SEMBRA LA FOTOCOPIA DELL’ULTIMA SVALUTAZIONE ITALIANA DEL 1992
MANTENERE IL VINCOLO CON LA MONETA UNICA AVREBBE BRUCIATO RISERVE E IL DEPREZZAMENTO DELLA VALUTA E’ LO STRUMENTO MIGLIORE PER VINCERE LE ELEZIONI
Andrea Tarquini per la Repubblica
Nuovo colpo all´euro e alla compattezza dell´Unione europea, dopo il difficile compromesso al vertice Ue a Roma e mentre si avvicinano le elezioni francesi col Front National di Marine Le Pen, sostenitore dell´uscita dalla moneta unica, forte nei sondaggi. La Banca nazionale cèca ha deciso di sganciare la valuta nazionale, la corona, dall´euro.
Il tasso di riferimento praticamente fisso di 27 corone cèche per euro, in vigore da tre anni, viene abbandonato. Gli osservatori si chiedono allarmati se la Cèchia, paese piccolo ma altamente industrializzato e strettamente integrato con le maggiori economie dell´Eurozona, pensi anche di rinunciare al suo obiettivo finora dichiarato di entrare nella moneta unica. Alla quale appartiene la Slovacchia, il paese che insieme ai cèchi formò dal primo dopoguerra alla scissione pacifica post-comunista la Cecoslovacchia, la quale prima dell´invasione nazista del 1938 e della successiva comunistizzazione imposta dall´Urss dopo il 1945 era una delle maggiori e più tecnologicamente avanzate economie mondiali.
Finora il cambio minimo era stato adottato per impedire che rimesse e investimenti dei cittadini cèchi all´estero divenissero troppo cari e che il tasso d´inflazione, attualmente attestato al livello del 2,5 per cento annuo, cioè ben oltre il tetto attorno al 2 per cento fissato come obiettivo dall´istituto d´emissione di Praga, aumentasse ancora. Adesso la Banca nazionale ha scelto come male minore lo sganciamento totale dall´euro.
La decisione ha un doppio sfondo. Primo, le elezioni del prossimo autunno, il cui esito si annuncia incerto, e a cui il premier socialdemocratico Bohuslav Sobotka vuole arrivare da posizioni della minor debolezza possibile. Secondo, negli ultimi tempi la corona cèca era nel mirino degli speculatori internazionali. I fondi hedge, in genere di carattere speculativo, hanno scommesso 65 miliardi di dollari su una rivalutazione della divisa cèca, costringendo la Banca nazionale di Praga a interventi sui mercati. Turbolenze sul bilancio pubblico e sulle riserve in valuta cèche hanno spinto l'istituto alla misura estrema.
La decisione ricorda agli operatori dei mercati la scelta fatta nel gennaio 2015 dalla Svizzera (non membro della Ue) di sganciare il franco dall´euro, scelta che provocò un terremoto finanziario internazionale colpendo l´euro con il più massiccio deprezzamento da quando esiste. Un ´Czexit´(da Brexit) limitato allo sgancio della corona dalla moneta unica avrebbe conseguenze più limitate.
Al momento l´euro si è deprezzato a fronte della divisa ceca restando però stabile sul dollaro. Ma gli esperti si dividono sul grande interrogativo, se ciò potrà allontanare la piccola ma decisiva democrazia industriale centroeuropea dall´Unione in generale, a medio termine anche a livello politico. A fronte del recente apprezzamento della corona verso l´euro, e quindi della perdita di valore delle riserve cèche in valute forti, Praga non ha visto altra scelta.
Uniche alternative sarebbero state o massicce vendite delle riserve o un ingresso in corsa nell´euro. Ma l´euro, specie nel gruppo di Visegrad ( i quattro paesi del centroest, le democrazie rinate dopo il crollo dell´Impero del Male sovietico nel 1989 cioè appunto Cèchia Polonia Slovacchia e Ungheria) e anche altrove, appare sempre meno attraente.
E a Praga come altrove all´est la stessa Unione europea è vista da non pochi politici ed elettori come una lontana e inefficiente entità burocratica che può costituire una minaccia potenziale alla sovranità nazionale riconquistata dopo mezzo secolo di fallimentare gestione economica (e quindi declino) durante la dittatura comunista, e di brutale sfruttamento coloniale della Cecoslovacchia da parte dell´Unione sovietica.
