LA PROSSIMA SETTIMANA NON SCATTERANNO LE NUOVE TARIFFE USA CONTRO IL MADE IN CHINA HUAWEI NON RIENTRA NELL’INTESA.
Da ansa.it
Stati Uniti e Cina hanno raggiunto un primo sostanziale accordo commerciale, la prima fase di un'intesa più ampia. Lo annuncia Donald Trump. "Abbiamo centrato una sostanziale fase uno dell'accordo" dice il tycoon, spiegando che l'intesa include la proprietà intellettuale, i servizi finanziari e 40-50 miliardi di dollari di acquisti di prodotti commerciali.
Siamo vicini a mettere fine alla guerra commerciale. Lo afferma Donald Trump. L'intesa è una prima fase di un accordo più ampio, la cui fase due inizierà non appena chiusa quella attuale.
I nuovi dazi americani contro il Made in China non scatteranno la prossima settimana come era inizialmente previsto. Lo afferma il segretario al Tesoro Steven Mncuhin. La settimana prossima i dazi americani su una parte del Made in China sarebbero dovuti aumentare dal 25% al 30%.
"Rapporti sani" fra Stati Uniti e Cina sono "importanti per il mondo". Lo ha scritto il presidente cinese Xi Jinping in una lettera indirizzata a Donald Trump, nella quale ha osservato come le aziende cinesi hanno accelerato gli acquisti di semi di soia americani.
Huawei non rientra nel mini-accordo commerciale raggiunto fra Stati Uniti e Cina. E' quanto emerge al termine della due giorni di trattative fra le due superpotenze economiche. Lo riportano i media americani.
Le borse europee terminano in decisa crescita. Svetta Francoforte che mette a segno un rialzo del 2,86%, seguita da Piazza Affari (+1,88%) e Parigi (+1,73%) grazie all'ottimismo dilagante su un accordo Usa-Cina sui dazi.
Chiusura in territorio positivo per Wall Street, spinta dal mini accordo commerciale fra Stati Uniti e Cina. Il Dow Jones sale dell'1,20% a 26.815,71 punti, il Nasdaq avanza dell'1,34% a 8.057,04 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dell'1,09% a 2.970,19 punti. I listini chiudono lontano dai massimi toccati nel corso delle seduta dopo aver appreso che l'intesa deve essere ancora messa per iscritto.
LA TREGUA SUI DAZI USA-CINA VACILLA SUL 5G: "NESSUNA APERTURA A HUAWEI"
OLTRE AD ESERCITARE FORTI PRESSIONI SUGLI EUROPEI PERCHÉ CHIUDANO LE PORTE ALLA TECNOLOGIA CINESE NEL 5G, GLI AMERICANI SEMBRANO DISPOSTI A FINANZIARE FORNITORI ALTERNATIVI COME ERICSSON E NOKIA.
TRUMP NE PARLERÀ ANCHE NELL' INCONTRO CON MATTARELLA
FEDERICO RAMPINI per La Repubblica
La nuova guerra fredda Usa-Cina sulle tecnologie incrocia la visita di Sergio Mattarella negli Stati Uniti, da martedì a venerdì. Proprio mentre sul fronte dei dazi si è registrata una prima schiarita tra le due superpotenze, un comunicato della Casa Bianca inserisce la delicata questione della "sicurezza nelle telecom" tra i temi dell' incontro bilaterale con Donald Trump.
Nell' agenda dell' incontro fra i due presidenti, la mattina del 16 alla Casa Bianca, gli americani citano insieme a tanti temi prevedibili (Nato, Mediterraneo) anche "la quinta generazione della telefonia mobile". Cioè il caso-Huawei, il campione cinese nelle tecnologie avanzate, contro il quale Washington ha decretato un vero e proprio embargo; oltre a volere l' estradizione della direttrice finanziaria dell' azienda arrestata quasi un anno fa in Canada. Dopo il bastone spunta la carota: oltre ad esercitare forti pressioni sugli europei perché chiudano le porte alla tecnologia cinese nel 5G, gli americani sembrano disposti a finanziare fornitori alternativi come Ericsson e Nokia.
