lunedì 7 ottobre 2019

WILLIAN KAILIN, PETER RADCLIFFE E GRESS SEMENZA HANNO VINTO IL NOBEL PER LA MEDICINA 2019 PER LA SCOPERTA DEL MODO IN CUI LE CELLULE UTILIZZANO L'OSSIGENO

QUESTO MECCANISMO HA UN'IMPORTANZA CRUCIALE PER MANTENERE LE CELLULE IN BUONA SALUTE E AVERLO SCOPERTO HA APERTO LA STRADA ALLA COMPRENSIONE DI MOLTE MALATTIE, PRIME FRA ANEMIA E TUMORI


NOBEL MEDICINA ALL'USO DELL'OSSIGENO NELLE CELLULE
 (ANSA) - Willian Kailin, Peter Radcliffe e Gress Semenza hanno vinto il Nobel per la Medicina 2019 per la scoperta del modo in cui le cellule utilizzano l'ossigeno. Questo meccanismo ha un'importanza cruciale per mantenere le cellule in buona salute e averlo scoperto ha aperto la strada alla comprensione di molte malattie, prime fra anemia e tumori.

Il merito di Kaelin, Ratcliffe e Semenza è nell'avere scoperto il meccanismo molecolare che, all'interno delle cellule, regola l'attività dei geni in risposta al variare dei livelli di ossigeno. Il loro è stato un traguardo inseguito per decenni. La posta in gioco era infatti altissima perché l'ossigeno è l'elemento fondamentale che permette a ogni essere vivente di convertire il cibo in energia, e che è alla base di processi fisiologici fondamentali, dallo sviluppo embrionale alle difese immunitarie.
NOBEL MEDICINA 2019 Kailin, Ratcliffe e SemenzaNOBEL MEDICINA 2019 KAILIN, RATCLIFFE E SEMENZA

E' infatti nella capacità delle cellule di 'dialogare' con l'ambiente uno dei segreti della loro capacità di adattarsi, regolando il loro metabolismo e ogni loro funzione fisiologica. Il primo passo in questa direzione risale a 88 anni fa, quando il fisiologo tedesco Otto Warburg dimostrò che la conversione dell'ossigeno in energia dipende da un processo enzimatico, aggiudicandosi il Nobel per la Medicina nel 1931. Un altro passo in avanti è stato fatto dal fisiologo belga Corneille Heymans, Nobel per la Medicina nel 1938, con la scoperta che nella carotide esistono cellule che si comportano come sensori dell'ossigeno.

Le ricerche sono andate avanti negli anni, finché Semenza non ha individuato un altro sensore dei livelli di ossigeno nel gene chiamato Epo e ha dimostrato il suo legame con la carenza di questo elemento (ipossia) con esperimenti su topi geneticamente modificati. Parallelamente il gruppo di Ratcliffe studiava i meccanismi che regolano l'attività del gene Epo ed entrambe le linee di ricerca hanno finito per dimostrare che il gene è presente in tutti i tessuti dell'organismo. E' cominciata così la caccia agli altri protagonisti che aiutano le cellule ad adattarsi a diversi livelli di ossigeno e, nel 1995, studiando le cellule del fegato, Semenza ha scoperto il fattore che induce l'ipossia (Hif).

CELLULE TUMORALI SOTTO ATTACCO CHIMICOCELLULE TUMORALI SOTTO ATTACCO CHIMICO
A trovare una risposta ulteriore è stato William Kaelin, che studiando una malattia ereditaria ha scoperto il ruolo di un altro gene, chiamato Vhl, capace di aiutare le cellule tumorali a superare l'ipossia. Ricerche successive hanno permesso di ricostruire l'intero processo che regola la risposta delle cellule all'ossigeno, e contemporaneamente hanno lasciato intravedere l'importanza che poter controllare questo meccanismo può avere per capire molti processi fisiologici, come metabolismo, sistema immunitario, sviluppo embrionale, respirazione e adattamento all'alta quota, e per affrontare molte malattie, come anemia, tumori, infarto, ictus, riparazione delle ferite.

NOBEL MEDICINA: CHI SONO I VINCITORI
 (ANSA) - Sono due americani e un inglese i vincitori del Nobel per la Medicina 2019. Il più anziano, Sir Peter J. Ratcliffe, ha 65 anni, nato in Gran Bretagna, a Lancashire nel 1954, ha studiato a Cambridge e poi si è specializzato in nefrologia a Oxford. In questa università ha dato vita a un gruppo di ricerca ed ha avuto una cattedra nel 1996. Attualmente dirige il Centro per la ricerca clinica dell'Istituto Francis Crick di Londra ed è membro dell'Istituto Ludwig per la ricerca sul cancro.

