PRENDI IL MINI-BOT E SCAPPA DALL’EURO
IL GOVERNO HA DATO PARERE FAVOREVOLE, SALVO POI FAR SMENTIRE TUTTO AL MEF: “NON SERVONO…”
Voto, Padoan contro Borghi: minibot sono doppia moneta, danno per...
DEBITI PA, OK BIPARTISAN AI MINIBOT. MA IL MEF NON CI STA: "NON SERVONO"
Non serve pensare ai mini-Bot per finanziare il pagamento dei debiti della P.a. A dirlo è il ministero dell'Economia dopo che nei giorni scorsi la Camera ha approvato all'unanimità (maggioranza e opposizioni) una mozione che impegna tra l'altro il governo proprio a studiare questi strumenti per accelerare i pagamenti. "Non c'e' - precisa il Mef - nessuna necessita' ne' sono allo studio misure di finanziamento di alcun tipo, tanto meno emissioni di titoli di Stato di piccolo taglio, per far fronte a presunti ritardi dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni italiane".
La mozione e' stata approvata dalla Camera il 28 maggio, con il parere positivo del governo, rappresentato in quella fase della seduta da Alessandra Pesce, sottosegretario alle Politiche agricole. Il testo e' stato frutto di una mediazione tra opposizioni e maggioranza: il primo a presentare una mozione per accelerare i pagamenti dei debiti della P.a. era stato per Forza Italia Simone Baldelli, con un testo che prevedeva tra l'altro di rendere strutturale e di ampliare la compensazione debiti-crediti con la pubblica amministrazione. In seguito anche la maggioranza aveva presentato una sua mozione, che gia' conteneva l'indicazione di studiare i mini-Bot.
Dopo una interruzione d'Aula, richiesta proprio da Baldelli per arrivare a una mozione unitaria, e' stato raggiunto un accordo sul testo che poi e' stato votato all'unanimita'. Quest'ultimo, sottoscritto anche dalle opposizioni, prevede la stabilizzazione e l'ampliamento della compensazione debiti-crediti, la modifica del codice appalti nelle parti non conformi alla direttiva Ue sui ritardi nei pagamenti, la possibilita' per le imprese di avere il Durc se dimostrano di avere crediti con la P.a. che giustificano i ritardi nel versamento dei contributi, specifiche misure di monitoraggio e adesione di tutte le amministrazioni alla piattaforma elettronica Siope e, infine, "la cartolarizzazione dei crediti fiscali, anche attraverso strumenti quali titoli di Stato di piccolo taglio" tra gli strumenti per accelerare i pagamenti. Questo ultimo punto, e' stato "voluto e introdotto dalla maggioranza" nel testo della mozione, ha chiarito sempre Baldelli come si evince dai resoconti parlamentari, chiedendo di metterli in campo dopo avere verificato la loro "compatibilita' con gli equilibri di finanza pubblica". Alcuni dubbi sono stati espressi, in dichiarazioni di voto, anche da Walter Rizzetto di Fdi, mentre il Pd nell'annunciare il voto favorevole non si e' espresso su punto.
CON I MINIBOT L’ITALIA FA UN PASSO VERSO L’USCITA DALL’EURO
Luciano Capone per “il Foglio”
Martedì la Camera ha approvato all’unanimità – e con il parere favorevole dell’esecutivo – una mozione che impegna il governo a pagare i debiti della Pubblica amministrazione “anche attraverso titoli di stato di piccolo taglio”: i cosiddetti “minibot”. In pratica maggioranza e opposizione, chi in maniera consapevole e chi del tutto inconsapevolmente (e forse è questo l’aspetto più grave), hanno spinto l’Italia verso la porta d’uscita dall’euro. Parliamo pur sempre di una mozione, che al momento non ha alcuna efficacia, ma gli investitori hanno registrato il segnale – che arriva in un periodo di incertezza e forti attacchi alle regole europee – portando lo spread oltre i 290 punti.
