“REPUBBLICA” PER L’OCCASIONE COPIA LA PRIMA AL “NEW YORK TIMES”, CON
L’ENORME PICCO ARANCIONE (LÌ ERANO I DISOCCUPATI, QUI LE ORE DI CIG)
BOOM DI DOMANDE DI CASSA INTEGRAZIONE AD APRILE COME IN TUTTO UN ANNO DI CRISI
Jacopo Orsini per “il Messaggero”
L'emergenza
coronavirus e le misure anti-contagio varate dal governo fermano le
imprese e fanno impennare la cassa integrazione. Nel mese di aprile il
numero di ore di cig autorizzate è stato pari a oltre 772 milioni,
contro le 25 milioni dello stesso mese dell'anno scorso e le quasi 20
milioni di marzo. Per avere un termine di paragone di quanto stia
incidendo la pandemia va notato che in tutto il 2009, primo anno della
grande crisi finanziaria, furono autorizzate 916 milioni di ore.
L'Inps
nel suo rapporto precisa poi che il mese scorso il 98% delle ore di
cassa integrazione sono state autorizzate con causale «emergenza
sanitaria Covid-19». Quest'anno in soli 4 mesi le richieste di
ammortizzatori sono già arrivate quasi a 835 milioni di ore, più del
triplo di quelle registrate in tutto il 2019. Aprile è il primo mese di
boom perché le domande dei datori di lavoro sono partite dopo la
circolare dell'istituto di previdenza sul decreto Cura Italia del 17
marzo che concedeva alle imprese 9 settimane di ammortizzatori per
affrontare la crisi. Il decreto Rilancio appena varato ha previsto altre
9 settimane di sussidi.
È
probabile quindi che la crescita delle ore di cassa si confermi anche
nei prossimi mesi estivi. L'Inps ieri ha diffuso anche i dati sulle
domande di disoccupazione che a marzo hanno superato quota 144.000 con
una crescita del 37% rispetto allo stesso mese del 2019. Il dato,
secondo l'istituto, è legato soprattutto alla chiusura di rapporti di
lavoro stagionali e a termine. Il governo, con i provvedimenti varati
per l'emergenza, ha sospeso infatti i licenziamenti per giustificato
motivo oggettivo.
LA RATA
Per
i lavoratori autonomi intanto arriva la seconda rata dell'indennità
Covid già ricevuta a marzo. Ieri l'istituto ha messo in pagamento
direttamente, senza aver dovuto presentare una nuova domanda, i 600 euro
di bonus per 1,4 milioni di lavoratori autonomi mentre per gli altri i
soldi dovrebbero arrivare tra oggi (altri 400.000) e lunedì 25 (altri
due milioni). «A 48 ore dalla pubblicazione del decreto Rilancio, l'Inps
ha pagato a 1,4 milioni di lavoratori l'indennità di 600 euro di
aprile», ha sottolineato la ministra del Lavoro e delle Politiche
sociali, Nunzia Catalfo.
Entro
lunedì, ha continuato, « il bonus arriverà all'intera platea dei
beneficiari. Un aiuto concreto a milioni di cittadini in questo momento
di difficoltà». La distribuzione dei pagamenti su tre giornate
lavorative - ha spiegato l'istituto di previdenza - è dovuta a i vincoli
tecnici di funzionamento della rete interbancaria, che consente al
massimo la gestione di 2,2 milioni di bonifici al giorno. E nella
giornata di oggi lo spazio era quasi interamente impegnato da pagamenti
già pianificati da altre amministrazioni pubbliche.
Per
altri 190.000 lavoratori autonomi che non hanno comunicato l'iban del
conto corrente e hanno chiesto il pagamento in contanti il sussidio
arriverà la prossima settimana e potrà essere ritirato alle Poste,
purché si sia ricevuto il mandato di pagamento, a partire da martedì. I
bonus accreditati già ieri sui conti correnti riguardano 957.000
lavoratori autonomi, 239.000 operai agricoli, 106.000 professionisti
titolari di partita Iva e lavoratori con rapporti di collaborazione e
75.000 lavoratori stagionali del turismo.
Continua
intanto la protesta dei professionisti iscritti agli Ordini che
lamentano l'esclusione dai ristori che saranno pagati dall'Agenzia delle
Entrate alle piccole imprese per il mese di maggio. In realtà queste
persone fruiscono di un apposito canale, gestito dalle loro Casse
previdenziali, che attingono a un fondo rifinanziato nel decreto
Rilancio. Per loro sono stati impiegati 280 milioni, ora ne sono
disponibili altri 650. Serviranno ad assegnare due ulteriori rate da 600
e da 1.000 euro, verosimilmente con limiti di reddito analoghi a quelli
già applicati per il primo pagamento. Il necessario decreto
ministeriale è atteso in tempi relativamente brevi.
