GRILLO: O SI DIMETTE DAL PARLAMENTO DI STRASBURGO O DOVRA’ PAGARE A M5S 250 MILA EURO DA DESTINARE AI TERREMOTATI
LA SANZIONE LA DEVE PAGARE BEPPE, INSIEME A CASALEGGIO, PERCHE' FA AFFARI CON IL MOVIMENTO 5 STELLE
Beppe Grillo per beppegrillo.it
Affronte ha deciso di lasciare il MoVimento 5 Stelle e passare ai Verdi. Gravi inadempienze al rispetto del codice di comportamento prevedono la richiesta di pagamento della sanzione di 250.000 euro prevista dal Codice comportamento per i candidati del MoVimento 5 Stelle alle elezioni europee e per gli eletti al Parlamento europeo che lui e tutti gli europarlamentari eletti del MoVimento 5 Stelle hanno firmato.
Affronte dovrebbe dimettersi immediatamente dal Parlamento Europeo e lasciare spazio a un eletto del MoVimento 5 Stelle. Se questo non avverrà, con i soldi della sanzione di Affronte, che gli sarà notificata non appena saranno svolte le procedure burocratiche, aiuteremo i terremotati delle Marche e dell'Umbria.
M5s: avvocato Borrè, pagamento penale spetterebbe a Grillo
(ANSA) - L'ipotesi del pagamento di una penale per gli europarlamentari del M5s che non volessero dimettersi "è estremamente remota" in quanto contrastante con il principio di autonomia del mandato. Non solo. "Se violazione del codice di comportamento c'è stata questa sarebbe casomai ascrivibile a chi ha deciso di costituire un gruppo politico in seno al Parlamento europeo con partiti che non condividono i valori fondamentali del M5S", come nel caso dell'Alde. Lo afferma l'avvocato Lorenzo Borrè, ex M5s e difensore di un gruppo di 'dissidenti' espulsi e poi riammessi grazie alla sentenza di un tribunale.
(ANSA) - L'ipotesi del pagamento di una penale per gli europarlamentari del M5s che non volessero dimettersi "è estremamente remota" in quanto contrastante con il principio di autonomia del mandato. Non solo. "Se violazione del codice di comportamento c'è stata questa sarebbe casomai ascrivibile a chi ha deciso di costituire un gruppo politico in seno al Parlamento europeo con partiti che non condividono i valori fondamentali del M5S", come nel caso dell'Alde. Lo afferma l'avvocato Lorenzo Borrè, ex M5s e difensore di un gruppo di 'dissidenti' espulsi e poi riammessi grazie alla sentenza di un tribunale.
PERCHE' BEPPE GRILLO E DAVIDE CASALEGGIO VOLEVANO ENTRARE NEL EUROGRUPPO ALDE, OVVERO COME FARE AFFARI CON IL MOVIMENTO
Controverso anche il passaggio che dovrebbe portare al versamento dei 250 mila euro previsti dalla penale ai terremotati perché il Comitato Promotore costituito per le elezioni europee a cui dovrebbe essere versata la "multa" risulta in "procinto di scioglimento". O meglio non dovrebbe esistere già più visto che risultava "in procinto di scioglimento" già nella relazione al Rendiconto del Comitato del 2015.
Fonte: qui
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M5s: eurodeputato Affronte passa ai Verdi: "Non ci sono condizioni per restare"
Grillo: "Si dimetta o paghi 250mila euro". Ieri la scelta del movimento di tornare con Farage dopo lo stop all'ingresso nell'Alde
Ansa - "Prime defezioni in Europa: i Verdi italiani danno il benvenuto all'europarlamentare Marco Affronte, ex M5s, che stamane ha aderito al gruppo europeo dei Verdi". A renderlo noto è Angelo Bonelli, portavoce dei Verdi."Salutiamo l'entrata nella famiglia Verde europea e italiana dell'europarlamentare Marco Affronte" - scrivono in una nota i membri dell'esecutivo Nazionale dei Verdi Luana Zanella e Angelo Bonelli, che proseguono: "Marco Affronte è una persona di cui conosciamo il grande impegno nelle tematiche ecologiste. Siamo convinti che la sua presenza tra gli ecologisti italiani darà un grande contributo alle battaglie per la salvaguardia dell'ambiente e la promozione di una Europa più verde più giusta e più democratica. Affronte, con le sue competenze e la sua storia, non potrà che rafforzare i Verdi nel nostro Paese".
