Maria
Stella Lopinto ci rende partecipi di una sua riflessione sul momento
che stiamo vivendo (o piuttosto, subendo…) sulla necessità specialmente
in tempi di oppressione e mancanza di libertà esterna di mantenere barra
dritta nella nostra mente e nel nostro cuore. Credo che ne apprezzerete
la profondità e la sensibilità. Buona lettura.
FARE MEMORIA DEL DOVER ESSERE PER FAR PARTE DELLA FOLLA GIUSTA
Mi
è bastato questa mattina aprire a caso uno dei preziosi libri del
Professor Antonio Livi per trovare subito un insegnamento illuminante
per questi giorni.
Il titolo del paragrafo è significativamente “Il dovere di pensare con la propria testa”:
“Chi
non pensa con la propria testa e non cerca personalmente la verità,
rischia di farsi guidare nelle proprie scelte, anche quelle più
importanti, dal criterio degli altri, dalle ideologie dominanti, dai
persuasori occulti. (…) La figura dei “manipolatori della coscienza” è
oggetto della prima grande disputa filosofica della storia, quella di
Platone nei confronti dei Sofisti. E i Sofisti (…) insegnano che la
verità non esiste oppure che non è possibile raggiungerla, e insegnando
questa dottrina – che si chiama tecnicamente scetticismo – riescono a
DISTOGLIERE LA GENTE DALLA RIFLESSIONE CRITICA e finiscono per
convincere gli altri a pensare e ad agire nel modo che a loro torna
utile. Dalla Sofistica vengono nell’antica Grecia i “demagoghi”, gli
scaltri “operatori della comunicazione”, gli strateghi della “hidden
persuasion (=persuasione occulta)”, i maghi della pubblicità
commerciale.
E,
oggi come allora, il pericolo per la libertà delle coscienze e per la
vera democrazia (che richiede sempre un “consenso informato” e lo spazio
per una scelta consapevole) sta nella diffusione dello scetticismo,
dottrina irrimediabilmente incoerente dal punto di vista logico, ma
molto efficace dal punto di vista pragmatico” (La ricerca della verità. Dal senso comune alla dialettica. Casa Editrice Leonardo da Vinci. Pg 10-11).
Ecco.
La libertà delle coscienze è in pericolo e più che mai occorre pensare
con la propria testa, è giunta l’ora che ognuno di noi affondi la
propria mente nella verità del proprio Essere. L’ora è sempre, ma oggi
più che mai.
Che
ognuno rientri in sé stesso e poi, poi, osservi da dentro ciò che
dall’esterno, in questo momento storico, qualcun altro sta decidendo per
noi.
Il
noi che in questo momento è declinato come soggetto passivo a cui viene
propinata una serie interminabile di “non è consentito” o “è
consentito”, azioni negate o paternalisticamente concesse, il tutto
proprio con la frequenza di una salutare medicina somministrata a un
popolo considerato infante.
Anticamente
i rimedi curativi erano per lo più purghe e in effetti, ciò che ci
costringono ad ascoltare e fare sono per l’appunto purghe del nostro
Essere.
Il
martellante e ossessivo ripeterci “state a casa – evitate contatti
personali – donate alla protezione civile”, ma di grazia, non vi ricorda
la favola di Pinocchio con il gatto e la volpe che ripetono
ossessivamente al BURATTINO cosa deve pensare o a chi deve dare le sue 5
monete d’oro?
Mi sovviene a contrasto il concetto di “igiene mentale”, quella che applicava a sé stesso lo psicologo Viktor Frankl,
preoccupato che il lager, prima di uccidere il suo corpo, potesse
ottenebrare la sua mente, per cui si difendeva concependo precisi
pensieri uguali e contrari alla realtà disumana che lo circondava, per
riempirsi di idee buone belle e vere. E’ così che è rimasto sano di
mente. Facendo MEMORIA del suo sé più alto e nobile, ricordando la sua
libertà, il suo lavoro, i suoi viaggi, i suoi amori, e ponendosi
obiettivi che andassero oltre l’orizzonte del filo spinato imposto dai
suoi carcerieri.
