L'ALLARME DELLA CARITAS: RADDOPPIANO I NUOVI POVERI E I LORO BISOGNI
CRESCE LA RICHIESTA DI BENI DI PRIMA NECESSITÀ, CIBO, VIVERI E PASTI A DOMICILIO, EMPORI SOLIDALI, MENSE, VESTIARIO, MA ANCHE LA DOMANDA DI AIUTI ECONOMICI PER IL PAGAMENTO DELLE BOLLETTE, DEGLI AFFITTI E DELLE SPESE PER LA GESTIONE DELLA CASA. TRA GLI OPERATORI DELLA CARITAS 10 MORTI E 42 CONTAGIATI…
NUOVE POVERTÀ
Il doppio delle persone in difficoltà si rivolge per la prima volta ai centri della Caritas Italiana rispetto al periodo pre-emergenza. Chiedono aiuto, ascolto, cibo, indicazioni per le mense, soldi per pagare le bollette l'affitto, chiedono indicazioni per le partiche di sostegno e per trovare lavoro. Ma accanto a questi numeri inquietanti c'è anche il dato, positivo, che aumentano i volontari under 34 anni.
Sono alcuni dei dati dell'indagine, svolta attraverso un questionario destinato ai direttori/responsabili Caritas, con cui l'organizzazione pastorale della Cei (Conferenza episcopale italiana) ha cercato di tracciare il cambiamento nei bisogni dei nuovi poveri, le loro fragilità e le richieste intercettate nei Centri di ascolto e/o servizi Caritas. Capire come come mutano gli interventi e le prassi operative sui territori; quale è l'impatto del Covid-19 sulla creazione di nuove categorie di poveri, ma anche su volontari e operatori.
NUOVE POVERTÀ
I dati del primo monitoraggio si riferiscono a 101 Caritas diocesane, pari al 46% del totale. Fin dai primi giorni dell'emergenza Covid-19, l'organizzazione ha intensificato il contatto e il coordinamento di tutte le 218 Caritas diocesane in Italia, svolgendo un ruolo di collegamento, informazione, animazione e consulenza. Grazie al suo essere radicata nel territorio e punto di riferimento per i più poveri, ha mantenuto la regia di quella cultura della prossimità e della solidarietà che da sempre promuove. Ed è proprio in questo quadro che rientra la prima rilevazione nazionale che è stata condotta dal 9 al 24 aprile. Vediamola.
Si conferma, come anticipato nei giorni scorsi, il raddoppio delle persone che per la prima volta si rivolgono ai Centri di ascolto e ai servizi delle Caritas diocesane rispetto al periodo di pre-emergenza. Cresce la richiesta di beni di prima necessità, cibo, viveri e pasti a domicilio, empori solidali, mense, vestiario, ma anche la domanda di aiuti economici per il pagamento delle bollette, degli affitti e delle spese per la gestione della casa. Nel contempo, aumenta il bisogno di ascolto, sostegno psicologico, di compagnia e di orientamento per le pratiche burocratiche legate alle misure di sostegno e di lavoro.
Un dato confortante è il coinvolgimento della comunità e l'attivazione solidale che nel 76,2% delle Caritas monitorate ha riguardato enti pubblici, enti privati o terzo settore, parrocchie, gruppi di volontariato, singoli. Un fiorire di iniziative percepito anche a livello nazionale.
A partire da Papa Francesco che ha donato 100 mila euro per un primo significativo soccorso in questa fase di emergenza, e dalla Conferenza episcopale italiana che ha messo a disposizione un contributo di 10 milioni di euro dai fondi dell'otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica. A tutto questo si affianca la risposta alla campagna Caritas "Emergenza coronavirus: la concretezza della carità", che ha raccolto finora più di 1,9 milioni di euro da parte di 3.760 offerenti. Oltre alle donazioni di singoli, si registrano quelle di aziende, imprese, comunità, parrocchie e altre Caritas nazionali.
NUOVE POVERTÀ
Il monitoraggio svolto conferma che nel 59,4% delle Caritas sono aumentati i volontari giovani, under 34, impegnati nelle attività e nei servizi, che hanno consentito di far fronte al calo degli over 65 rimasti inattivi per motivi precauzionali. Purtroppo 42 tra volontari e operatori sono risultati positivi al Covid19 in 22 Caritas diocesane e in 9 Caritas si sono registrati 10 decessi.
