“E' VERGOGNOSO IL VOSTRO SILENZIO SULLA SHARI'A, LA LEGGE ISLAMICA, CHE SI APPLICA OGGI IN CERTI QUARTIERI DI FRANCIA E CHE NEGA ALLE DONNE I DIRITTI PIÙ ELEMENTARI"
Discorso tenuto da Marion Le Pen davanti all' Assemblée nationale francese pubblicato da La Verità
Pubblichiamo integralmente il discorso tenuto da Marion Le Pen davanti all' Assemblée nationale francese. In aula si discuteva delle nuove leggi in materia di informazione sull' aborto. L' esponente del Front national ha colto l' occasione per spiegare quale sia la sua visione della questione femminile e dei diritti della donna, producendo di fatto il manifesto di un «nuovo femminismo».
Ogni volta che sento parlare [la sinistra] in quest' aula, mi ritorna alla mente un vecchio adagio: chi vive per combattere un nemico, ha tutto l' interesse a non farlo morire.
Per giustificare le vostre assurdità, continuate a tenere in vita, grazie alla respirazione artificiale, battaglie vinte molto tempo fa. Paventate minacce che non esistono ed avversari fantasma.
La verità è che, oggi, nessun partito politico sta minacciando di mettere fuori legge l' aborto o di limitarne l' accesso.
Siete voi che regolarmente, un po' troppo regolarmente in effetti, tirate fuori l' argomento, probabilmente per distogliere l' attenzione dalle vostre deplorevoli inadeguatezze per quanto concerne la politica economica, in particolare riguardo alla situazione precaria di molte donne e madri single. La verità è che voi siete delle femministe retrograde, dinosauri politici sessantottardi.
Oggi, ed è tempo che ve ne rendiate conto, le donne possono votare, lavorare o non lavorare, possono sposarsi, divorziare, prendere contraccettivi ed abortire, se lo desiderano. Ne sono felice. Ciò di cui sono meno felice, invece, è che molte donne abortiscano per ragioni economiche: il 47% secondo un sondaggio Ifop del 2010.
Una non -scelta a cui voi non offrite alcuna soluzione e di cui non parlate nemmeno.
No, signora ministra, l' alternativa all' aborto non è solamente, e cito lei: «Una gravidanza non desiderata portata a termine», ma può anche essere una donna che ha la gioia di tenere il suo bambino, evitando un aborto non voluto, avendo trovato l' aiuto ed il supporto necessari.
Lo dico, e lo penso sinceramente: lei è la vergogna della lotta [per i diritti] delle donne, ossessionata come è dal colore degli zaini di scuola, dal sessismo della grammatica, dai giochi rosa nei Kinder sorpresa, dalla divisione dei turni di lavaggio dei piatti nelle coppie.
Siamo completamente fuori strada, lontani dalle vere minacce che oggi incombono sulla libertà delle donne.
Ricordo il vostro silenzio colpevole sulle 1.200 donne molestate sessualmente la sera di Capodanno in Germania da migranti, per esempio.
Penso al vostro silenzio sulla shari'a, la legge islamica, che si applica oggi in certi quartieri di Francia e che nega alle donne i diritti più elementari. Capisco che ciò vi disturbi, perché il vostro grande campione Benoit Hamon vede in questa lenta e progressiva erosione isla mista, la «continuazione del machismo "franchouillard" (colloquiale spregiativo per «francese medio sciovinista», ndt) della classe operaia».
Che cecità ipocrita, per non dire complice o forse elettorale. La vostra avversione al patriarcato, incarnato dal maschio bianco eterosessuale, ha condotto molti fra voi alla collaborazione con tutte le minoranze che condividono questa avversione, sacrificando così qualsiasi coerenza ideale: femministe, islamisti, Lgbt... è tutta una lotta sola.
Ed è così che coloro che si presentano oggi come i garanti del diritto delle donne a disporre del proprio corpo sono gli stessi che difendono la sottomissione di esse col velo e la mercificazione di esse come madri surrogate.
Non è così, madame Lemorton? Signora presidentessa di commissione, vorrei un chiarimento: quando lei spiega nel suo discorso che un bambino soffre quando i genitori parlano di lui come di un, la cito, «incidente», cosa intende? Che sarebbe stato meglio abortire quel bambino? Non capisco.
Mi spiego (che vi piaccia o no, mi permetto questa mancanza di pudore, perché il fatto è di dominio pubblico): avete davanti a voi un «incidente», che è vivo e vegeto e che preferisce oggi essere qui piuttosto che essere stato abortito. E infine, dal momento che criticate gli uomini eletti in quest' aula, io sono una donna, e ve lo dico chiaramente: questo testo contro le donne e contro la libertà di espressione, non porterà certamente il mio nome.
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