E
non è filo spinato quello che ci stanno cucendo attorno con una
persuasione occulta volta a confondere le nostre menti? Negando ogni
libertà connaturale all’ESSERE UMANO con blandizie degne del peggior
horror, perché chi ci chiude in casa dovrebbe essere invece chi ci salva
dal bau-bau? Se non vuoi altri morti, mantieni le distanze; se ami
l’Italia, rimani a casa; se non vuoi danni irreversibili per l’economia,
osserva le regole e non lavorare. In nome di un diktat privo di alcuna
ragionevolezza e proporzione, SNATURARE l’ESSERE facendogli pensare che
va bene così, è giusto così, e farlo scivolare inconsapevolmente verso
un’altra natura, non più umana, è un abominio travestito da favola a
lieto fine. E non si tratta solo di libertà di culto, – sicuramente la
più alta libertà perché orienta tutte le altre in quanto propria dello
spirito umano consapevole della propria creaturalità, – ma di tutte le
libertà. E’ un male in sé il convincere tutti che è giusto e volto al
bene comune abdicare alla LIBERTA’ tout court,
in quanto appunto elide dall’essere umano una sua essenza costitutiva.
Spacciare come giusto ciò che in sé viola intrinsecamente la natura
dell’uomo costituisce il peggiore attentato all’umanità. Una volta
snaturato l’uomo, se ne può fare “carne di porco”: brutta espressione,
ma efficace per esprimere ciò che stanno facendo di noi. Carne di porco.
Carne, perché ci tolgono lo spirito, di porco, perché corruptio optimi pessima: la più perfetta delle creature, una volta degradata, diventa la più infima.
Abbiamo
detto ragionevolezza e proporzione: sono concetti anch’essi sottratti
insieme ad altri alla nostra cultura giuridica da istituzioni mute e
assenti rispetto a quello che dovrebbe essere il dibattito democratico,
per quel “consenso informato” di cui sopra e per quel reciproco
riportarsi alla verità tramite il cosiddetto controllo, termine arido ma
che ben dice l’importanza del confronto costruttivo a mezzo
dell’autorità. L’autorità? Dov’è la voce di chi è deputato a vigilare
sull’applicazione della Costituzione? Dove sono i nostri rappresentanti
che potrebbero stigmatizzare il tradimento di ogni mandato? Dov’è la
voce dei Vescovi? Dov’è la voce dei Santi che da sempre nella storia
hanno fatto ascoltare l’eco trascinante della Verità? Oggi ricorre la
festa di Santa Caterina da Siena, patrona d’Italia. Lei è stata
ascoltata da quel Papa, che era andato ad Avignone, ma poi è tornato a
Roma. E’ tornato a Roma quel Papa, grazie a una che pensava con la sua
testa.
Non
ci sono queste voci. Ci sono i personaggi, ma non le loro voci. Sono
personaggi muti. Assenti. Che con il loro silenzio confermano e
suffragano la voce dei ladri di umanità. E sì, perché togliere la
libertà all’uomo millantandoglielo come cosa buona, è perpetrare il
peggiore dei furti in quanto lo si denatura, l’uomo. E’ questa
l’operazione mefistofelica, peggiore dei campi di sterminio: perché a Viktor Frankl non
toglievano la libertà adulandolo paternalisticamente, così come fanno
invece con noi, dicendoci che “attenzione: è per il vostro bene!”.
Grande differenza quando si mistifica il diritto con l’abuso, la
giustizia con la cattività. Quando si svuotano le idee e le si riempiono
del loro contrario. E’ la menzogna l’operazione di scetticismo più
perfida, perpetrata con la voce carezzevole di uno che si sta operando
per il tuo bene: sarebbe bello uscire di casa, ma sai per ora non te lo
possiamo consentire per il tuo bene, perché lo dice il comitato
scientifico di cui non è opportuno che tu conosca gli studi perché non
sei in grado di capirlo, potresti spaventarti, piccolo mio!
L’Europa
fa altrettanto: non stigmatizza ciò che sta avvenendo in Italia, ma
guarda un po’ stigmatizza la decretazione d’urgenza dell’Ungheria e
della Polonia, perché preoccupata che si rafforzino i poteri esecutivi
senza un chiaro tempo limite e preoccupata per le riforme nel frattempo
proposte sui diritti LGBTI e le restrizioni alla legge sull’aborto (https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/eu-affairs/20200423STO77706/covid-19-i-diritti-fondamentali-devono-essere-rispettati-avvertono-i-deputati).
