giovedì 10 gennaio 2019

I SONDAGGI HANNO DROGATO LA LEGA, MA A BREVE ARRIVERANNO BRUTTE NOTIZIE DALL'ECONOMIA.

SALVINI BOMBARDA IL GOVERNO SULL'IMMIGRAZIONE E ANCORA SOGNA IL VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE UN CONSENSO CHE RISCHIA DI SCIVOLARGLI DALLE MANI, COME PRECONIZZA IL COLLE 

I GRILLINI NON CI PENSANO AFFATTO A FAR SALTARE LA LEGISLATURA E PERDERE 6.250 EURO AL MESE

E IN EUROPA, SIA IL CAPITANO CHE L'EX BIBITARO PARTENOPEO NON TROVANO ALLEATI 

IL SOGNO IMPOSSIBILE DI SALVINI DI INCONTRARE TRUMP E L'IRA DELLA LEGA PER LA SCOMPARSA DELLA FLAT TAX E L'ARRIVO DEL REDDITO DI CITTADINANZA ("UN REGALO AL SUD")

SALVINI CACCIA IL VU CUMPRA'SALVINI CACCIA IL VU CUMPRA'

Salvini è in allarme: i sondaggi hanno drogato la Lega ma in un'epoca di consensi liquidi, possono sfuggire di mano in pochi mesi (vedi Renzi). Il Nord, poi, è in subbuglio: il cavallo di battaglia della Lega, cioè la Flat Tax, è sparita dall'agenda politica, occupata come un macigno in mezzo all'autostrada dal reddito di cittadinanza, con una spruzzata di pensioni dei dipendenti pubblici, due argomenti che al nocciolo duro leghista fanno venire l'orticaria.

Continuano gli incontri tra i colonnelli nordisti, ovvero Zaia, Fontana e Fedriga, ovviamente contrari al reddito per tutti (liquidato come un "regalo al Sud"), e infastiditi dalle mosse di Salvini sull'affaire Elisa Isoardi (e pure sulle conseguenti scelte in Rai).

Ma lui ormai si sente un piccolo Trump, in preda a un delirio di onnipotenza causato dal suo indubbio successo politico. Il suo sogno è proprio quello di una visita ufficiale a Washington, accolto dal suo idolo Donald che incontrò una volta durante la campagna elettorale americana. Purtroppo per lui, il cerimoniale della Casa Bianca non prevede incontri con i vicepremier, ma solo con presidenti della Repubblica e del Consiglio.

SALVINI CON IL CASCO DEI VIGILI DEL FUOCOSALVINI CON IL CASCO DEI VIGILI DEL FUOCO
E a proposito di consigli, Salvini ha smesso di accettarne. Viaggia con la sua testa, decide tutto con lo staff della Bestia e con gli ''amici'' (ciao, amici!) di Instagram. La sua attuale ossessione è ''pescare quando l'onda è favorevole'', e incassare il prima possibile il suo consenso virtuale.

Non ha torto: se il suo popolo inizia a capire che con Quota 100 si perdono parecchi soldi rispetto a un pensionamento by Fornero, se il reddito di cittadinanza non fa da volano per l'occupazione (anzi), se l'Istat dovesse certificare che l'Italia è entrata in una fase recessiva…che ne sarà dell'amore per il Capitano detto Capitone?

I numeri che arrivano dal Natale non sono incoraggianti: il terzo trimestre, tra l'attesa per la manovra e la paura di una procedura d'infrazione, l'incertezza politica e il martellare dello spread, ha visto gli italiani parecchio spaventati, e le vendite sono state ben al di sotto delle attese.
zaiaZAIA

Il problema resta sempre quello: Mattarella, a Salvini, le elezioni anticipate non gliele concederà mai. I 5 Stelle non sono ovviamente interessati, e questo diventa ancor più chiaro dopo la conferma della tagliola dei due mandati: certi di dover mollare per sempre la poltrona, i grillini alla seconda legislatura cercheranno di farla durare più a lungo possibile.

Anche perché, e questo non molti lo hanno capito, hanno smesso di rendicontare le loro spese dopo lo scandalo dei parlamentari furbetti che facevano bonifici e poi li cancellavano. Ora ciascuno si può tenere 3.250 euro netti come stipendio, più 3mila forfait per spese di viaggio, vitto e alloggio. E chi glieli ridà più 6mila euro al mese alle decine di ''reddito zero'' parcheggiati in Parlamento a schiacciare pulsantini?

FEDRIGA TOTI FONTANA ZAIAFEDRIGA TOTI FONTANA ZAIA
Il Quirinale, insomma, non ha nessun interesse a sciogliere le Camere, anche se Salvini facesse cadere il governo, magari buttandola sull'unico tema forte che gli è rimasto, cioè l'immigrazione – le frasi di fuoco sullo sbarco della Sea Watch che riserva a Conte basterebbero da sole a far crollare tutto.