La tensione sui mercati ha costretto il ministero dell’Economia a smentire l’ipotesi minibot: “Non c’è nessuna necessità né sono allo studio misure di finanziamento di alcun tipo, tanto meno emissioni di titoli di stato di piccolo taglio, per fare fronte a presunti ritardi dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni italiane”. Il problema è che il governo aveva espresso parere favorevole, ma a quanto pare – pur essendo materia di competenza del Tesoro – il ministero dei Rapporti con il Parlamento non aveva informato Via XX Settembre. Ma perché la questione è così delicata? Cosa sono i “minibot”? Se lo stato deve i suoi debiti pagare emettendo dei bond, perché non vende sul mercato normali Btp e paga i creditori con il ricavato in euro?
La peculiarità dei “minibot”, di cui si è occupata anche la Banca d’Italia per descrivere i limiti del quadro normativo, è che sono bond di piccolo taglio da scambiare come banconote, diventando così una sorta di moneta parallela.
Secondo il suo ideatore, il responsabile economico della Lega Claudio Borghi, i “minibot” sono il primo passo verso l’Eurexit: “E’ un espediente per uscire in modo ordinato, una specie di ruota scorta – ha dichiarato in passato – Nel momento in cui si decide di uscire, il minibot diventerà il contante della nuova moneta”. Borghi presentò per la prima volta l’idea nel 2012, al convegno “Goofynomics” organizzato dal leghista No euro Alberto Bagnai, descrivendo i minibot come “una maniera subdola per introdurre fintamente un’altra moneta”.
E più recentemente, nel 2017, ha ribadito il concetto al convegno “Oltre l’euro” alla presenza di Matteo Salvini: “Avremmo una moneta in circolazione che poi potrebbe diventare la nostra”. Naturalmente di questa operazione “subdola” se ne sono accorti i mercati, che ricordano un tentativo analogo da parte di Yanis Varoufakis per condurre la Grecia fuori dall’euro. Non se ne è invece resa conto l’opposizione. Silvia Fregolent, capogruppo dem in commissione Finanze, ribadisce la contrarietà del Pd ai minibot e ammette la leggerezza: “Mi assumo la responsabilità di avere sottovalutato il testo, volevamo approvare una mozione unitaria sui debiti della Pa – dice al Foglio – Ne parlerò con il capogruppo e, se ne vede la necessità, sono disposta a lasciare ad altri la guida in commissione”. Fonte: qui
DEBITI PA, OK BIPARTISAN AI MINIBOT. MA IL MEF NON CI STA: "NON SERVONO"
Non serve pensare ai mini-Bot per finanziare il pagamento dei debiti della P.a. A dirlo è il ministero dell'Economia dopo che nei giorni scorsi la Camera ha approvato all'unanimità (maggioranza e opposizioni) una mozione che impegna tra l'altro il governo proprio a studiare questi strumenti per accelerare i pagamenti. "Non c'e' - precisa il Mef - nessuna necessita' ne' sono allo studio misure di finanziamento di alcun tipo, tanto meno emissioni di titoli di Stato di piccolo taglio, per far fronte a presunti ritardi dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni italiane".
La mozione e' stata approvata dalla Camera il 28 maggio, con il parere positivo del governo, rappresentato in quella fase della seduta da Alessandra Pesce, sottosegretario alle Politiche agricole. Il testo e' stato frutto di una mediazione tra opposizioni e maggioranza: il primo a presentare una mozione per accelerare i pagamenti dei debiti della P.a. era stato per Forza Italia Simone Baldelli, con un testo che prevedeva tra l'altro di rendere strutturale e di ampliare la compensazione debiti-crediti con la pubblica amministrazione. In seguito anche la maggioranza aveva presentato una sua mozione, che gia' conteneva l'indicazione di studiare i mini-Bot.
