La protesta si è svolta in modo per lo più pacifico. I partiti di opposizione hanno chiamato a raccolta la popolazione contro l’eliminazione delle banconote più utilizzate. Premier chiede ai colleghi di partito di mostrare i propri estratti conto per fugare dubbi di complicità.
New Delhi (AsiaNews) – Centinaia di migliaia di persone sono scese per le strade di tutta l’India per manifestare contro il bando delle banconote da 500 e 1000 rupie che ha gettato nella miseria la popolazione. Nonostante la massiccia partecipazione e il timore di disordini negli assembramenti, il “giorno della collera” promosso da 13 partiti di opposizione si è svolto senza eccessi e non si registrano violenze di particolare entità.
Oltre 100mila cittadini hanno preso parte alle proteste a Calcutta, nel West Bengal, dove la chief minister Mamata Banerjee ha messo in guardia da ulteriori “rivolte ed epidemie [di malcontento]” se la misura economica del premier Narendra Modi dovesse continuare. Altre 6mila persone hanno manifestato a Mumbai, centro nevralgico per l’economia di tutto il Paese.
I partiti di opposizione hanno chiamato a raccolta i cittadini, colti del tutto alla sprovvista dalla manovra finanziaria decretata per combattere la contraffazione di moneta. Ad AsiaNews fonti locali hanno riferito che dopo il primo entusiasmo, la situazione è precipitata a causa della grande disorganizzazione del governo.
Le conseguenze peggiori sono per la classe media e i poveri, che ogni giorno affrontano lunghe ore in coda davanti agli sportelli per scambiare le vecchie banconote. Ad aggravare la situazione, le notizie diffuse nei giorni successivi il varo del bando, quando si è scoperto che i membri del partito di governo Bjp (Bharatiya Janata Party) erano stati informati in anticipo dell’eliminazione delle rupie e hanno avuto il tempo di mettere al riparo i propri risparmi.
Nell’estremo tentativo di allontanare i sospetti, oggi il premier ha chiesto ai colleghi di partito di mostrare gli estratti conto dei propri depositi bancari. Nel frattempo però le opposizioni sono sempre più coalizzate e nei giorni scorsi è uscito allo scoperto anche Manmohan Singh, ex primo ministro, che ha parlato di “monumentale fallimento di gestione” e prevede un crollo dell'economia pari al 2%.
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