 L'americano Gregg L. Semenza, 63 anni, è nato a New York nel 1956 e ha studiato biologia ad Harvard e poi nell'Università della Pennsylvania. Si è specializzato in pediatria nella Duke University e dal 1999 insegna nella Johns Hopkins University, dove dal 2003 dirige il programma sulla ricerca vascolare. William G. Kaelin, 62 anni, è nato a New York nel 1957 e, dopo gli studi nelle Duke University, si è specializzato in Medicina interna e oncologia nella Johns Hopkins University. Dal 2002 insegna a Harvard. Fonte: qui

LA SCOPERTA DEL SENSORE DELL’OSSIGENO, CHE E' VALSO IL NOBEL PER LA MEDICINA AL TRIO KAELIN-SEMENZA-RATCLIFFE, PUO' ESSERE DECISIVA PER LE FUTURE CURE CONTRO CANCRO, ICTUS, ANEMIA E INFARTI 
BASTI PENSARE CHE LE CELLULE DEI TUMORI SFRUTTANO LA CARENZA DI OSSIGENO SIA PER CREARE NUOVI VASI SANGUIGNI CHE PER CORROMPERE QUELLE CELLULE DEL SISTEMA IMMUNITARIO CHE…


Elena Dusi per “la Repubblica”

NOBEL MEDICINA 2019 Kailin, Ratcliffe e SemenzaNOBEL MEDICINA 2019 KAILIN, RATCLIFFE E SEMENZA
Anche le cellule a volte hanno il fiatone. E quando questo accade - quando cioè non ricevono abbastanza ossigeno per sopravvivere - nell' organismo si innesca un effetto a catena, fatto di geni che si accendono e proteine che si assemblano.

Se le cellule affannate appartengono ad esempio a uno scalatore sull' Everest o a un maratoneta, il risultato sarà la creazione di più globuli rossi (meccanismo sfruttato anche dagli sportivi sleali, con il doping a base di eritropoietina). Se la fame di ossigeno colpisce invece le cellule di un tumore in rapida crescita, il tessuto comincerà a costruire vasi sanguigni in quantità, per risucchiare più ossigeno possibile attraverso il sangue.
william kaelin 2WILLIAM KAELIN 

In un caso e nell' altro, i tre vincitori del Nobel per la Medicina hanno scoperto un tasto cruciale della nostra biologia. Gli studi degli americani William Kaelin e Gregg Semenza e dell' inglese Sir Peter Ratcliffe rappresentano «uno dei meccanismi più ancestrali degli esseri viventi, diffuso dai batteri agli uomini, fin da quando il primo pesce mise il muso fuori dall' acqua» spiega Pier Giuseppe Pelicci, direttore dell' area della ricerca all' Istituto Europeo di Oncologia. «È un meccanismo efficientissimo, in grado di produrre effetti nel giro di pochi secondi».
gregg semenza 2GREGG SEMENZA 

Non è un caso che le cellule del cancro - le entità della biologia forse più astute e perfezionate che esistano - se ne siano appropriate piegandolo ai loro bisogni. «Un tumore è circondato da un ambiente con bassi livelli di ossigeno» spiega Alberto Mantovani, uno dei più importanti immunologi italiani, direttore scientifico dell' Istituto Humanitas a Milano.

«Ed essendo formato da cellule praticamente immortali, selezionate per sopravvivere in condizioni difficilissime, il cancro sfrutta la carenza di ossigeno sia per creare nuovi vasi sanguigni che per corrompere quelle cellule del sistema immunitario che avrebbero il compito di attaccarle. Ma che invece finiscono per aiutarle».
peter ratcliffe 2PETER RATCLIFFE 

Il "sensore dell' ossigeno" scoperto negli anni '90 dai tre Nobel ha dunque implicazioni che vanno dall' adattamento degli alpinisti agli studi sul cancro, dalle tecniche che le cellule usano per sopravvivere a ictus o infarti, fino alla riparazione delle ferite (e il cancro è stato descritto anche come "una ferita che non si rimargina mai").
william kaelin 1WILLIAM KAELIN 

L' Accademia dei Nobel di Stoccolma che ha scelto i vincitori ha sottolineato che ci sono alcuni farmaci allo studio basati sui loro risultati. Ma a parte un trattamento approvato in Cina contro l' anemia (un' altra forma di "fame di ossigeno"), non si può dire che il Premio di quest' anno sia andato a una scoperta che ha rivoluzionato le cure delle malattie. «È normale, siamo nel campo della ricerca di base» sottolinea Mantovani.
gregg semenza 1GREGG SEMENZA 

«A volte i Nobel sono andati a scopritori di farmaci. Questa volta no. Intaccare il meccanismo dei sensori di ossigeno con un medicinale è tutt' altro che facile ». In passato c' era stato grande entusiasmo per la ricerca di farmaci anti- angiogenetici: capaci cioè di bloccare la formazione di nuovi vasi sanguigni nei tumori. Ma anche questo filone dell a ricerca si è un po' ridimensionato negli anni.
peter ratcliffe 1PETER RATCLIFFE 

I vincitori intanto si divideranno gli 830 mila euro di premio e andranno avanti nel loro lavoro. «Il problema dei Nobel è che viene assegnato a scienziati anziani» ha commentato Semenza, 63 anni. «Questo dà l' impressione che la scienza sia fatta da vecchi.
nobel medicinaNOBEL MEDICINA






Ma non è vero. Eravamo giovani quando abbiamo fatto le nostre scoperte». Ratcliffe, 65 anni, è stato raggiunto dalla telefonata da Stoccolma durante una riunione: «La segretaria aveva una certa aria di urgenza ». Kaelin invece, 62 anni, dormiva a Boston. «Ma quando sei uno scienziato e alle 5 del mattino ricevi una chiamata con molte cifre, il cuore inizia a batterti come un pazzo». Fonte: qui

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