IL BALZO DI UN SOLO MESE PORTA AI LIVELLI DEL 2009 QUANDO CI FU LA RECESSIONE
Marco Ruffolo per “la Repubblica”
Mai
così tante ore di cassa integrazione, neppure durante la recessione del
2009. Da gennaio ad aprile 2020, in soli quattro mesi, abbiamo superato
le ore dei tre anni precedenti messi insieme. Ma al colossale sostegno
offerto dall' Italia, che ora cerca di accelerare anche le procedure
della cassa in deroga, finora lentissime, corrispondono interventi
altrettanto poderosi da parte degli altri Paesi. Secondo il segretario
generale della Confederazione europea dei sindacati, Luca Visentini, «ci
sono ufficialmente 57 milioni di persone che non stanno più lavorando
nell' Unione.
Di
questi, 42 milioni hanno chiesto forme di sostegno analoghe alla cassa
integrazione, mentre i restanti 15 milioni hanno perso definitivamente
il posto e chiedono il sussidio di disoccupazione. E non stiamo
considerando tutti i lavoratori in nero e una parte degli atipici». Il
fatto che 15 milioni di espulsioni dal mondo del lavoro siano avvenute
in soli due mesi, contro i 22 milioni di disoccupati permanenti creati
dalla recessione del biennio 2008-2009, ci dà l' evidenza più lampante
della rapidità con cui la crisi associata al Covid sta dilagando in
Europa, e non solo.
LE BANCHE ANTICIPERANNO FINO A 1400 EURO DI CASSA INTEGRAZIONE AI LAVORATORI
Chi
più, chi meno, tutti i Paesi europei hanno introdotto nelle loro
manovre misure di sostegno al reddito dei lavoratori. «Prima che
esplodesse la pandemia - spiega Visentini - soltanto sedici nazioni
della Ue prevedevano strumenti di integrazione del reddito. Ora invece
si sono attivate tutte e ventisette, anche se alcune non destinano nulla
agli autonomi e ai lavoratori atipici».
Sapremo,
tuttavia, solo tra qualche mese se e in che misura il sostegno ai
redditi e il condizionamento degli aiuti alle imprese al divieto di
licenziare, servirà ad evitare una colossale perdita di posti di
lavoro. Il Tesoro prevede per quest' anno una riduzione del 2,1% degli
occupati e del 6,3 delle ore lavorate.
La
disoccupazione, che nel 2019 era pari al 10%, aumenterebbe all' 11,6
secondo il governo, e all' 11,8% per Bruxelles. La quale stima anche per
l' insieme dei Paesi dell' Ue un aumento dei disoccupati dal 6,7 al 9%.
Ma si tratta di previsioni ancora assolutamente provvisorie, con
margini di peggioramento.
disoccupazione in america |
Molto
dipenderà dal supporto che garantirà il nuovo strumento contro la
disoccupazione denominato Sure: un fondo europeo di 100 miliardi che
consentirà di dare ai singoli Paesi dell' Unione prestiti a trent' anni a
tasso zero, concessi in proporzione al numero di abitanti e di
disoccupati. Sarà destinato a rafforzare strumenti già esistenti come la
cassa integrazione e i contratti di solidarietà. L' Italia dovrebbe
ricevere tra i 15 e i 16 miliardi, che serviranno a prolungare e
rafforzare i nostri ammortizzatori sociali.
La
vera incognita di un sistema del genere, attivo fino al 31 dicembre
2022, sta nei tempi. Infatti bisognerà aspettare l' offerta delle
garanzie e la stipula degli accordi che vanno fatti Paese per Paese. «Il
rischio - avverte Visentini - è che passino due-tre mesi senza vedere
un euro». La Commissione potrebbe invitare le nazioni a utilizzare, come
anticipo, le risorse non an cora spese del Fondo sociale europeo.