Ma nei prossimi mesi, è inevitabile, quel 33% di gradimento conquistato nel giro di 100 giorni, non potrà che calare, man mano che prenderanno forma le difficoltà economiche del Paese. E allora gli passerà la voglia del voto anticipato…

Salvini e MattarellaSALVINI E MATTARELLA





E poi, per chiudere il fronte delle preoccupazioni salviniane, le Europee si annunciano un successo in Italia, ma è a Strasburgo/Bruxelles che i conti non tornano. I due sovranisti all'amatriciana non hanno infatti trovato molto supporto tra i partiti ''cugini''.

Certo, Salvini è alleato della Le Pen, ma i gilet gialli che potrebbero succhiare un bel po' di consensi all'ex Front National hanno appena rimbalzato l'offerta di Di Maio, e il leghista ha dovuto prendere le distanze dalle violenze dei black bloc che hanno infiltrato la protesta francese (e ci mancherebbe, essendo lui ministro dell'Interno).

matteo salvini e marine le pen ballano in pista 3MATTEO SALVINI E MARINE LE PEN BALLANO IN PISTA 
Aggiungi che Alternative fuer Deutschland non vuole niente a che fare con gli italiani spendaccioni, Kurz filo-tedesco tendenza ''zero deficit'' neanche, Orban preferisce restare dentro al PPE a manovrare finanziamenti della UE. Resta il Pis polacco, e poco altro. L'onda degli euroscettici ci sarà, ma metterli d'accordo per ribaltare l'Unione non sarà facile…

"RISCHIO RECESSIONE" 
LA PRODUZIONE INDUSTRIALE INGRANA LA RETROMARCIA NEI MAGGIORI PAESI EUROPEI 
ITALIA, CROLLO DEL 2,6% RISPETTO AL 2017 
IN GERMANIA LA PRODUZIONE È CALATA DELL'1,9% 
GLI STATI UNITI CONTINUANO A CRESCERE MA NON COME PRIMA CAUSA ANCHE LA GUERRA COMMERCIALE CON LA CINA 
L'ITALIA SI PRESENTA UN ALTO DEBITO PUBBLICO E UNA MANOVRA ECONOMICA CHE AUMENTA ULTERIORMENTE IL DEFICIT PUBBLICO SENZA DARE UNA SPINTA SIGNIFICATIVA ALLE PROSPETTIVE DI CRESCITA.


RECESSIONERECESSIONE
La produzione industriale ingrana la retromarcia nei maggiori Paesi europei, pesando come un macigno sull'andamento dell'economia. Il dato italiano, che mostra a novembre 2018 un calo del 2,6% su base annua e dell'1,6% su ottobre, è solo l'ultimo dopo quelli altrettanto negativi di Germania e Francia, tanto da lasciare presagire una possibile recessione in tutta Europa. Dati negativi oggi anche in Spagna e in Gran Bretagna.

I dati italiani - Crolla a novembre 2018 la produzione nel settore auto. Secondo i dati Istat, l'indice corretto per gli effetti di calendario ha registrato un calo del 19,4% su base annuale, cioè nel confronto con novembre 2017, e dell'8,6% su base mensile, ovvero nel confronto con ottobre 2018. Il dato conferma, ma con un ulteriore peggioramento, l'andamento di ottobre, quando era stato registrato un calo tendenziale del 14%. Nella media degli 11 mesi 2018, la produzione è diminuita del 5,1%.

INDUSTRIA 2INDUSTRIA 
La produzione industriale italiana a novembre 2018 è diminuita dell'1,6% rispetto ad ottobre e del 2,6% rispetto a novembre 2017. Nei primi undici mesi del 2018 la produzione industriale italiana è cresciuta dell'1,2% rispetto all'anno precedente. Lo comunica l'Istat in base alle stime sulla produzione di novembre, aggiungendo che, nella media del trimestre settembre-novembre 2018, il livello della produzione registra una flessione dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti. 

LACHAPELLE FOTO INDUSTRIALACHAPELLE FOTO INDUSTRIA





Conte, ce lo attendevamo: bene aver fatto la manovra nel segno della crescita. "Mi attendevo e temevo un dato negativo della produzione industriale: già i dati per alcuni partner europei erano stati anticipati, ed era difficile che anche per l'Italia non fosse di segno negativo". Così il premier Giuseppe Conte. "Ma ancor di più è importante aver anticipato prima e compreso che sarebbe stata questa la ragionevole evoluzione del trend economico e ancora per questo è stato ancor più importante intervenire con quella manovra economica nel segno della crescita e dello sviluppo sociale".