Lo stesso Affronte in una breve dichiarazione ha spiegato che si tratta di una "decisione sofferta" ma che "non ci sono più le condizioni per restare". L'eurodeputato ha detto di non sapere quanti altri seguiranno la sua strada e di non temere di dover pagare una penale.
L'eurodeputato pentastellato ha deciso di abbandonare il gruppo EFDD ed entrerà oggi a titolo personale nel gruppo dei Verdi.
Affronte è così il primo europarlamentare eletto col M5S a lasciare la delegazione grillina a Bruxelles dopo il tentativo fallito di aderire al gruppo ALDE e la successivo decisione di restare nella formazione euroscettica guidata da Nigel Farage. Secondo fonti dei Verdi ci sarebbero però altri eurodeputati pentastellati in contatto col gruppo, in vista di un possibile ingresso nella formazione ecologista.
Si parla in particolare di un possibile approdo di Dario Tamburrano, da sempre a favore di un ingresso nei Verdi.
"Affronte ha deciso di lasciare il M5S e passare ai Verdi. Gravi inadempienze al rispetto del codice di comportamento prevedono la richiesta di pagamento della sanzione di 250.000 euro prevista. Affronte dovrebbe dimettersi immediatamente e lasciare spazio a un eletto del M5S. Se questo non avverrà, con i soldi della sanzione di Affronte, che gli sarà notificata non appena saranno svolte le procedure burocratiche, aiuteremo i terremotati delle Marche e dell'Umbria". Così Beppe Grillo sul suo blog. La sanzione, precisa il leader M5S nel post 'dedicato' all'eurodeputato passato ai Verdi, è "prevista dal Codice comportamento per i candidati del MoVimento 5 Stelle alle elezioni europee e per gli eletti al Parlamento europeo che lui e tutti gli europarlamentari eletti del MoVimento 5 Stelle hanno firmato".
IL PASTICCIO DI BRUXELLES HA UN NOME E COGNOME: DAVIDE CASALEGGIO
DA QUANDO HA EREDITATO L'AZIENDA-PARTITO, IL GIOVANE GURU HA INANELLATO UNA SERIE DI FLOP, DAL CAMPIDOGLIO ALL'INGRESSO, PER FARE AFFARI, FALLITO NELL'ALDE. GRILLO SI È FIDATO E SI È DOVUTO INTESTARE LA FIGURACCIA
RAZIONALE MA ANTIPATICO, GLI MANCA LA PASSIONE POLITICA E LA VISIONE DEL PADRE.
MA ORA UNA FRANGIA DEL MOVIMENTO GLI FA LA GUERRA
1 - ORA CASALEGGIO È NEL MIRINO DEI PARLAMENTARIAlessandro Trocino per il “Corriere della Sera”
«Io me ne andrei anche, ma chi li paga i 250 mila euro di penale?». L' eurodeputato esprime quel miscuglio di delusione mista a rassegnazione che ha colto molti 5 Stelle, non solo a Bruxelles. E che ha il corollario sgradevole di una multa salata in caso di violazione del contratto di fedeltà - sul modello di quanto accade a Roma - firmato dai «portavoce» dei 5 Stelle. Una figuraccia in eurovisione, quella della bocciatura del gruppo Alde e del ritorno nell' ovile Ukip, per la quale è già partita la caccia al colpevole.
Il primo a farne le spese potrebbe essere un oscuro collaboratore di David Borrelli, l' europarlamentare che ha guidato le trattative: l'«advisor» Francesco Calazzo. La sua testa è stata chiesta esplicitamente dall' Ukip, con una condizione decisamente umiliante per i 5 Stelle. Meno grave la punizione per Borrelli, che perderà la copresidenza del gruppo Efdd. Ma in cima a tutti, il nome fatto da molti è quello di Davide Casaleggio. È stato lui a ispirare la trattativa, lui a guidare Borrelli, prima dell' improvvisa retromarcia dell' Alde.
Alla vera prima prova da leader, il figlio di Gianroberto ne è uscito con le ossa rotte.Provocando più di un mugugno non soltanto nei peones, ma anche nel suo compagno d' avventura: Beppe Grillo. Il quale inizialmente non sarebbe stato favorevole all' ipotesi di lasciare Farage. Di fronte alle considerazioni di Casaleggio, Grillo si sarebbe piegato, finendo per sposare una soluzione che gli veniva prospettata come sicura e favorevole. E finendo per sostenerla.