Fonte: qui
Euro. Anche la Danimarca si sgancerebbe dall’euro.
Pochi giorni or sono la Repubblica Ceka ha deciso di abbandonare il cambio fisso con l’euro.
Korona ceka. Secondo giorno slegata dall’euro.
La Korona Ceka si sgancia dall’euro, che accusa il colpo.
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Adesso sembrerebbe che anche la Danimarca stia pensando ad una soluzione simile, seguendo le orme della Svizzera prima e della Repubblica Ceka dopo.
Non ci si aspetti sconvolgimenti dei mercati. Anche la Danimarca ha una dimensione economica piccola rispetto a quella della Eurozona.
Questo è però uno dei tanti segni del malessere dell’euro.
In estrema sintesi, la politica monetaria condotta dall’Unione Europea e dall’Eurozona contrasta sempre più vistosamente con le esigenze finanziarie ed economiche di molte nazioni e, spesso, con quelle di consistenti enclavi produttive pur all’interno di uno stesso stato.
Se è vero che, date le dimensioni dell’Eurozona, sarebbe semplicemente impossibile non avere problematiche del genere, sarebbe altrettanto vero che queste hanno assunto dimensioni troppo conflittuali. Piccole discrepanze possono essere tenute sotto controllo: ma grandi discrepanze portano infine al crollo.
Tuttavia, a nostro sommesso parere, sarebbe troppo semplicistico ridurre le cause solamente a quelle finanziarie ed economiche. Il problema vero è quello politico, di una conduzione utopica e disancorata dalla realtà, imperturbabile di fronte alle esigenze emergenti.
Le responsabilità di questa dirigenza europea imbelle aumentano giorno dopo giorno: sembrerebbe quasi intravedere una ferma volontà di suicidio collettivo.
È questa rigidità decisionale che lascia perplessi. Il pragmatismo ha sicuramente i suoi limiti, ma spesso è ben più proficuo.
L’euro e la moneta unica non dovrebbe essere ritenuto essere un dogma di una fede per di più inesistente.
→ Sole 24 Ore. 2017-04-11. Dopo Praga ora anche la Danimarca pensa a sganciarsi dall’euro
Ci sono Paesi che condividono la moneta (come i 19 che hanno l’euro). E Paesi che, pur conservando una propria valuta e un’autonomia monetaria con tanto di banca centrale, negli ultimi anni si sono comunque agganciati all’euro fissando un ombrello (o un peg come lo chiamano gli economisti) oltre il quale la propria valuta non può muoversi. Tra questi la recente cronistoria monetaria ne conta la Svizzera, la Repubblica Ceca e la Danimarca.
Se l’euro è un sistema a cambio rigido, il peg è un sistema semi-rigido, un po’ come era lo Sme, il serpentone monetario europeo crollato nel 1992. Uscire dall’euro è una procedura finora inesplorata e in ogni caso complessa (non prevista dai trattati) mentre interrompere un peg è un battito d’ali.
Tanto che da poche ore (esattamente dalla mattina del 6 aprile) la Repubblica Ceca ha deciso di sganciare il vincolo tra corona ceca ed euro. La Svizzera invece lo ha fatto già da gennaio 2015 quando la banca centrale decise di porre fine alla politica di difesa del tasso di cambio di 1,20 franchi per euro che manteneva da tre anni.
Non c’è due senza tre. Anche la Danimarca starebbe valutando di abbandonare il vincolo che lega la propria valuta (la corona danese) all’euro. In realtà in questo caso il vincolo parte da molto più lontano e ha una storia trentennale. La corona danese era inizialmente ancorata al marco tedesco. Dopodiché l’aggancio è girato sull’euro. La sostanza non cambia. C’è una banda di oscillazione del 2,25% oltre la quale la Banca centrale danese si impegna a difendere il cambio con l’euro. Nella sostanza però il lavoro di protezione della banca di Copenaghen è più certosino, tanto che da tempo il cambio orbita intorno a quota 7,46038. E quando oscilla lo fa di pochi decimi. Non di più.
Fonte: qui
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