Venerdì sera i mercati finanziari e le multinazionali s' interrogavano sulla portata della tregua sul fronte dei dazi. Trump ha enfatizzato soprattutto le promesse cinesi di aumentare gli acquisti di derrate agricole: fino a 50 miliardi, che sarebbe il triplo del valore annuo medio nell' era pre-dazi. Non è chiaro però su quale periodo di tempo i cinesi "spalmeranno" quegli acquisti. Inoltre non si tratta di una vera concessione: in realtà la Cina ha bisogno d' importare derrate alimentari, e soffre per un' acuta penuria di carne suina in seguito ad un' epidemia che ne ha decimato gli allevamenti. Altri temi sui quali Trump ha vantato risultati positivi includono "il trasferimento di tecnologie; la valuta". In virtù di questo accordo non ci sarà l' ulteriore aumento dei dazi americani che doveva scattare questo martedì, dal 25% al 30% su 250 miliardi di merci. È stato però escluso esplicitamente dall' accordo proprio il caso-Huawei.
Il capo dei negoziatori americani, Robert Lighthizer, ha detto che non verranno allentate le restrizioni sul colosso cinese delle telecom. A tenere i fari accesi su Huawei c' è anche l' opposizione democratica. Il capogruppo democratico al Senato, Chuck Schumer, ha esortato la Casa Bianca a «non fare concessioni su Huawei».
È da oltre un anno che l' Amministrazione Usa cerca di costruire un cordone sanitario attorno a Huawei.
La ragione: l' azienda cinese ha conquistato il 28% del mercato mondiale nelle infrastrutture telecom (come i ripetitori della telefonia mobile, le centraline), ma ha una quota superiore nel 5G che è la tecnologia del futuro. Il 5G può arrivare a una velocità di collegamento e circolazione dati che sarà fino al centuplo rispetto agli standard del Wi fi nella quarta generazione. Apre enormi potenziali per gli usi di Internet. Ma consegnare il futuro nelle mani di un' azienda cinese - legata a doppio filo col governo di Pechino e perfino con le sue forze armate - è un errore fatale. Huawei viene visto come un cavallo di Troia per ogni sorta di attività spionistica.
Questo allarme cominciò sotto l' Amministrazione Obama. Perciò non è solo Trump ma l' intero establishment americano che preme sugli alleati europei per fermare Huawei. Con alterni successi. L' Unione europea ancora non ha adottato una linea precisa né potrà necessariamente imporla a tutti gli Stati membri. L' Amministrazione Usa ha un punto debole nella sua campagna anti-Huawei: l' assenza di valide alternative. L' industria, un tempo numero uno, ha accumulato ritardi in questa tecnologia.
Giganti della Silicon Valley come Oracle e Cisco si sono chiamati fuori. Perciò Washington sta pensando di finanziare le alternative europee, cioè Ericsson e Nokia. Le scelte sull' ammodernamento della rete telecom sono di competenza del governo italiano e la Casa Bianca dovrebbe sapere che non dipendono da Mattarella. Tuttavia approfitta della sua visita per ribadire che questo è un terreno minato. In particolare dopo la firma del Memorandum sulle Nuove Vie della Seta fra Xi Jinping e il primo governo Conte.
FEDERICO RAMPINI per La Repubblica
La nuova guerra fredda Usa-Cina sulle tecnologie incrocia la visita di Sergio Mattarella negli Stati Uniti, da martedì a venerdì. Proprio mentre sul fronte dei dazi si è registrata una prima schiarita tra le due superpotenze, un comunicato della Casa Bianca inserisce la delicata questione della "sicurezza nelle telecom" tra i temi dell' incontro bilaterale con Donald Trump.