Così non è stato e Grillo, come da copione, si è assunto, insieme a Casaleggio, le responsabilità di quanto avvenuto. Non nascondendo le critiche interne, per una volta.C' è un passaggio da notare, nel suo post: «Dispiace per quei pochi portavoce che hanno parlato di "cercare di entrare nell' establishment"».
Facile capire a chi si riferisce. Basta leggere il post di Carlo Sibilia, già membro del defunto direttorio, che scriveva: «Cercare di entrare nell' establishment sarebbe incoerente, oltre che stupido». Salvo poi, dopo lo stop dell' Alde, cancellare il post, sostituendolo con questo: «Avevo scritto un post di "arrivederci" a Farage. L' ho cancellato».
Sibilia non è stato l' unico a contestare le scelte di Casaleggio e Borrelli. Michele Dall' Orco usa la stessa parola contestata da Grillo: «Confido che questa storia serva per il futuro: mai fidarsi dell' establishment». Il disorientamento è palese. Scrive Giuseppe Brescia: «Con Ukip condividevamo poche cose (quasi nulla) e infatti io mi sono sempre detto contrario. Giusto quindi staccarsi. Ma cosa condividiamo con Alde?». Nulla, o quasi.Marta Grande conferma: «Non ho votato al referendum. Sono sempre stata contraria a Farage, ma anche Alde mi sembra che non c' entri nulla».
Il più duro di tutti è un europarlamentare romano, Dario Tamburrano: «Hanno preparato un accordo schifoso sulla testa della maggioranza di noi portavoce europei facendo piombare una domenica mattina, una votazione farlocca, prendendo per i fondelli noi, decine di migliaia di iscritti, milioni di elettori e lo stesso Beppe Grillo. Chi crede ad altro, o è in cattiva fede o è semplicemente un webete ».
Neologismo a parte, nell' elenco di Tamburrano di chi sarebbe stato preso in giro non risulta un nome: Davide Casaleggio.
2 - QUANTI FLOP DA QUANDO COMANDA CASALEGGIO JRPaolo Bracalini per “il Giornale”
Dal padre ha ereditato l' erre moscia, il carattere riservato e poi l' azienda, la Casaleggio Associati Srl, di cui ora è lui il presidente. Ma per quanto Davide Casaleggio sia dietro ad alcune intuizioni del papà (l' e-business applicato al M5s) e da ex enfant prodige degli scacchi non difetti certo di doti strategiche, all' erede mancano due caratteristiche che invece Gianroberto aveva: la passione per la politica e la visione.
Non è un caso che da quando al timone dei Cinque stelle, dopo la morte del padre nell' aprile scorso, c' è Casaleggio jr, il movimento abbia inanellato una serie preoccupante di sbandate, dal caos Campidoglio alla figuraccia sui gruppi del Parlamento Ue, in cui Davide Casaleggio ha responsabilità dirette. Il suo esordio politico era stato proprio a Bruxelles, quando apparve dietro Beppe Grillo nell' incontro con Nigel Farage per decidere le alleanze.
Sembrava un grigio tecnico arrivato lì solo per dare una mano al padre, più interessato al marketing on line e alle strategie di Rete della Casaleggio Associati che alla lotta politica in Italia, e invece il destino ha voluto che prendesse molto presto il posto del padre, a fianco di Grillo, anche un po' sopra di lui visto che le chiavi della macchina M5s (la piattaforma di voto dei parlamentari, i dati sugli iscritti) le possiede Davide Casaleggio, non il comico.
Laurea in Economia aziendale alla Bocconi, poi carriera nella ditta di famiglia, Davide Casaleggio si è ritrovato in un ruolo, quello di co-leader politico, che non gli viene naturale. E i segni si vedono, col divampare delle lotte tra correnti (specie a Roma) e gli inciampi continui del movimento. Il paragone col padre, con cui i Cinque stelle sono passati da essere un fan club di Beppe Grillo ad un movimento politico da milioni di voti, è dietro ad ogni angolo. «Il padre aveva i sogni, il figlio li traduce in tattiche e azioni pratiche.
Il padre faceva riunioni a porte aperte, il figlio riunioni a porte chiuse - si legge in Supernova, il libro-verità sul M5s scritto dall' ex Casaleggio boy Marco Canestrari insieme all' ex ufficio stampa del movimento Nicola Biondo - Casaleggio jr sta simpatico a pochi e si scontra spesso con gli altri soci, all' occorrenza fa valere il suo status.
