IL RICHIEDENTE ASILO MOLESTAVA I PASSANTI, ERA AGGRESSIVO E NESSUNO L’HA FERMATO NONOSTANTE LE NUMEROSE SEGNALAZIONI…
Brunella Bolloli per “Libero quotidiano”
Si chiamava Ulderico Esposito, aveva 52 anni, una moglie, due figlie e ogni mattina si alzava per andare a lavorare nel suo negozio, una tabaccheria della stazione Chiaiano della Linea 1 della metropolitana di Napoli. È morto l' altra notte dopo un mese di agonia all' ospedale Cardarelli di Napoli. Il 9 giugno era stato colpito alla testa con un pugno violentissimo sferrato da un richiedente asilo nigeriano, una delle tante "risorse" che secondo certi buonisti dovremmo accollarci senza discutere, per non passare da cattivoni razzisti.
Questo tizio, clandestino sul nostro territorio, passava le sue giornate a sbronzarsi e a molestare i passanti. Faceva paura non soltanto alle donne, ma anche ad altri viaggiatori, eppure nessuno l' ha fermato.
Nessuno tranne Ulderico Esposito, che gli amici di Mugnano chiamavano Rico e che ora piangono perché «una morte così è una vergogna, non si può tollerare». Il tabaccaio e la moglie, Daniela, da tre anni si trovavano sull' uscio del negozio il nigeriano bugiardo (diceva di chiamarsi Joseph invece il nome vero era Alfred) che sperava di raccattare qualche soldo dai clienti della ricevitoria.
Stava appostato dalle 7 del mattino alle otto e mezza di sera e se non gli davano quello che voleva, l'extracomunitario insultava con le più brutali parolacce. «Era troppo invadente», ricorda la signora Daniela e noi ci permettevamo di fargli notare che avrebbe dovuto cercarsi un lavoro, ma lui rispondeva: «Io un lavoro ce l'ho già». Fare l'elemosina.
CLIENTI MOLESTATI
La moglie del tabaccaio aveva provato a chiedere aiuto, a scrivere alle autorità, ma è stato tutto inutile e, anzi, i due coniugi sono stati scambiati per xenofobi soltanto perché, esasperati da quella presenza quotidiana ingombrante, volevano lavorare con serenità e senza che i clienti fossero infastiditi.
«Puoi andartene per favore?», gli ha domandato alla fine l' esercente. Una richiesta garbata, legittima, come garbato era Ulderico: persona buona e stimata da tutti, con il sorriso stampato sul viso e un amore immenso per la sua famiglia. Il tabaccaio non ha alzato la voce, non ha minacciato ritorsioni, ha semplicemente domandato.
Ma quella terribile sera di un mese fa, mentre stava tirando giù la saracinesca per andare a casa con la moglie, il 36enne africano si è avvicinato e ha insultato: «Tabaccà omm e m...», poi gli ha tirato un pugno in faccia e l' ha fatto stramazzare a terra. Il 52enne ha sbattuto la testa e ha cominciato a perdere sangue dalle orecchie e dal naso, le sue condizioni sono subito apparse molto gravi.
Il pugno gli ha provocato un emorragia cerebrale che non gli ha dato scampo. Rimasto in coma per circa un mese, ieri si è spento in un letto d'ospedale. Straziate dal dolore la moglie Daniela e le figlie, che facevano i turni per tenere aperta la tabaccheria e speravano in un miracolo che invece non è mai arrivato. Il nigeriano, arrestato la sera stessa dell' aggressione, «sarà espulso dopo che si sarà fatto molti anni di carcere», assicura il ministro dell' Interno Matteo Salvini.
Per lui l'accusa diventa ora da lesioni gravi a omicidio preterintenzionale, anche se il senatore azzurro, Francesco Giro, avverte: «Ora la magistratura non indebolisca l'atto di imputazione perché il delitto non è preterintenzionale, ma totalmente volontario e doloso, una vera esecuzione capitale».
Tristezza e sgomento vengono espressi dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, dal governatore campano Enzo De Luca, da tanti esponenti politici locali. Il presidente provinciale della Federazione Tabaccai, Francesco Marigliano invoca «una risposta forte dello Stato». Per il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, invece, si tratta di un duro colpo al cuore la città.
C'è indignazione soprattutto da parte dei colleghi commercianti di tutta Italia, specie da chi ha subìto in passato rapine o tentativi di furto e ha deciso di reagire per non soccombere di fronte ai delinquenti. «L'Italia non ha più spazio per le vittime», ha dichiarato Graziano Stacchio, il benzinaio vicentino che sparò alla banda di ladri che tentava il colpo nella gioielleria accanto al suo distributore. «Questi vermi non hanno il diritto di stare in Italia», ha commentato Roberto Zancan, la cui gioielleria fu assaltata dai rapinatori nel 2015.
«Non ci sentiamo tutelati», ha detto all' Adn Franco Birolo, tabaccaio padovano, «e il caso di Esposito è l' ennesimo in cui si viene colpiti anche quando non si reagisce; c' è chi lo fa e viene incriminato da qualche giudice che ha poco buonsenso e chi, come questo povero tabaccaio è stato preso a pugni solo per aver parlato». A Chiaiano la serranda gialla è abbassata, davanti c' è un mazzo di rose rosse e sopra un biglietto: «Rico è tornato alla casa del Padre».
Fonte: qui
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