Dopo una interruzione d'Aula, richiesta proprio da Baldelli per arrivare a una mozione unitaria, e' stato raggiunto un accordo sul testo che poi e' stato votato all'unanimita'. Quest'ultimo, sottoscritto anche dalle opposizioni, prevede la stabilizzazione e l'ampliamento della compensazione debiti-crediti, la modifica del codice appalti nelle parti non conformi alla direttiva Ue sui ritardi nei pagamenti, la possibilita' per le imprese di avere il Durc se dimostrano di avere crediti con la P.a. che giustificano i ritardi nel versamento dei contributi, specifiche misure di monitoraggio e adesione di tutte le amministrazioni alla piattaforma elettronica Siope e, infine, "la cartolarizzazione dei crediti fiscali, anche attraverso strumenti quali titoli di Stato di piccolo taglio" tra gli strumenti per accelerare i pagamenti. Questo ultimo punto, e' stato "voluto e introdotto dalla maggioranza" nel testo della mozione, ha chiarito sempre Baldelli come si evince dai resoconti parlamentari, chiedendo di metterli in campo dopo avere verificato la loro "compatibilita' con gli equilibri di finanza pubblica". Alcuni dubbi sono stati espressi, in dichiarazioni di voto, anche da Walter Rizzetto di Fdi, mentre il Pd nell'annunciare il voto favorevole non si e' espresso su punto.
CON I MINIBOT L’ITALIA FA UN PASSO VERSO L’USCITA DALL’EURO
Luciano Capone per “il Foglio”
Martedì la Camera ha approvato all’unanimità – e con il parere favorevole dell’esecutivo – una mozione che impegna il governo a pagare i debiti della Pubblica amministrazione “anche attraverso titoli di stato di piccolo taglio”: i cosiddetti “minibot”. In pratica maggioranza e opposizione, chi in maniera consapevole e chi del tutto inconsapevolmente (e forse è questo l’aspetto più grave), hanno spinto l’Italia verso la porta d’uscita dall’euro. Parliamo pur sempre di una mozione, che al momento non ha alcuna efficacia, ma gli investitori hanno registrato il segnale – che arriva in un periodo di incertezza e forti attacchi alle regole europee – portando lo spread oltre i 290 punti.
La tensione sui mercati ha costretto il ministero dell’Economia a smentire l’ipotesi minibot: “Non c’è nessuna necessità né sono allo studio misure di finanziamento di alcun tipo, tanto meno emissioni di titoli di stato di piccolo taglio, per fare fronte a presunti ritardi dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni italiane”. Il problema è che il governo aveva espresso parere favorevole, ma a quanto pare – pur essendo materia di competenza del Tesoro – il ministero dei Rapporti con il Parlamento non aveva informato Via XX Settembre. Ma perché la questione è così delicata? Cosa sono i “minibot”? Se lo stato deve i suoi debiti pagare emettendo dei bond, perché non vende sul mercato normali Btp e paga i creditori con il ricavato in euro?
La peculiarità dei “minibot”, di cui si è occupata anche la Banca d’Italia per descrivere i limiti del quadro normativo, è che sono bond di piccolo taglio da scambiare come banconote, diventando così una sorta di moneta parallela.
Secondo il suo ideatore, il responsabile economico della Lega Claudio Borghi, i “minibot” sono il primo passo verso l’Eurexit: “E’ un espediente per uscire in modo ordinato, una specie di ruota scorta – ha dichiarato in passato – Nel momento in cui si decide di uscire, il minibot diventerà il contante della nuova moneta”. Borghi presentò per la prima volta l’idea nel 2012, al convegno “Goofynomics” organizzato dal leghista No euro Alberto Bagnai, descrivendo i minibot come “una maniera subdola per introdurre fintamente un’altra moneta”.
E più recentemente, nel 2017, ha ribadito il concetto al convegno “Oltre l’euro” alla presenza di Matteo Salvini: “Avremmo una moneta in circolazione che poi potrebbe diventare la nostra”. Naturalmente di questa operazione “subdola” se ne sono accorti i mercati, che ricordano un tentativo analogo da parte di Yanis Varoufakis per condurre la Grecia fuori dall’euro. Non se ne è invece resa conto l’opposizione. Silvia Fregolent, capogruppo dem in commissione Finanze, ribadisce la contrarietà del Pd ai minibot e ammette la leggerezza: “Mi assumo la responsabilità di avere sottovalutato il testo, volevamo approvare una mozione unitaria sui debiti della Pa – dice al Foglio – Ne parlerò con il capogruppo e, se ne vede la necessità, sono disposta a lasciare ad altri la guida in commissione”. Fonte: qui
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