“Il governo pensa di poter decidere chi deve fare il giudice, ma questo non è possibile: i governi non possono scegliere i giudici. È un vulnus senza precedenti”. Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Piercamillo Davigo si scaglia contro l’esecutivo, spiegando nel corso di una conferenza stampa il motivo che ha spinto l’Anm a disertare la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione con il capo dello Stato Sergio Mattarella. “Noi abbiamo cercato una soluzione che riportasse nell’ambito costituzionale quanto era accaduto. Ma quello che è accaduto non può essere accettato perché è un vulnus che non ha precedenti nella storia della Repubblica nell’indipendenza e autonomia della magistratura”, ha spiegato il presidente dell’Anm, in merito al decreto sui pensionamenti.
La polemica dell’Associazione nazionale magistrati è infatti diretta contro il decreto con cui il governo ha prorogato il trattenimento in servizio sino a 72 anni dei soli vertici della Cassazione. “Gli organi d’informazione hanno presentato questa questione come se fosse una questione legata alle norme del pensionamento. Questa invece è una questione collegata all’indipendenza della magistratura“, ha detto Davigo. “Non si può governare un Paese con gli slogan – ha aggiunto – Tra il bandire un concorso e l’entrata in servizio del primo magistrato che ha partecipato a quel concorso passano quattro anni. E allora non si può mandare a casa da un giorno all’altro 450 persone e dire largo ai giovani, perché i giovani arriveranno quattro anni dopo “.
Per il presidente dell’Anm la norma dell’esecutivo sui pensionamenti ha creato “due categorie” di giudici: i pochi di una categoria superiore, che devono rimanere in servizio, e tutti gli altri di una categoria inferiore che devono essere collocati a riposo. Si è creata così “l’immagine di un esecutivo che sceglie i magistrati da trattenere in servizio o da collocare a riposo”, ha aggiunto Davigo. L’Anm aveva chiesto al governo di modificare la norma e in un incontro ad ottobre l’esecutivo aveva assunto “precisi impegni politici”, ma “nessuno degli impegni è stato mantenuto”.
Il presidente dell’Anm – che parteciperà sabato prossimo alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario a Milano – non ha comunque escluso che il dialogo con l’esecutivo possa riaprirsi. “Se il governo vuole ricomporre lo strappo, che non abbiamo fatto noi, siamo sempre disponibili”, ha detto per poi rispondere direttamente a Giovanni Canzio. Il primo presidente della Cassazione nella cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario ha infatti criticato gli appunti fatti da Davigo alla riforma del processo penale. “Canzio – ha detto l’ex magistrato della procura di Milano – è iscritto all’Anm, ha un importante incarico, la sua opinione sarà tenuta in conto nella misura che merita”. Davigo ha ricordato che le sue critiche alla riforma si riferivano soprattutto alla norma che obbliga il Pg ad avocare le indagini delle procure se entro tre mesi non sia stato chiesto il rinvio a giudizio o l’archiviazione. Una norma che secondo l’Anm produce solo danni perché si limita a “trasferire il carico di lavoro da un ufficio giudiziario all’altro”.
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