martedì 19 maggio 2020

100 PAESI CHIEDONO UN'INDAGINE SULL'ORIGINE CINESE DEL CORONAVIRUS, E PECHINO METTE TUTTO A TACERE GARANTENDO 2 MILIARDI ALL'OMS, QUATTRO VOLTE IL VALORE DEI FONDI TOLTI DA TRUMP.


TRUMP DÀ 30 GIORNI DI TEMPO ALL'ORGANIZZAZIONE PER DIMOSTRARE DI NON ESSERE SCHIAVA DELLA CINA

XI OFFRE 2 MILIARDI PER LA RICERCA 

GLI USA: AVETE COPERTO IL VIRUS

Paolo Mastrolilli per “la Stampa

Messo con le spalle al muro dalle accuse di aver provocato e nascosto il coronavirus, il presidente cinese Xi ha cercato di girare il tavolo all' assemblea dell' Organizzazione Mondiale della Sanità, presentando il suo Paese come il leader della risposta globale.

tedros adhanom ghebreyesus tedros adhanom ghebreyesus
Perciò ha accettato un' inchiesta sul Covid-19, ha offerto 2 miliardi di dollari per combatterlo, e ha promesso che se Pechino svilupperà il vaccino lo fornirà a tutti. Gli Usa sono tornati all' attacco, accusando tanto l' Oms, quanto uno «Stato membro» non nominato, di aver celato l' emergenza e fallito la gestione. Trump insiste su questa linea perché errori sono stati commessi, ma soprattutto perché ne ha bisogno come arma elettorale. Così però rischia di cedere la leadership dell' Organizzazione e dell' intera risposta globale alla Repubblica popolare, pronta ad occupare un altro vuoto creato dalla linea sovranista del capo della Casa Bianca sulla scena internazionale.

La "World Health Assembly" si è aperta ieri a Ginevra in forma digitale, sullo sfondo del duello tra Usa e Cina. Il segretario generale dell' Onu Guterres ha chiesto unità per fermare il virus, rimandando a dopo la resa dei conti. Quindi ha proposto un piano in tre punti: offensiva medica guidata dall' Oms, interventi economici per i Paesi in crisi, cambiamento strutturale delle nostre società verso un modello più sostenibile. Nei giorni scorsi Washington ha fatto circolare la bozza della riforma che vorrebbe sottoporre al G7 di giugno, anticipata da La Stampa, ma Francia, Germania, Italia e Canada hanno frenato.

donald trump xi jinping donald trump xi jinping
La Ue invece ha proposto una risoluzione di sette pagine che verrà approvata dall' Assemblea Oms, dopo che Trump ha dato il suo appoggio via Twitter. Oltre cento Paesi avevano chiesto un' indagine su origini e risposta all' epidemia, che finora Pechino aveva ostruito. La risoluzione la prevede, ma per capire come prepararsi meglio alla prossima emergenza, piuttosto che puntare il dito contro i colpevoli. Xi, soddisfatto anche per l' esclusione di Taiwan dall' Assemblea, l' ha appoggiata, pur difendendo il suo operato: «Abbiamo agito con apertura, trasparenza, e responsabilità».

Quindi ha offerto 2 miliardi, ossia quattro volte i fondi bloccati da Trump, aiuto all' Africa, e ha promesso che se svilupperà il vaccino lo distribuirà a tutti. Per gli Usa ha risposto il segretario alla Salute Aznar: «Questa organizzazione ha fallito nell' ottenere le informazioni di cui il mondo aveva bisogno, ciò è costato molte vite». Poi ha denunciato «il tentativo di nascondere l' epidemia da parte di almeno uno stato membro». Non c' è dubbio che errori siano stati commessi, ma Trump alza lo scontro con Xi e blocca i fondi all' Oms soprattutto perché è un fronte utile alla sua campagna di rielezione. Il rischio, come già accaduto alla Fao, è che Pechino approfitti della ritirata americana dal multilateralismo per occuparne la leadership.