Persona riservata e abitudinaria. Il padre era autorevole. Davide impone metodi e obiettivi. Conta l' obiettivo è il suo motto». Abitudinario, freddo, metodico: «Gianroberto offriva sempre la colazione, pagava lui per tutti, commentava qualche fatto di cronaca o accennava a qualche idea, poi si saliva tutti su al secondo», invece Davide «a colazione prende sempre brioche e succo di pera. Ogni giorno, brioche e succo di pera. Tanto è pieno di idee Gianroberto, tanto è metodico suo figlio».
Il londinese The Times gli ha appena dedicato un articolo definendolo «il misterioso mezzo britannico (la madre è inglese, ndr) web-guru che ha il potere sulla città di Roma», perché sarebbe lui a telecomandare la giunta Raggi. Parla poco, si fida di pochissimi, il suo cerchio magico si compone di Luigi di Maio, il consigliere bolognese Max Bugani e l' europarlamentare David Borrelli (autore del pasticcio a Bruxelles), e poi Piero Dettori, ex manager della Casaleggio ora, insieme a Bugani e Borrelli, componente dell' Associazione Rousseau, struttura parallela al M5s che gestisce tutte le votazioni. Presidente, Davide Casaleggio.
Fonte: qui
1 - ORA CASALEGGIO È NEL MIRINO DEI PARLAMENTARI
Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”
«Io me ne andrei anche, ma chi li paga i 250 mila euro di penale?». L' eurodeputato esprime quel miscuglio di delusione mista a rassegnazione che ha colto molti 5 Stelle, non solo a Bruxelles. E che ha il corollario sgradevole di una multa salata in caso di violazione del contratto di fedeltà - sul modello di quanto accade a Roma - firmato dai «portavoce» dei 5 Stelle. Una figuraccia in eurovisione, quella della bocciatura del gruppo Alde e del ritorno nell' ovile Ukip, per la quale è già partita la caccia al colpevole.
Il primo a farne le spese potrebbe essere un oscuro collaboratore di David Borrelli, l' europarlamentare che ha guidato le trattative: l'«advisor» Francesco Calazzo. La sua testa è stata chiesta esplicitamente dall' Ukip, con una condizione decisamente umiliante per i 5 Stelle. Meno grave la punizione per Borrelli, che perderà la copresidenza del gruppo Efdd. Ma in cima a tutti, il nome fatto da molti è quello di Davide Casaleggio. È stato lui a ispirare la trattativa, lui a guidare Borrelli, prima dell' improvvisa retromarcia dell' Alde.
Alla vera prima prova da leader, il figlio di Gianroberto ne è uscito con le ossa rotte.
Provocando più di un mugugno non soltanto nei peones, ma anche nel suo compagno d' avventura: Beppe Grillo. Il quale inizialmente non sarebbe stato favorevole all' ipotesi di lasciare Farage. Di fronte alle considerazioni di Casaleggio, Grillo si sarebbe piegato, finendo per sposare una soluzione che gli veniva prospettata come sicura e favorevole. E finendo per sostenerla.
Così non è stato e Grillo, come da copione, si è assunto, insieme a Casaleggio, le responsabilità di quanto avvenuto. Non nascondendo le critiche interne, per una volta.
C' è un passaggio da notare, nel suo post: «Dispiace per quei pochi portavoce che hanno parlato di "cercare di entrare nell' establishment"».
Facile capire a chi si riferisce. Basta leggere il post di Carlo Sibilia, già membro del defunto direttorio, che scriveva: «Cercare di entrare nell' establishment sarebbe incoerente, oltre che stupido». Salvo poi, dopo lo stop dell' Alde, cancellare il post, sostituendolo con questo: «Avevo scritto un post di "arrivederci" a Farage. L' ho cancellato».
Sibilia non è stato l' unico a contestare le scelte di Casaleggio e Borrelli. Michele Dall' Orco usa la stessa parola contestata da Grillo: «Confido che questa storia serva per il futuro: mai fidarsi dell' establishment». Il disorientamento è palese. Scrive Giuseppe Brescia: «Con Ukip condividevamo poche cose (quasi nulla) e infatti io mi sono sempre detto contrario. Giusto quindi staccarsi. Ma cosa condividiamo con Alde?». Nulla, o quasi.