Nell' agenda dell' incontro fra i due presidenti, la mattina del 16 alla Casa Bianca, gli americani citano insieme a tanti temi prevedibili (Nato, Mediterraneo) anche "la quinta generazione della telefonia mobile". Cioè il caso-Huawei, il campione cinese nelle tecnologie avanzate, contro il quale Washington ha decretato un vero e proprio embargo; oltre a volere l' estradizione della direttrice finanziaria dell' azienda arrestata quasi un anno fa in Canada. Dopo il bastone spunta la carota: oltre ad esercitare forti pressioni sugli europei perché chiudano le porte alla tecnologia cinese nel 5G, gli americani sembrano disposti a finanziare fornitori alternativi come Ericsson e Nokia.
Venerdì sera i mercati finanziari e le multinazionali s' interrogavano sulla portata della tregua sul fronte dei dazi. Trump ha enfatizzato soprattutto le promesse cinesi di aumentare gli acquisti di derrate agricole: fino a 50 miliardi, che sarebbe il triplo del valore annuo medio nell' era pre-dazi. Non è chiaro però su quale periodo di tempo i cinesi "spalmeranno" quegli acquisti. Inoltre non si tratta di una vera concessione: in realtà la Cina ha bisogno d' importare derrate alimentari, e soffre per un' acuta penuria di carne suina in seguito ad un' epidemia che ne ha decimato gli allevamenti. Altri temi sui quali Trump ha vantato risultati positivi includono "il trasferimento di tecnologie; la valuta". In virtù di questo accordo non ci sarà l' ulteriore aumento dei dazi americani che doveva scattare questo martedì, dal 25% al 30% su 250 miliardi di merci. È stato però escluso esplicitamente dall' accordo proprio il caso-Huawei.
Il capo dei negoziatori americani, Robert Lighthizer, ha detto che non verranno allentate le restrizioni sul colosso cinese delle telecom. A tenere i fari accesi su Huawei c' è anche l' opposizione democratica. Il capogruppo democratico al Senato, Chuck Schumer, ha esortato la Casa Bianca a «non fare concessioni su Huawei».
È da oltre un anno che l' Amministrazione Usa cerca di costruire un cordone sanitario attorno a Huawei.
La ragione: l' azienda cinese ha conquistato il 28% del mercato mondiale nelle infrastrutture telecom (come i ripetitori della telefonia mobile, le centraline), ma ha una quota superiore nel 5G che è la tecnologia del futuro. Il 5G può arrivare a una velocità di collegamento e circolazione dati che sarà fino al centuplo rispetto agli standard del Wi fi nella quarta generazione. Apre enormi potenziali per gli usi di Internet. Ma consegnare il futuro nelle mani di un' azienda cinese - legata a doppio filo col governo di Pechino e perfino con le sue forze armate - è un errore fatale. Huawei viene visto come un cavallo di Troia per ogni sorta di attività spionistica.
Questo allarme cominciò sotto l' Amministrazione Obama. Perciò non è solo Trump ma l' intero establishment americano che preme sugli alleati europei per fermare Huawei. Con alterni successi. L' Unione europea ancora non ha adottato una linea precisa né potrà necessariamente imporla a tutti gli Stati membri. L' Amministrazione Usa ha un punto debole nella sua campagna anti-Huawei: l' assenza di valide alternative. L' industria, un tempo numero uno, ha accumulato ritardi in questa tecnologia.
Giganti della Silicon Valley come Oracle e Cisco si sono chiamati fuori. Perciò Washington sta pensando di finanziare le alternative europee, cioè Ericsson e Nokia. Le scelte sull' ammodernamento della rete telecom sono di competenza del governo italiano e la Casa Bianca dovrebbe sapere che non dipendono da Mattarella. Tuttavia approfitta della sua visita per ribadire che questo è un terreno minato. In particolare dopo la firma del Memorandum sulle Nuove Vie della Seta fra Xi Jinping e il primo governo Conte.
CHINA TRUMP FED : DIVERSAMENTE QE! UPDATE!
