Se Donald Trump, come promesso durante la campagna elettorale, alzerà i dazi doganali sulle importazioni delle merci cinesi al 45%, le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti scenderanno del 39,1%, con un danno da 149 miliardi di dollari per l'economia cinese.
Lo ha scritto l'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, riferendosi al rapporto pubblicato nella giornata di ieri dal centro per le ricerche economiche della compagnia automobilistica Hyundai (Hyundai Research Institute, HRI): "Trumpeconomics ed impatti sull'economia della Cina".
Secondo il modello degli economisti sudcoreani, un incremento del dazio sulle merci cinesi dell'1% porterà ad una diminuzione delle vendite dello 0,93%. Pertanto se i dazi americani sulle importazioni dalla Cina saranno fissati al livello del 15%, le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti si ridurranno per volumi dell'11,2% o in termini valutari di 42,7 miliardi di dollari rispetto al triennio 2012-2015. Se i dazi saliranno al 30%, le esportazioni sono diminuiranno del 25,1% (96,6 miliardi $).
Nel caso di un'aliquota doganale al 45%, la perdita dell'economia cinese sarà pari a 149 miliardi di dollari.
Le intenzioni degli Stati Uniti di aumentare il livello dei dazi doganali sulle merci cinesi derivano dal persistente squilibrio della bilancia commerciale tra i due Paesi. Dal 2007 la Cina è al primo posto nella lista dei maggiori esportatori negli Stati Uniti. Nel 2015 la quota cinese nelle importazioni americane era stata pari al 21,5%. Allo stesso tempo il saldo nella bilancia commerciale della Cina con gli Stati Uniti è cresciuto dai 29,8 miliardi $ nel 2000 ai 266 miliardi di dollari nel 2015, mentre nella quota delle esportazioni è cresciuta la quota dei prodotti semilavorati (dal 24,6% del 2005 al 28% nel 2015). Allo stesso tempo il valore aggiunto di cui la Cina ha beneficiato per soddisfare la domanda degli Stati Uniti è aumentato dai 17,8 miliardi di dollari del 2000 ai 97,9 miliardi di dollari nel 2011.
In risposta a questa situazione sono cresciuti negli ultimi anni le barriere protettive statunitensi. Così se tra il 2012-2014 le misure antidumping applicate alle merci cinesi sono state applicate in media 5 volte l'anno, nel 2015 e il 2016 si sono registrati 12 e 8 casi rispettivamente.
Se in questo contesto verranno alzati i dazi doganali, ci sarà un'ulteriore riduzione delle esportazioni cinesi e un rallentamento della crescita del Pil cinese, così come un impatto negativo sull'economia della Corea del Sud.
Secondo gli analisti del centro di ricerche economiche della Hyundai, le imprese della Corea del Sud che operano in Cina dovranno diversificare le proprie rotte di esportazione verso il Sud-Est asiatico, l'America Latina ed altre regioni. Per coloro che hanno difficoltà a muoversi e trasferire la produzione, occorrerà cercare nuove opportunità per l'attuazione dei piani di sviluppo nel medio e lungo termine promossi dalla leadership cinese.
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