Di fronte al mutare dei bisogni e delle richieste, sono cambiati o si sono adattati anche i servizi e gli interventi, in particolare: i servizi di ascolto e accompagnamento telefonico con 22.700 contatti registrati o anche in presenza negli ospedali e nelle Rsa; la fornitura di pasti da asporto e consegne a domicilio a favore di più di 56.500 persone; la fornitura di dispositivi di protezione individuale e di igienizzanti a circa 290.000 persone; le attività di sostegno per nomadi, giostrai e circensi costretti alla stanzialità; l'acquisto di farmaci e prodotti sanitari; la rimodulazione dei servizi per i senza dimora; i servizi di supporto psicologico; le iniziative di aiuto alle famiglie per smart working e didattica a distanza; gli interventi a sostegno delle piccole imprese; l'accompagnamento all'esperienza del lutto.
POVERTÀ
A tutto questo si aggiungono le strutture edilizie che le Diocesi hanno destinato a tre categorie di soggetti: medici e/o infermieri, persone in quarantena e persone senza dimora. Ad oggi sono 68 le strutture per quasi 1.450 posti messe a disposizione della Protezione civile e del Sistema Sanitario Nazionale da parte di 48 Diocesi in tutta Italia. A queste si sommano altre 46 strutture, per oltre 1.100 posti in 34 Diocesi, disponibili per persone in quarantena e/o dimesse dagli ospedali e più di 64 strutture per oltre 1.200 posti in 42 diocesi per l'accoglienza aggiuntiva di persone senza dimora, oltre all'ospitalità residenziale ordinaria. "È questo il volto bello e solidale dell'Italia che non si arrende. La concretezza della carità", conclude la Caritas. Fonte: qui
I SOLDI SON FINITI: SI FA LA SPESA AL RISPARMIO
BOOM DI CARNE IN SCATOLA (+62%) E DI MINESTRE LIOFILIZZATE (+37%)
PANIFICAZIONE, UNICA VIA: NEL TOTALE DELLE OTTO SETTIMANE LA VENDITA DI LIEVITO DI BIRRA È CRESCIUTA IN MEDIA DEL 149% E QUELLA DELLA MOZZARELLA PER PIZZA DEL 109%...
CARNE IN SCATOLA
Due mesi di quarantena hanno provocato contraccolpi inevitabili sulle abitudini di spesa degli italiani. Dopo un boom iniziale (+14,6%) dettato dalla paura di rimanere senza scorte, le vendite totali del sistema Coop Italia hanno registrato nel totale delle 8 settimane di lockdown (24 febbraio 19 aprile) un incremento più moderato (+5,6%). A sostenere le vendite il food confezionato (+10,3%) mentre i freschi e i freschissimi salgono del 6,9%.
In forte aumento i prodotti per l'igiene: amuchina e simili hanno totalizzato nei due mesi di vendite crescite in media del +377%. Ma il vero boom lo registrano le mascherine. Già nelle prime tre settimane raggiungevano crescite del 337% e con i nuovi approvvigionamenti dal 16 marzo al 19 aprile hanno raggiunto picchi di crescita nelle vendite del 1616%.
MINESTRA LIOFILIZZATA
L'attitudine alle scorte e alla lunga conservazione ha riportato nei carrelli beni di solito poco usati e di lontana memoria come le conserve di carne (+62%) e le minestre liofilizzate (+37%).
Gli italiani sono diventati poi tutti più o meno pizzaioli, pasticceri e panettieri. Nel totale delle otto settimane la vendita di lievito di birra è cresciuta in media del 149% e quella della mozzarella per pizza del 109%. Calano invece sin dall'inizio della quarantena le bevande e tutti gli integratori per sportivi (-48% e -45% nelle otto settimane).
Crescono infine le colorazioni per capelli, passate dal +25% delle prime tre settimane al +164% del periodo tra il dal 16 marzo e il 19 aprile e crollano invece le vendite di preservativi che nell'ultima fase del lockdown scendono di un -37% (era un -3,5% nelle prime settimane).
Nessun commento:
Posta un commento