Fantastico, meraviglioso, entusiasmante accordo nel fine settimana tra i cinesi e gli americani, un accordo sulla parola come tutti gli altri, firmeremo tra qualche settimana, come quello del dicembre scorso, ve lo ricordate…
Ops scusate ... era dicembre del 2018! Usa-Cina, tregua sui dazi. Ripartono i negoziati di repubblica.it/esteri/2018/12 …@repubblica
Fantastico, meraviglioso, entusiasmante accordo nel fine settimana tra i cinesi e gli americani, un accordo sulla parola come tutti gli altri, firmeremo tra qualche settimana, come quello del dicembre scorso, ve lo ricordate…
Ops scusate ... era dicembre del 2018! Usa-Cina, tregua sui dazi. Ripartono i negoziati di repubblica.it/esteri/2018/12 …@repubblica
Usa-Cina, tregua sui dazi. Ripartono i negoziati
Si era il 2 di dicembre dello scorso anno dopo due mesi da tragedia, i mercati che perdevano anche le mutande, all’improvviso…
– Sono partite le prove di un disgelo tra Stati Uniti e Cina. Donald Trump concede a Xi Jinping una tregua sui dazi. Non scatterà a gennaio il rincaro delle tasse doganali americane dal 10% al 25%, che doveva colpire 200 miliardi di dollari di merci importate dalla Cina. Per ora la misura protezionista è solo rinviata, mentre ripartono i negoziati tra le due superpotenze. Ma il clima è cambiato proprio nel corso della cena di lavoro tra le due delegazioni, avvenuta a Buenos Aires dopo la conclusione del G20. All’incontro partecipavano, oltre ai due leader, i principali ministri e consiglieri economici.
A riunione terminata, mentre Trump era già in volo sull’Air Force One alla volta di Washington, è arrivato l’annuncio dalla portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders: “L’aumento dei dazi è sospeso”. Seguito da una dichiarazione dello stesso Trump: “E’ stato un incontro fantastico e produttivo che apre possibilità illimitate sia per gli Stati Uniti che per la Cina. E’ un grande onore lavorare col presidente Xi”.
Si era il 2 di dicembre dello scorso anno dopo due mesi da tragedia, i mercati che perdevano anche le mutande, all’improvviso…
– Sono partite le prove di un disgelo tra Stati Uniti e Cina. Donald Trump concede a Xi Jinping una tregua sui dazi. Non scatterà a gennaio il rincaro delle tasse doganali americane dal 10% al 25%, che doveva colpire 200 miliardi di dollari di merci importate dalla Cina. Per ora la misura protezionista è solo rinviata, mentre ripartono i negoziati tra le due superpotenze. Ma il clima è cambiato proprio nel corso della cena di lavoro tra le due delegazioni, avvenuta a Buenos Aires dopo la conclusione del G20. All’incontro partecipavano, oltre ai due leader, i principali ministri e consiglieri economici.A riunione terminata, mentre Trump era già in volo sull’Air Force One alla volta di Washington, è arrivato l’annuncio dalla portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders: “L’aumento dei dazi è sospeso”. Seguito da una dichiarazione dello stesso Trump: “E’ stato un incontro fantastico e produttivo che apre possibilità illimitate sia per gli Stati Uniti che per la Cina. E’ un grande onore lavorare col presidente Xi”.
UPDATE: ore 11.30
La Cina vuole ulteriori colloqui, prima di firmare il deal! Io me la immagino la scena, Donald, mi araccomando stavolta non andare fuori dai giornalisti a dire che è già tutto fatto abbiamo bisogno di vederci ancora, di pensarci su mi raccomando!
***BREAKINGNEWS*** *CHINA WANTS MORE TALKS BEFORE SIGNING TRUMP’S ‘PHASE ONE’ DEAL
Visualizza altri Tweet di Andrea Mazzalai
La Cina vuole ulteriori colloqui alla fine di ottobre per approfondire i dettagli dell’accordo commerciale della ” fase uno ” promosso da Donald Trump prima che Xi Jinping accetti di firmarlo, secondo le persone che hanno familiarità con la questione, riporta Bloomberg News.