FRA EUROPA, USA E CINA IL PERICOLOSO DOMINO DELLA RECESSIONE
Andrea Montanino per “la Stampa”

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni triaLUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI GIOVANNI TRIA
Molte nubi all' orizzonte fanno prevedere un anno difficile per l' economia mondiale. Forse (si spera) non sarà un' altra grande recessione ma certamente gli indicatori economici e le tensioni geopolitiche che osserviamo vanno tutti nella stessa direzione. Se nel 2007 pochi avevano avuto la capacità di vedere la crisi finanziaria che stava arrivando, oggi ci sono a disposizione molti elementi e messaggi univoci che non potranno far dire ai governanti che non si erano accorti di quello che stava succedendo.

GRAFICO FEDERAL RESERVEGRAFICO FEDERAL RESERVE
Partiamo dagli indicatori delle tre grandi aree economiche del mondo, Europa, Stati Uniti, Cina: in Europa l' indicatore composito della fiducia sulle prospettive economiche dell' euroarea è al livello più basso da due anni e cala ininterrottamente da 12 mesi. La sua più grande economia - la Germania - ha avuto una forte battuta d' arresto: la produzione industriale è calata dell' 1,9 per cento in novembre rispetto a ottobre, quando già era calata rispetto a settembre. Visti i forti legami che l' economia tedesca ha attraverso le catene del valore con le altre economie europee, in primis quella italiana delle industrie del Nord, un rallentamento della Germania ha immediate ripercussioni sul resto del continente.

brexitBREXIT
Gli Stati Uniti continuano a crescere ma non come prima causa anche la guerra commerciale con la Cina. James Bullard, presidente della Federal Reserve di St. Louis e membro votante del comitato che prende le decisioni di politica monetaria negli Stati Uniti ha esplicitamente parlato di rischi di recessione in una intervista sul Wall Street Journal di ieri, se continuasse l' aumento dei tassi di interesse. Diversi sondaggi tra esperti iniziano a mostrare percentuali non trascurabili di coloro i quali vedono un rischio recessione nel corso dei prossimi 24 mesi.
theresa may annuncia l'accordo sulla brexitTHERESA MAY ANNUNCIA L'ACCORDO SULLA BREXIT

La Banca mondiale ieri ha rivisto al ribasso le stime di crescita della Cina per il 2019 e questo ulteriore rallentamento si ripercuoterà su tutta l' area in quanto la Cina è l' hub produttivo intorno al quale ruotano le produzioni di molti Paesi del Sud-Est asiatico. Ma anche Apple si è accorta di cosa significhi un rallentamento della domanda cinese: l' annuncio di vendite più contenute in Cina rispetto alle attese ha fatto crollare il valore di Borsa della società, che in un giorno ha perso 75 miliardi di dollari.

Accanto a questi indicatori economici, ci sono molti fattori di rischio di tipo geopolitico. Primo fra tutti gli esiti della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti: entro il 1° marzo bisognerà trovare un accordo, altrimenti scatteranno tariffe più elevate su 200 miliardi di dollari di beni cinesi che produrranno ulteriore instabilità e rallentamento nell' economia mondiale. 
federal reserveFEDERAL RESERVE

Poi c' è la sostenibilità dei Paesi emergenti - Argentina e Turchia su tutti - che, essendo indebitati in dollari già subiscono gli effetti negativi di un aumento dei tassi di interesse americani. Come la storia insegna, da crisi economiche possono derivare instabilità sociali e politiche, profonde e pericolose.
STATI UNITI CONTRO CINASTATI UNITI CONTRO CINA





L' incertezza che ancora aleggia sulla Brexit - tempi, condizioni, modalità - non aiuta certo il clima di fiducia in Europa, che dovrà vedersela in maggio con elezioni del Parlamento europeo che potrebbero imprimere direzioni nuove al processo di integrazione.

Se dovessero materializzarsi tutti gli elementi di rischio, avremmo un problema nel problema: rispetto a 10 anni fa, il mondo è molto più diviso, manca una forte leadership americana, si prediligono soluzioni individuali rispetto a politiche condivise e coordinate.
STATI UNITI CONTRO CINASTATI UNITI CONTRO CINA
La capacità e volontà dei grandi leader di sedersi intorno a un tavolo per affrontare una nuova crisi globale è quantomeno dubbia.

L' Italia, in un contesto così complesso, si presenta con la sua debolezza atavica di un alto debito pubblico e una manovra economica che aumenta ulteriormente il deficit pubblico senza dare una spinta significativa alle prospettive di crescita. Insomma, un' Italia debole in un contesto internazionale a rischio.

Fonte: qui

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