LA STORIA DELL'''UOMO D'AFFARI'' DI CASTEL ROMANO (ROMA) CHE VENDEVA LE AUTO A PREGIUDICATI DI TUTTA ITALIA PER COMPIERE REATI, SOPRATTUTTO RAPINE
L'ATTIVITÀ PROSEGUIVA INDISTURBATA DAL 2006, FINCHÉ IL SERBO NON È STATO FERMATO PER UN BANALE CONTROLLO MENTRE ERA ALLA GUIDA DEL SUO FURGONE E…
C’è un nuovo business tra i rom: vendere auto "fantasma" per compiere reati di ogni tipo.
CAMPO NOMADI CASTEL ROMANO
Un business redditizio, anche molto. Ne aveva intestate ben centosessantasei un rom sessantatreenne del campo nomade di Castel Romano. Un giro d’affari incontrollato e, chiaramente, a nero. Vendeva le auto a pregiudicati in tutta Italia. L’intestatario era sempre lui. Facile così evitare le multe e i controlli. Magari fuggire pure ai posto di blocco della polizia. Difficile sapere chi c'era alla guida.Una truffa a tutti gli effetti, che ha permesso al cittadino serbo, residente in un campo rom poco fuori Roma, di prendersi gioco delle autorità italiane per ben 13 lunghi anni. Dal 2006, anno in cui è stata costituita la società di cui era amministratore delegato. Il rom copriva gli acquirenti che, proprio con quelle auto da lui vendute, mettevano in atto reati di ogni genere, tra cui una lunghissima fila di rapine.
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Un sistema di compra-vendita del tutto illegale e pensato a puntino. Studiato a lungo, ecco come si guadagnava da vivere. Possibile che nessuno se ne sia mai accorto? Negli anni il truffatore rom utilizzava ben due codici fiscali e una partita Iva riconducibile alla società per portare avanti i suoi loschi affari.
A scoprire l’inganno e a smascherarlo sono stati i carabinieri del Nucleo radiomobile di Roma. Durante un normale controllo di routine lo hanno fermato a Roma sulla trafficatissima via Cristoforo Colombo dove viaggiava a bordo di un furgone.
Il serbo è stato subito portato in caserma dove, al termine di verifiche più approfondite, i Carabinieri hanno appurato che i veicoli sono risultati in uso ad altre persone, molte delle quali con diverse condanne alle spalle.
Il rom è accusato di “induzione in errore con inganno continuata e in concorso di pubblici ufficiali al fine di indurli a commettere falso ideologico e favoreggiamento reale”.
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Al momento i carabinieri stanno verificando con precisione in quante occasioni, e per quali tipi di reati, siano state utilizzate le 166 auto intestate al rom romano. Intanto i carabinieri, per evitare che l’uomo possa compiere ancora delle truffe, hanno richiesto all’Autorità Giudiziaria l’emissione di un decreto di blocco anagrafico sui due codici fiscali, oltre alla cancellazione alla Camera di Commercio di Roma della sua società.
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