Marta Grande conferma: «Non ho votato al referendum. Sono sempre stata contraria a Farage, ma anche Alde mi sembra che non c' entri nulla».
Il più duro di tutti è un europarlamentare romano, Dario Tamburrano: «Hanno preparato un accordo schifoso sulla testa della maggioranza di noi portavoce europei facendo piombare una domenica mattina, una votazione farlocca, prendendo per i fondelli noi, decine di migliaia di iscritti, milioni di elettori e lo stesso Beppe Grillo. Chi crede ad altro, o è in cattiva fede o è semplicemente un webete ».
Neologismo a parte, nell' elenco di Tamburrano di chi sarebbe stato preso in giro non risulta un nome: Davide Casaleggio.
2 - QUANTI FLOP DA QUANDO COMANDA CASALEGGIO JR
Paolo Bracalini per “il Giornale”
Dal padre ha ereditato l' erre moscia, il carattere riservato e poi l' azienda, la Casaleggio Associati Srl, di cui ora è lui il presidente. Ma per quanto Davide Casaleggio sia dietro ad alcune intuizioni del papà (l' e-business applicato al M5s) e da ex enfant prodige degli scacchi non difetti certo di doti strategiche, all' erede mancano due caratteristiche che invece Gianroberto aveva: la passione per la politica e la visione.
Non è un caso che da quando al timone dei Cinque stelle, dopo la morte del padre nell' aprile scorso, c' è Casaleggio jr, il movimento abbia inanellato una serie preoccupante di sbandate, dal caos Campidoglio alla figuraccia sui gruppi del Parlamento Ue, in cui Davide Casaleggio ha responsabilità dirette. Il suo esordio politico era stato proprio a Bruxelles, quando apparve dietro Beppe Grillo nell' incontro con Nigel Farage per decidere le alleanze.
Sembrava un grigio tecnico arrivato lì solo per dare una mano al padre, più interessato al marketing on line e alle strategie di Rete della Casaleggio Associati che alla lotta politica in Italia, e invece il destino ha voluto che prendesse molto presto il posto del padre, a fianco di Grillo, anche un po' sopra di lui visto che le chiavi della macchina M5s (la piattaforma di voto dei parlamentari, i dati sugli iscritti) le possiede Davide Casaleggio, non il comico.
Laurea in Economia aziendale alla Bocconi, poi carriera nella ditta di famiglia, Davide Casaleggio si è ritrovato in un ruolo, quello di co-leader politico, che non gli viene naturale. E i segni si vedono, col divampare delle lotte tra correnti (specie a Roma) e gli inciampi continui del movimento. Il paragone col padre, con cui i Cinque stelle sono passati da essere un fan club di Beppe Grillo ad un movimento politico da milioni di voti, è dietro ad ogni angolo. «Il padre aveva i sogni, il figlio li traduce in tattiche e azioni pratiche.
Il padre faceva riunioni a porte aperte, il figlio riunioni a porte chiuse - si legge in Supernova, il libro-verità sul M5s scritto dall' ex Casaleggio boy Marco Canestrari insieme all' ex ufficio stampa del movimento Nicola Biondo - Casaleggio jr sta simpatico a pochi e si scontra spesso con gli altri soci, all' occorrenza fa valere il suo status.
Persona riservata e abitudinaria. Il padre era autorevole. Davide impone metodi e obiettivi. Conta l' obiettivo è il suo motto». Abitudinario, freddo, metodico: «Gianroberto offriva sempre la colazione, pagava lui per tutti, commentava qualche fatto di cronaca o accennava a qualche idea, poi si saliva tutti su al secondo», invece Davide «a colazione prende sempre brioche e succo di pera. Ogni giorno, brioche e succo di pera. Tanto è pieno di idee Gianroberto, tanto è metodico suo figlio».
Il londinese The Times gli ha appena dedicato un articolo definendolo «il misterioso mezzo britannico (la madre è inglese, ndr) web-guru che ha il potere sulla città di Roma», perché sarebbe lui a telecomandare la giunta Raggi. Parla poco, si fida di pochissimi, il suo cerchio magico si compone di Luigi di Maio, il consigliere bolognese Max Bugani e l' europarlamentare David Borrelli (autore del pasticcio a Bruxelles), e poi Piero Dettori, ex manager della Casaleggio ora, insieme a Bugani e Borrelli, componente dell' Associazione Rousseau, struttura parallela al M5s che gestisce tutte le votazioni. Presidente, Davide Casaleggio.
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