Pechino potrebbe inviare una delegazione guidata dal vice premier Liu He, primo negoziatore della Cina, per finalizzare un accordo scritto che potrebbe essere firmato dai presidenti al vertice della cooperazione economica Asia-Pacifico del prossimo mese in Cile, ha detto uno dei cittadini. Un’altra persona ha affermato che la Cina vuole che Trump elimini l’aumento delle tariffe pianificato a dicembre, oltre all’aumento previsto per questa settimana, qualcosa che l’amministrazione non ha ancora approvato.
Il tutto secondo Bloomberg, il mio caro amico Xi, un grande amico, la Cina fantastico accordo, il più grande di tutti i tempi…ihihihiiiii
E’ stata un incontro fantastico aveva detto il nostro eroe, possibilità illimitate dovevano arrivare!
Visualizza altri Tweet di Andrea Mazzalai
Il più grande accordo della storia, in America si alleveranno maialini ovunque, piamnnte di soia negli orti da New York a San Francisco, tutti si chiederanno come mai sia possibile produrre così tanto, perchè non lo abbiamo fatto prima.
Ma certo siamo alla fase uno, quella degli annunci, funziona sempre così, poi qualcuno suggerisce che è impossibile comprare tutta quella carne da maiale, quella soia, e allora inizia la fase due, Trump si agita, minaccia ancora più dazi, la Cina saluta e rilancia sui dazi, sino alla nuova fase 1.
Io me la immagino già la disperazione di Donald, adesso che la guerra commerciale è finita, la Fed non può più abbassare i tassi, ripartiranno i tweet sull’intelligenza di Powell.
Quello che è certo è che i DAZI CHE HANNO MANDATO IN RECESSIONE IL SISTEMA MANIFATTURIERO MONDIALE RESTANO, e continuano a lavorare in maniera recessiva, poi arriveranno anche quelli sull’Europa e via dicendo.
Venerdì sera la nuova boutade, qualche seme di soia e un maialino per continuare a sognare…
La Cina vuole ulteriori colloqui, prima di firmare il deal! Io me la immagino la scena, Donald, mi araccomando stavolta non andare fuori dai giornalisti a dire che è già tutto fatto abbiamo bisogno di vederci ancora, di pensarci su mi raccomando!
***BREAKINGNEWS*** *CHINA WANTS MORE TALKS BEFORE SIGNING TRUMP’S ‘PHASE ONE’ DEAL
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La Cina vuole ulteriori colloqui alla fine di ottobre per approfondire i dettagli dell’accordo commerciale della ” fase uno ” promosso da Donald Trump prima che Xi Jinping accetti di firmarlo, secondo le persone che hanno familiarità con la questione, riporta Bloomberg News.Pechino potrebbe inviare una delegazione guidata dal vice premier Liu He, primo negoziatore della Cina, per finalizzare un accordo scritto che potrebbe essere firmato dai presidenti al vertice della cooperazione economica Asia-Pacifico del prossimo mese in Cile, ha detto uno dei cittadini. Un’altra persona ha affermato che la Cina vuole che Trump elimini l’aumento delle tariffe pianificato a dicembre, oltre all’aumento previsto per questa settimana, qualcosa che l’amministrazione non ha ancora approvato.
Il tutto secondo Bloomberg, il mio caro amico Xi, un grande amico, la Cina fantastico accordo, il più grande di tutti i tempi…ihihihiiiii
E’ stata un incontro fantastico aveva detto il nostro eroe, possibilità illimitate dovevano arrivare!
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Il più grande accordo della storia, in America si alleveranno maialini ovunque, piamnnte di soia negli orti da New York a San Francisco, tutti si chiederanno come mai sia possibile produrre così tanto, perchè non lo abbiamo fatto prima.
