Premessa: per fortuna che il Bitcoin c'èèèè.... ;-)
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È una mattina qualsiasi della vostra vita.
Vi accingete a entrare in un bar per il secondo caffè della giornata, ma vi accorgete di non avere contanti.
Per fortuna lì accanto c’è un bancomat.
Distrattamente infilate la tessera e… che seccatura, non funziona.
Pazienza, pagherete con carta di credito.
Orrore: non funziona neanche quella.
(thread lungo proveniente dal futuro, dopo l’”incidente”)
“Ma che non lo sa?”
“Cosa?”
“Le carte oggi non funzionano”
“Ah, e perché?”
“L’Italia è uscita dall’euro”
“Ma che dice? Quando? Ieri sera eravamo nell’euro! Lo spread era a 800, lo so, ma coso… quello lì, com’è che si chiama… in conferenza stampa ha detto che era tutto a posto…
E poi che c’entra la mia carta scusi?”
“Vabbe’ ‘sto caffè lo offro io va”.............................
.
“No aspetti, non c’è bisogno. Ecco, ho qui con me un minibot da 1 €, me l’ha regalato mio figlio che l’ha vinto a Monopoli, c’è la faccia di Tardelli sopra”
“Vabbe’, se insiste… però me ne deve da’ 10”
“Ma come 10? 10 € per un caffè?”
“No, è che se vuole paga’ in minibot fanno 10 da 1 €”
“Ma non è la stessa cosa scusi? Borghi ha detto…”
“Dai nun se preoccupi, offro io”.
Il fatto è che l’Italia è uscita dall’euro nella notte.
“La fase 1: attaccheremo all’alba”..........................................................
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Nel 1982 l’Italia vinceva la coppa del mondo. Io avevo finito la prima liceo, avevo un sacco di capelli ed erano anni felici, almeno per come la vedevo io.
Erano gli spensierati anni 80.
L’Italia allora era ancora sovrana, eravamo padroni a casa nostra e battevamo orgogliosamente moneta propria.
L’inflazione nel 1982 era al 17%, lo spread BTP/Bund a 1175 punti base, i tassi d’interesse al 25%. Insomma eravamo in Sudamerica ma non lo sapevamo. Allora però il debito del paese rispetto al PIL viaggiava intorno al 60%.
Non c’era l’euro, non c’era Macron, non c’era Juncker, l’Europa non ci chiedeva niente.
In quegli anni i liberi professionisti erano praticamente nulla tenenti, i rappresentanti di commercio scaricavano dalle tasse le barche a vela e consumavano (per il fisco) abbastanza benzina da fare il giro della terra, i dentisti facevano la prima fattura a ottobre, il fuoribusta nel Nord-est era un benefit troppo attraente per perdere tempo con l’università e spesso anche con il liceo.
In quegli anni noi svalutavamo la nostra liretta come massima strategia monetaria, magari per vendere in Germania due sedie o due scarpe in più (ovviamente prodotti a basso costo grazie al fuoribusta) ma poi ci serviva una vita per pagare il mutuo della prima casa e ci compravamo i BTP per difenderci un po’ da tassi di inflazione sempre in doppia cifra che erodevano ogni mese il potere d’acquisto.
Ma allora ci sembrava tutto bellissimo, almeno lo ricordiamo così, noi ragazzi degli anni 80.
In quel momento, mentre io ascoltavo gli Spandau Ballet sulle spiagge di Lignano, i nostri politici cominciarono a fregarsene del mio futuro, smisero di fare manovre di bilancio che tenessero almeno un po’ da conto il fatto che un giorno la mia generazione sarebbe stata oggi nella stessa posizione delle persone che allora mandavano allegramente in pensione, costruivamo orrendi palazzi ovunque, strade inutili, scuole marce in partenza e capannoni industriali come non ci fosse un domani.
Ma, come sempre, il domani è arrivato.
Io non sono un economista, non certo uno bravo e illuminato come Borghi. Non sono nemmeno un politico, uno acclamato dalle folle come Salvini.
Io sono solo un ingegnere chimico che fa il manager da molti anni, che qualche bilancio, anche di considerevole dimensioni per gli standard italiani, lo ha gestito e che nella vita si è riservato il lusso di leggere più di qualche libro.
Insomma ce n’è abbastanza da poter pretendere qualcosa di più di un ex bibitaro del San Paolo e di un ex commesso di Burghy per farmi prendere in giro, almeno sui numeri.
E io non voglio che ai miei figli sia fatto quello che è stato fatto a me e alla mia generazione da politici irresponsabili e disonesti, esattamente come lo siete voi, disonesti intellettualmente quand’anche non materialmente.
Il solo pensare di tornare alle ricette economiche degli anni 80 con la situazione patrimoniale del 2019 e nel mondo del 2019, sarebbe sufficiente a farvi meritare la clinica psichiatrica, se non la galera.
Perché l’Italia fa politiche in deficit da decenni, la lira era già una liretta quando il mercato globale praticamente non esisteva, la Russia e la Cina, il sud-est asiatico non esportavano e i risultati sono quelli che oggi vediamo tutti.
