mercoledì 15 gennaio 2020

UN MAGISTRATO IN SERVIZIO ALLA CORTE D'APPELLO DI CATANZARO, E DUE AVVOCATI, UNO DEL FORO DI CATANZARO E L'ALTRO DI LOCRI, SONO STATI ARRESTATI DALLA GUARDIA DI FINANZA SU DISPOSIZIONE DELLA DDA DI SALERNO PER CORRUZIONE IN ATTI GIUDIZIARI…



MANETTEMANETTE
(ANSA) - Un magistrato in servizio alla Corte d'Appello di Catanzaro, e due avvocati, uno del foro di Catanzaro e l'altro di Locri sono stati arrestati dalla Guardia di finanza su disposizione della Dda di Salerno per corruzione in atti giudiziari. I destinatari dei provvedimenti sono otto sette dei quali con custodia cautelare in carcere e uno ai domiciliari. Le indagini, avviate nel 2018 e coordinate dalla Dda di Salerno, hanno permesso di ricostruire "una sistematica attività corruttiva" nei confronti del magistrato. 

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Arrestato magistrato: soldi per «aggiustare» le sentenze, sesso per diventare avvocate

Marco Petrini era il presidente di sezione della Corte d’appello e presidente della commissione provinciale tributaria. In manette anche due avvocati, un medico e altre quattro persone

CATANZARO - Prestazioni sessuali, soldi, vacanze. Tutto questo in cambio di sentenze favorevoli. Il magistrato Marco Petrini, presidente della II sezione della Corte d’appello di Catanzaro, nonché presidente della commissione provinciale tributaria è stato arrestato con l’accusa di corruzione in atti giudiziari su ordine della procura di Salerno. Con lui sono finiti in manette altre sette persone, si tratta di Vincenzo Arcuri, Giuseppe Caligiuri, Marzia Tassone (avvocato del foro di Catanzaro), Luigi Falzetta, Emilio Santoro (ex dirigente dell’Azienda ospedaliera di Cosenza), Giuseppe Tursi Prato (ex consigliere regionale), Francesco Saraco (avvocato del foro di Locri, ai domiciliari). Nel corso della perquisizione in casa di Petrini i finanzieri hanno rinvenuto in una busta 7 mila euro in contanti.

L’inchiesta

L’inchiesta avviata nel 2018 dalla Procura di Catanzaro è poi passata, per competenza, alla procura di Salerno, proprio perché tra le persone indagate figurava il magistrato della Corte d’appello. Personaggio chiave dell’inchiesta era il medico che avrebbe avuto a libro paga il magistrato, a cui si rivolgeva per cambiare l’esito di sentenze che in primo grado si erano concluse con la condanna dell’imputato. Inoltre, Marco Petrini avrebbe fatto ottenere il vitalizio a un ex politico calabrese che nella quinta legislatura ricopriva la carica di consigliere regionale. Lo stesso esponente politico nel 2004 era stato condannato a sei anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e per questo motivo non aveva diritto all’assegno vitalizio.

Sesso in cambio di favori

Il magistrato della Corte d’appello, ancora, si sarebbe prodigato per far passare al concorso per l’abilitazione alla professione di avvocato alcuni candidati donne. Che ripagavano la raccomandazione con prestazioni sessuali. Nel ruolo di presidente della commissione provinciale tributaria, il magistrato Petrini avrebbe favorito, in cambio di danaro, molti contribuenti che si rivolgevano a lui per ribaltare l’esito della sentenza di primo grado. Tutta l’attività corruttiva del magistrato è stata documentata dalla Guardia di finanza con accertamenti bancari e riprese video. Fonte: qui


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