Ma certo siamo alla fase uno, quella degli annunci, funziona sempre così, poi qualcuno suggerisce che è impossibile comprare tutta quella carne da maiale, quella soia, e allora inizia la fase due, Trump si agita, minaccia ancora più dazi, la Cina saluta e rilancia sui dazi, sino alla nuova fase 1.
Io me la immagino già la disperazione di Donald, adesso che la guerra commerciale è finita, la Fed non può più abbassare i tassi, ripartiranno i tweet sull’intelligenza di Powell.
Quello che è certo è che i DAZI CHE HANNO MANDATO IN RECESSIONE IL SISTEMA MANIFATTURIERO MONDIALE RESTANO, e continuano a lavorare in maniera recessiva, poi arriveranno anche quelli sull’Europa e via dicendo.
Venerdì sera la nuova boutade, qualche seme di soia e un maialino per continuare a sognare…
Dazi, Trump annuncia: «Raggiunto sostanziale accordo con la Cina»
«Siamo vicini alla fine della guerra commerciale» dice Trump. La firma dell’accordo avverrà tra 4-5 settimane in Cile quando il presidente americano incontrerà il suo omologo cinese Xi Jinping, a margine del vertice annuale dei paesi Asia Pacifico.
I dettagli dell’accordo non si conoscono ancora. Per ora si sanno i titoli. Il primo punto è la fine dell’escalation dei dazi: gli Stati Uniti martedì prossimo non aumenteranno, come previsto, i dazi dal 25 al 30% su 250 miliardi di export cinese. Non dovrebbero farlo neanche il 15 dicembre sull’ultima tranche di export cinese ancora non tassata, quei 160 miliardi di $ di telefonini, pc, tablet e videogiochi che colpirebbero indirettamente anche Apple e i produttori di computer americani: i collaboratori di Trump temono le ripercussioni sull’economia nel periodo degli acquisti natalizi. Mnuchin ha precisato che su questo punto l’ultima parola resta al presidente Trump.
La Cina in cambio ha concesso aperture sull’industria finanziaria, ha incrementato le importazioni di prodotti agricoli Usa con l’impegno ad acquistare più soia, grano e carne di maiale. E ha siglato un patto sulle valute contro la manipolazione dei cambi. Il Dipartimento all’agricoltura ha già fatto sapere che gli acquisti cinesi di carne di maiale nella settimana del 3 ottobre sono arrivati al livello record di 142.172 tonnellate. Pechino inoltre acquisterà soia americana per un valore aggiuntivo di 10 miliardi di dollari. Trump ha parlato di 40-50 miliardi in più in conferenza stampa, facendo probabilmente confusione con le tonnellate.
E si, si fa presto a fare confuzione con le tonnellate, come la Banca centrale americana, 60 miliardi di dollari di acquisti in più ogni mese sino alla fine di giugno 2020, ma non è il riavvio del QE, mi raccomando, Jerome Powell ci tiene a farvelo sapere, non fate confuzione, quelo è un diversamente QE, analogamente, parimenti, similmente QE, ma non è il QE.
Ora una persona normale qualche domanda se la farebbe, soprattutto quando ci sono di mezzo i propri risparmi, specialmente dopo che il capo di Unicredit ha prima dichiarato che la sua banca applicherà tassi negativi sopra i 100.000 euro, per poi fare una clamorosa inversione ad U e sottolineare che è stato frainteso, mancava uno zero, intendeva sopra il milione e solo ai cienti top o alle aziende.
Ma che bisogno c’era di far partire il diversamente QE se ora la guerra commerciale è finita?
La FED sostiene che l'economia sta crescendo che la disoccupazione è ai minimi storici ma taglia i tassi ed espande il bilancio. Qualcosa non torna serve mantenere a galla un mercato eccessivamente indebitato e impedire lo scoppio delle bolle nei mercati finanziari. #sapevatelo twitter.com/newyorkfed/sta …
23 utenti ne stanno parlando
Tornando a noi, nessuna persona di buon senso, può credere a queste fandonie, se come dicono loro, l’occupazione è ai minimi storici, l’economia vola, l’inflazione è morta e sepolta, che motivo c’è di dare il via SUBITO, senza attendere la riunione di fine mese, al QUANTITATIVE EASING NUMBER FOUR?