Quindi caro Salvini, anche se probabilmente non capisci molto di quello di cui vai blaterando (citare Di Maio sul punto non vale nemmeno la pena) non mi venire a raccontare che la soluzione è tornare alla lira e a fare politiche di deficit che chiami (in malafede) espansive.
La storia italiana per chi la conosce, dimostra l’esatto contrario. Il problema è molto più complesso di come tu lo dipingi ai tuoi elettori.
Perché se io oggi sono costretto a lavorare almeno dieci anni più di mio padre, se io oggi sono costretto ad andare in pensione con una miseria rispetto a quanto avrò versato di contributi, è colpa delle stesse porcherie che tu vai propagandando come facili, ovvie e brillanti soluzioni.
Ora puoi tornare su Twitter a raccontarmi che oggi hai espulso un senegalese, anche se non è vero. A me non cambia nulla.
A te, per ora, da un senso e un ritorno elettorale alla tua esperienza politica ma, caro Salvini, per noi è il solito, trito e ritrito senso di pubblica inutilità della politica italiana.
Adriano Costantini (Manager ed Ingegnere)
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Si chiamava "El Patacòn", una moneta parallela creata in Argentina in piena tragedia economica agli inizi del millennio.
Erano "ufficialmente" garantiti dallo Stato, e i giornalisti economici li definirono subito mini-bond.
Fu una catastrofe.
La mazzata definitiva per il paese.
Lo Stato non rimborsò un bel nulla, i "patacones" non li voleva più nessuno e diventarono carta straccia.
L'inflazione esplodeva a livelli inconcepibili e inimmaginabili per un europeo.
Proprio in quel momento, arrivai a Buenos Aires per un viaggio della memoria.
La sera, andai con alcuni amici in un ristorante in centro.
Al tavolo c'era un apparecchietto quadrato con un orologio e un timer inserito, dotato di un display luminoso che forniva dei numeri a intermittenza.
Chiesi al cameriere che cosa fosse.
Mi spiegò che era il calcolatore dell'inflazione, motivo per cui il menù non era dotato di prezzo.
In seguito alla comunicazione ufficiale del governo, infatti, "los patacones" erano diventati insolvibili e l'inflazione aveva raggiunto la media del 5/10% al giorno, ovvero la media del 200% al mese.
Tradotto voleva dire che quando entravi in un ristorante, se la pizza e una birra costavano 12 euro alle ore 21, alle ore 23 potevano costare 14.
La vita quotidiana era un delirio surreale.
Due individui che fanno parte dell'attuale esecutivo italiano (niente nomi, please) hanno addirittura citato quell'esperienza come un modello positivo cui far riferimento ammettendo di aver preso l'idea da lì.
E' molto peggio del guaio dell'ideologia o della disinformazione.
Qui stiamo entrando in un quadro di totale squilibrio mentale.
E' come affidare la ricostruzione del ponte Morandi a Maurizio Crozza sostenendo che la gestione va affidata a un genovese doc.
Nel nome del sovranismo, si intende.
Sergio Di Cori Modigliani
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Infine non perdete dal mio post: Se potessi avereee 1000 lire (turche) al meseeee....
i famosi 7 PUNTI DOLENTI....
.............E' chiaro che l'euro non è perfetto e va migliorato insieme alla UEma il ritorno alla Lira - a monte del fatto che sia cosa buona oppure no - rimane per ora un MITO, prima di tutto perchè non esiste un piano pratico per tornarci che non passi per una CATASTROFE.Allo stesso tempo rispetto alla descrizione dei tempi della LIRA fatta da Phastidiola situazione nel frattempo è persino peggiorata rispetto al 19761. Oggi c'è un'economia Globalizzata Iper-competitiva con tanti nuovi Big Player che ci stanno facendo a fettine2. Oggi c'è una finanza globale finanziarizzata che è velocissima e con enorme potere di fuoco...ed è pure in leva = ancora maggiore velocità e potere di fuoco = dunque se decidono di attaccarti...altro che nel 1976 a botte di telefono e dei primi fax!3. politicamente siamo sempre più marginali mentre nel 1976 eravamo l'ago strategico della bilancia nella guerra fredda in Europa = allora tutto ci era permesso o quasi4. il debito pubblico oggi è alle stelle insieme al rapporto debito/PIL rispetto agli anni 70, dunque tutto è amplificato e più difficile da gestire5. nel 1976 Italia era all'avanguardia anche nell'industria mentre oggi siamo sempre più indietro con l'innovazione che avanza veloce e con produzioni industriali sempre più sofisticate e tecnologiche, mentre molta della nostra industria è rimasta indietro, a parte meritevoli nicchie.Per esempio nel 1976 il settore tech quasi non esisteva mentre oggi è importantissimo e noi siamo quasi inesistenti.6. Il SUD va sempre peggio e s'inabissa sempre di più della sua terzomondizzazione7. i politici di oggi sono dei caproni ignoranti populisti che fanno apparire i politici degli anni 70 dei fini statisti a confronto....................
Fonte: qui
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