CENTO STATI: INDAGINE SULLA CINA MA XI USERÀ L'OMS PER FRENARE
Michelangelo Cocco per “il Messaggero

Il presidente cinese, Xi Jinping, si è trovato ieri a difendere per la prima volta in un consesso internazionale l'operato della suo governo, accusato dagli Stati Uniti di non aver fatto abbastanza per prevenire la diffusione nel mondo dell'epidemia di Covid-19 o di essersi fatto scappare il nuovo coronavirus da un laboratorio di Wuhan, forse addirittura intenzionalmente secondo Donald Trump. Al contrario Xi - intervenuto in videoconferenza in apertura dell'Assemblea dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha sostenuto che Pechino abbia agito «con franchezza, trasparenza e responsabilità» per fermare il contagio del virus dalla metropoli cinese al resto del pianeta, facendo «tutto ciò che poteva» per aiutare gli altri Paesi, «pubblicando la sequenza del genoma il prima possibile e condividendo senza riserve le nostre esperienze di controllo e trattamento».

Il ministro della salute statunitense ha replicato puntando l'indice contro Pechino e l'Oms. «Quest'organizzazione non è riuscita a ottenere le informazioni di cui il mondo aveva bisogno, e questo fallimento è costato molte vite», ha accusato Alex Azar. E in seguito Trump ha accusato l'Oms di essere «un burattino della Cina».

A placare questo scontro senza precedenti tra chi rimprovera all'Oms di essere stata subalterna a Pechino nella gestione della crisi pandemica e chi la difende a spada tratta potrebbe essere una risoluzione - redatta dall'Unione Europea e sostenuta da 100 Paesi, tra cui Russia e India - che chiede un'inchiesta su quanto accaduto negli ultimi mesi del 2019, che dovrebbe essere messa ai voti oggi. Xi ieri infatti ha appoggiato un riesame complessivo della risposta globale, ma da avviare quando l'emergenza tuttora in corso sarà terminata.

Tempi lunghi che gli assicurano che anche in caso di condanna nei confronti della Cina la sentenza non potrà essere usata come arma per la campagna elettorale di Trump. Un'indagine che comunque secondo il presidente cinese dovrà essere «scientifica e professionale, guidata dall'Oms e condotta in maniera oggettiva e imparziale», perché «dobbiamo rafforzare la governance globale sanitaria». Un punto quest'ultimo sul quale si è dichiarata d'accordo anche la cancelliera tedesca Angela Merkel.

Xi dunque ha rilanciato la palla proprio nel campo di quell'Oms alla quale nelle ultime settimane l'Amministrazione Trump ha bloccato i finanziamenti (ieri il presidente statunitense ha detto di volerli ridurre a 40 milioni) e alla quale il presidente cinese ha appena promesso 2 miliardi di dollari nel prossimo biennio, per aiutare i paesi in via di sviluppo colpiti dalla pandemia.

LA RISPOSTA
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Rivolgendosi all'Assemblea dopo Xi, il presidente dell'agenzia delle Nazioni Unite, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha confermato che l'Oms lancerà un'inchiesta «appena possibile». «Tutti abbiamo lezioni da imparare dalla pandemia ha sostenuto il presidente dell'Oms -. Ogni Paese e ogni organizzazione deve esaminare la sua risposta e imparare da questa esperienza. L'Oms è vincolata alla trasparenza alla responsabilità e al miglioramento continuo».

Xi ha promesso che eventuali vaccini cinesi, «quando saranno disponibili, saranno un bene pubblico globale». «Questo sarà il contributo della Cina ha aggiunto il presidente cinese per assicurare la disponibilità e l'accessibilità del vaccino nei paesi in via di sviluppo».

Certo quelli cinesi sono annunci, promesse, che tuttavia danno la misura della nuova statura internazionale del Paese, che di fronte alle accuse di aver fatto troppo tardi, troppo poco, non si fa mettere sul banco degli imputati e riesce a condizionare in senso favorevole ai suoi interessi l'azione di un'organizzazione internazionale come l'Oms.
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Infatti aiutare i Paesi poveri vuol dire anche rafforzare la presenza economica e politica di Pechino lungo quella nuova via della Seta (lanciata proprio da Xi Jinping) che dovrebbe moltiplicare commerci e infrastrutture dalla Cina all'Europa passando proprio per il Medio Oriente e l'Africa.

Fonte: qui

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