Ci hanno rassicurato che quello che era accaduto in settembre era solo un problema tecnico, dovuto alle scadenze fiscali, temporaneao, tutto sotto controllo al punto tale da renderlo permanente, non 45 miliardi come prima ma addirittura 60 miliardi, il panico è di casa a Whasington.
Chiamiamolo diversamente QE, riserve bancarie calate della metà da 2800 miliardi a soli 1400 in pochissime settimane, tassi alle stelle, vicini al dieci per cento, e allora via ad acquisti per 60 miliardi al mese una cifra stratosferica visto che secondo loro è circoscritta ai soli Tbills a un anno, null’altro ci raccontano del perchè è successo tutto questo nelle ultime settimana.
Quello che è interessante è che qualcuno sta pensando di allentare la presa sulle filiale delle banche estere, in primis Deutsche Bank…
I regolatori bancari statunitensi hanno abbandonato l’idea di assoggettare le filiali locali delle banche straniere a nuove e rigide regole di liquidità, con una mossa che potrebbe avvantaggiare la già turbata Deutsche Bank più di ogni altra. La Federal Reserve annuncerà giovedì che ha deciso di non forzare le filiali statunitensi di banche straniere a detenere un livello minimo di attività liquide per proteggerle da una crisi di liquidità, secondo le persone che hanno familiarità con la decisione.
Non solo Deutsche Bank! Torno a consigliare agli amici di Machiavelli di rispolverare il nostro modellino sulla solidità delle banche europee, che utilizzeremo nuovamente nel prossimo manoscritto, verso la fine del mese.
Penso non ci sia bisogno di aggiungere altro, nella finanza privata, le regole si applicano e si tolgono a seconda della convenienza, in quella pubblica, guai a cambiare le regole, forse un giorno anche i politici lo capiranno, ma dubito di vedere l’alba sull’argomento.
Per il resto, nulla cambia, nel frattempo la sterlina vola, mettendo a segno in un giorno e mezzo, il più spettacolare volo degli ultimi anni…
«Siamo vicini alla fine della guerra commerciale» dice Trump. La firma dell’accordo avverrà tra 4-5 settimane in Cile quando il presidente americano incontrerà il suo omologo cinese Xi Jinping, a margine del vertice annuale dei paesi Asia Pacifico.I dettagli dell’accordo non si conoscono ancora. Per ora si sanno i titoli. Il primo punto è la fine dell’escalation dei dazi: gli Stati Uniti martedì prossimo non aumenteranno, come previsto, i dazi dal 25 al 30% su 250 miliardi di export cinese. Non dovrebbero farlo neanche il 15 dicembre sull’ultima tranche di export cinese ancora non tassata, quei 160 miliardi di $ di telefonini, pc, tablet e videogiochi che colpirebbero indirettamente anche Apple e i produttori di computer americani: i collaboratori di Trump temono le ripercussioni sull’economia nel periodo degli acquisti natalizi. Mnuchin ha precisato che su questo punto l’ultima parola resta al presidente Trump.La Cina in cambio ha concesso aperture sull’industria finanziaria, ha incrementato le importazioni di prodotti agricoli Usa con l’impegno ad acquistare più soia, grano e carne di maiale. E ha siglato un patto sulle valute contro la manipolazione dei cambi. Il Dipartimento all’agricoltura ha già fatto sapere che gli acquisti cinesi di carne di maiale nella settimana del 3 ottobre sono arrivati al livello record di 142.172 tonnellate. Pechino inoltre acquisterà soia americana per un valore aggiuntivo di 10 miliardi di dollari. Trump ha parlato di 40-50 miliardi in più in conferenza stampa, facendo probabilmente confusione con le tonnellate.