E
allora, visto che chi è in alto è afflitto da immobilismo o confusione,
si sposta lo sguardo e lo si porta verso il basso, verso la gente. La
gente è quel soggetto che si muove come un’onda e stranamente in alcuni
momenti ha il potere di determinare la storia con il suo movimento. La
gente è quella che inneggiava al Re osannandolo con le palme mentre
entrava in Gerusalemme e pochi giorni dopo lo metteva a morte. Che
incredibile cambio di scena! Come è stato possibile? Per spostare le
folle è bastato chiamarLo malfattore, è bastato dargli un NOME che
distoglie dal senso critico, perché le folle hanno un naturale
affidamento verso l’autorità e se è Pilato o il Sinedrio a dire che lui è
uno pericoloso e merita la morte, le folle si tramutano in accaniti
accusatori. Basta un nome messo al momento giusto per orientare la folla
e trasformarla in folla assassina.
La
gente è però anche quella che in Polonia nel secolo scorso ha cambiato
il volto dell’Europa perché ha tenuto desto, contro tutto e tutti, il
pensiero del proprio ESSERE, denudabile per imperio esterno da ogni
libertà e dignità, ma detentore per essenza di quelle stesse libertà.
Fare memoria del proprio ESSERE per non essere “distolti dalla riflessione critica”.
Oggi più che mai è cruciale perché non diventiamo assassini del nostro
destino, perché la morte non ci colga dentro, nell’anima prima che nel
corpo, perché nessuno di noi sia spettatore inane, almeno in corde,
della propria condanna a morte. Pensare con la propria testa, non è né
banale né scontato. Non far parte della folla che si muove senza una
propria coscienza, imbelle ed ebete, ebbra di essere guidata da Pilati e
Sinedri alleati, può essere determinante non solo per il proprio
destino, ma anche per il destino dei popoli.
Questo
millantare il “bene” con il togliere ogni libertà non può lasciarci
indifferenti, non può non portarci a fare memoria della verità di chi
ognuno di noi è ed è chiamato ad essere: il Papa, il Presidente della
Repubblica, ognuno dei loro gerarchicamente ordinati, ognuno di noi.
Quand’anche per assurdo il Papa non dovesse fare il Papa, quand’anche
per assurdo il Presidente della Repubblica dovesse tradire sé stesso e
questo Paese, sarà quello il racconto della loro inutile storia
nell’eternità. La storia di ognuno di noi potrà invece essere cantata
dalle meraviglie della libertà di cui continueremo a fare memoria e che
potrà muovere i passi di tanti. Il mio racconto non lo scriverà un altro
al posto mio. La mia storia porterà la mia firma, non la firma di uno
che mi sta addomesticando a stare in casa con i tribunali chiusi perché a
nessuno venga in mente di fargli causa, con le forze dell’ordine
trasformate da tutori a persecutori, con le città immobilizzate dalla
paura della morte e delle sanzioni, fra un po’ docile a farsi tatuare
una app al posto della matricola del lager nazista, con le Messe vietate
perché Dio è il suo più grande nemico. E’ importante pensare con la
propria testa, con la propria intelligenza e volontà, non con quelle di
un altro, perchè ci sono fatti che coinvolgono l’umanità e non si può
continuare a vivere come se fuori non passasse Uno sotto la croce. Se
ognuno non riconosce il proprio tempo, rischia di correre di qua e di là
e di rimanere confuso e di non accorgersi che per strada, sì, sta
passando Uno sotto la croce. Perché anche nella storia di ognuno di noi
passa la Storia, quella Unica, quella che ha salvato l’Umanità per
sempre e che si rinnova continuamente, ed è importante accorgersene e
capire cosa succede e scegliere da che parte stare: con la folla guidata
dall’insolente burattinaio o con la propria testa a inseguire ad ogni
costo la Verità. Ad evitare che Qualcuno ci dica: stolti, e tardi di
cuore. Stolti, non cattivi, stolti. E’ la stoltezza, il non capire, che
rende tardi di cuore. Al contrario è il capire che colma di sapienza. E
allora chissà cosa potrà fare la folla.
Maria Stella lopinto
Nessun commento:
Posta un commento