Dei venti miliardi mensili previsti dal Pepp (Pandemic Emergency Purchase Programme), la metà servono di fatto all'Italia e l'altra si distribuisce su titoli francesi e spagnoli mentre per la Germania si tratta di briciole.
CONTE MERKEL SANCHEZ MACRONCONTE MERKEL SANCHEZ MACRON

Il problema è che i giudici tedeschi pongono un problema di proporzionalità e di fatto si chiedono se sia giusto acquistare oltre il 33% di titoli di uno stato, come l'Italia, che partecipa al 15% del capitale della Bce. Il principio della proporzionalità rischia quindi di porre un possibile limite agli acquisti.

Un principio che si scontra con il «whatever it takes» di Mario Draghi e che soprattutto ripropone il tema sui limiti che paesi forti come la Germania possono porre alle istituzioni europee arrivando anche a mettere in dubbio la legittimità della Corte di Giustizia Europea - come spesso fanno a Varsavia e Budapest - che più volte si è espressa a favore del QE.
angela merkel ursula von der leyenANGELA MERKEL URSULA VON DER LEYEN

Con un debito pubblico che sfiora il 170% sul pil, una caduta di quest'ultimo dell'8% e lo spread che ieri ha toccato i 250 punti, l'Italia senza l'ombrello della Bce rischia di non reggere l'assalto della speculazione. La sentenza «potrebbe mettere in discussione anche l'intervento della Bce a sostegno dei titoli di stato italiani» avverte preoccupato Silvio Berlusconi.

Già, perchè l'Eurotower senza la Bundesbank avrebbe una potenza di fuoco ben più ridotta e all'Italia potrebbe restare solo un unico meccanismo a cui aggrapparsi, qualora la Bce dovesse essere costretta anche a rivedere il suo pacchetto titoli: il Mes.

La trattativa per depurare delle condizionalità il meccanismo europeo di stabilità non si è ancora conclusa, il regolamento non è ancora stato messo nero su bianco e la riunione di venerdì non sarà certo conclusiva.

La pronuncia della corte tedesca rischia ora di complicare la definizione del meccanismo già adottato ai tempi della crisi greca, e soprattutto aumenta i sospetti di coloro che ritengono il Mes una sorta di trappola.

Gualtieri ConteGUALTIERI CONTE
E' anche per questo che Conte e Gualtieri spingono con forza, sostenuti dai colleghi francesi e spagnoli, sulla messa in funzione in tempi rapidissimi del Recovery fund che sulla carta è un fondo presso la Commissione europea, in grado di finanziare attraverso l'emissione di bond i piani di ricostruzione, liberando la Bce da un peso che ogni settimana si fa sempre più gravoso.
 
I TEMPI
Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri anche ieri ha sostenuto che occorre un Recovery fund «disponibile già nel 2020 e finanziato con risorse comuni europee attraverso l'emissione di titoli comuni».
Tra un paio di settimane Bruxelles dovrebbe mettere a punto una proposta, anche se non sarà facile mettere d'accordo le diverse impostazioni. Occorre infatti trovare un equilibrio tra chi vuole prestiti, chi sovvenzioni più o meno a fondo perduto, chi vuole tagliare il bilancio Ue e chi lo vuole aumentare, chi lo vuole subito e chi assieme al prossimo quadro finanziario 2021-2027.
 
In Germania la sentenza dei togati di Karlsruhe regala una vittoria a Bernd Lucke, l'economista tedesco che fondò il partito di Alternative fuer Deutschland e che è tra i promotori del ricorso, e mette in difficoltà il ministro socialista delle Finanze tedesco Olaf Scholz accusato dalla corte, insieme alla Merkel, di non aver controllato le emissioni della Bce.

In Italia tutto ciò genera un'incertezza che, sommata a quella derivante dalle conseguenze del virus sull'economia, rischia di destabilizzare ancor più i nostri già precari equilibri di finanza pubblica.
Fonte: qui

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