E si, si fa presto a fare confuzione con le tonnellate, come la Banca centrale americana, 60 miliardi di dollari di acquisti in più ogni mese sino alla fine di giugno 2020, ma non è il riavvio del QE, mi raccomando, Jerome Powell ci tiene a farvelo sapere, non fate confuzione, quelo è un diversamente QE, analogamente, parimenti, similmente QE, ma non è il QE.
Ora una persona normale qualche domanda se la farebbe, soprattutto quando ci sono di mezzo i propri risparmi, specialmente dopo che il capo di Unicredit ha prima dichiarato che la sua banca applicherà tassi negativi sopra i 100.000 euro, per poi fare una clamorosa inversione ad U e sottolineare che è stato frainteso, mancava uno zero, intendeva sopra il milione e solo ai cienti top o alle aziende.
Ma che bisogno c’era di far partire il diversamente QE se ora la guerra commerciale è finita?
La FED sostiene che l'economia sta crescendo che la disoccupazione è ai minimi storici ma taglia i tassi ed espande il bilancio. Qualcosa non torna serve mantenere a galla un mercato eccessivamente indebitato e impedire lo scoppio delle bolle nei mercati finanziari. #sapevatelo twitter.com/newyorkfed/sta …
23 utenti ne stanno parlando
Tornando a noi, nessuna persona di buon senso, può credere a queste fandonie, se come dicono loro, l’occupazione è ai minimi storici, l’economia vola, l’inflazione è morta e sepolta, che motivo c’è di dare il via SUBITO, senza attendere la riunione di fine mese, al QUANTITATIVE EASING NUMBER FOUR?
Ci hanno rassicurato che quello che era accaduto in settembre era solo un problema tecnico, dovuto alle scadenze fiscali, temporaneao, tutto sotto controllo al punto tale da renderlo permanente, non 45 miliardi come prima ma addirittura 60 miliardi, il panico è di casa a Whasington.
Chiamiamolo diversamente QE, riserve bancarie calate della metà da 2800 miliardi a soli 1400 in pochissime settimane, tassi alle stelle, vicini al dieci per cento, e allora via ad acquisti per 60 miliardi al mese una cifra stratosferica visto che secondo loro è circoscritta ai soli Tbills a un anno, null’altro ci raccontano del perchè è successo tutto questo nelle ultime settimana.
Quello che è interessante è che qualcuno sta pensando di allentare la presa sulle filiale delle banche estere, in primis Deutsche Bank…
I regolatori bancari statunitensi hanno abbandonato l’idea di assoggettare le filiali locali delle banche straniere a nuove e rigide regole di liquidità, con una mossa che potrebbe avvantaggiare la già turbata Deutsche Bank più di ogni altra. La Federal Reserve annuncerà giovedì che ha deciso di non forzare le filiali statunitensi di banche straniere a detenere un livello minimo di attività liquide per proteggerle da una crisi di liquidità, secondo le persone che hanno familiarità con la decisione.
Non solo Deutsche Bank! Torno a consigliare agli amici di Machiavelli di rispolverare il nostro modellino sulla solidità delle banche europee, che utilizzeremo nuovamente nel prossimo manoscritto, verso la fine del mese.
Penso non ci sia bisogno di aggiungere altro, nella finanza privata, le regole si applicano e si tolgono a seconda della convenienza, in quella pubblica, guai a cambiare le regole, forse un giorno anche i politici lo capiranno, ma dubito di vedere l’alba sull’argomento.
Per il resto, nulla cambia, nel frattempo la sterlina vola, mettendo a segno in un giorno e mezzo, il più spettacolare volo degli ultimi anni…
Brexit, negoziati intensi ma la posizione Ue non cambia - Europa
Anche in queste caso, si preannunciano sorprese in grado di stravolgere le aspettative sulla Brexit, ma di questo ne parleremo nel prossimo manoscritto.
Fonte: qui
Anche in queste caso, si preannunciano sorprese in grado di stravolgere le aspettative sulla Brexit, ma di questo ne parleremo nel prossimo manoscritto.
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