Uno
strumento che si potrebbe usare già adesso per anticipare la cassa in
deroga decisa autonomamente da ciascun Paese. «L' Italia, per esempio -
continua Visentini - potrebbe utilizzare senza condizioni 15 miliardi di
fondi non spesi. Non lo fa perché le Regioni vogliono decidere loro la
destinazione di quei fondi». Fonte: qui
QUASI 40 MILIONI
DI DISOCCUPATI NEGLI USA, A UN LIVELLO CHE NON SI VEDEVA DALLA GRANDE
DEPRESSIONE. MILIONI DI PERSONE NON HANNO PAGATO LE RATE DELL'AUTO O IL
CONTO DELLA CARTA DI CREDITO
GLI STATI INIZIANO A RIAPRIRE, ULTIMO
SARÀ NEW YORK A GIUGNO INOLTRATO
TRUMP: ''INSIEME ABBIAMO COSTRUITO LA
PIÙ GRANDE ECONOMIA DELLA STORIA, LO FAREMO ANCORA, MOLTO MEGLIO DI
PRIMA''. OPPURE ADDIO CASA BIANCA...
Valeria Robecco per “il Giornale”
Oltre
38,6 milioni di americani senza lavoro in nove settimane. Continua ad
aggravarsi la catastrofe economica causata dal coronavirus negli Stati
Uniti, dove la scorsa settimana altre 2,4 milioni di persone hanno fatto
richiesta di sussidi di disoccupazione. Sebbene si tratti del numero
più basso dal 15 marzo, la situazione rimane a tinte fosche: tutti i
posti di lavoro creati nell' ultimo decennio sono stati spazzati via, e
la disoccupazione ha raggiunto livelli mai registrati dalla Grande
Depressione. «Insieme abbiamo costruito la più grande economia della
storia, lo faremo ancora, molto meglio di prima», ha assicurato su
Twitter il presidente Donald Trump.
Nel
frattempo però, come riporta il Wall Street Journal citando i dati
della società di rendicontazione TransUnion, milioni di americani sono
indietro con i pagamenti della carta di credito e le rate dell' auto. In
particolare, nel mese di aprile, sono state registrate 15 milioni di
carte di credito nei programmi per «difficoltà finanziarie», dove
vengono interrotti temporaneamente i pagamenti, una percentuale che
rappresenta il 3% di quelle tracciate dalla società.
Lo
stesso è avvenuto per 3 milioni di persone che non hanno pagato le rate
dell' auto (pari a circa il 3,5% di quelle monitorate). Intanto, l'
America inizia gradualmente a riemergere dal blocco causato dalla
pandemia, con tutti e 50 gli stati che hanno cominciato a riaprire,
almeno in parte, dopo oltre due mesi di lockdown.
L'
allentamento delle restrizioni sta avvenendo a macchia di leopardo, e
tra gli stati con le misure più restrittive ancora in vigore c' e'
quello di New York, nonostante decessi, casi e ricoveri siano tutti in
calo costante: il governatore Andrew Cuomo ha stabilito sette parametri
da rispettare nelle diverse regioni dell' Empire State per la
ripartenza, e nella Grande Mela, ad esempio, si prevede che nulla
riaprirà sino a giugno inoltrato.
Trump,
da parte sua, ieri si è recato in visita in uno stabilimento della Ford
a Rawsonville, in Michigan, che durante l' emergenza è stato
riconvertito per la produzione di respiratori. Terry Bowman, dipendente
che solitamente produce pompe dell' olio per trasmissioni dei camion
nello stabilimento di Ypsilanti Township e ora sta lavorando al
progetto, ha detto: «Non potrei essere più orgoglioso dei miei colleghi,
avrebbero potuto rimanere a casa e invece hanno deciso volontariamente
di lavorare a questo piano nel mezzo della pandemia».
Prima
della visita, l' attorney general dello Stato, la democratica Dana
Nessel, ha chiesto al presidente in una lettera aperta di indossare la
mascherina protettiva nel suo tour in azienda, minacciando che
altrimenti in futuro gli verrà chiesto di non tornare in alcun impianto
locale. «Chiunque recentemente sia stato potenzialmente esposto,
compreso il presidente degli Stati Uniti - ha scritto - ha la
responsabilità non solo legale, ma anche sociale e morale di prendere
ragionevoli precauzioni per prevenire la diffusione del Covid-19».
Nel
frattempo, uno studio della Columbia University citato dal New York
Times ha rivelato che se gli Usa avessero iniziato ad imporre le misure
di distanziamento sociale e il lockdown con una settimana di anticipo, a
marzo, sarebbero morte 36mila persone in meno per il virus. Se le
medesime misure fossero iniziate due settimane prima, le vite salvate
sarebbero state circa 54mila. «È una grande differenza - ha spiegato l'
epidemiologo della Columbia Jeffrey Shaman, che ha guidato la ricerca -
Un piccolo lasso di tempo in quella fase sarebbe stato cruciale nel
ridurre il numero dei decessi». Trump ha bollato la ricerca come «una
mossa politica». Fonte: qui
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