Arriva in Campidoglio e in passato sul Movimento disse: «A febbraio ci avevano convinto di essere innovatori e di saper invertire la rotta del transatlantico Italia che va dritto verso l’iceberg».
30 stettembre 2016 ore 13.45 – Ora è ufficiale. Massimo Colomban è il nuovo assessore capitolino alle Partecipate.
MASSIMO COLOMBAN: CHI È
E' un industriale trevigiano. Ha fondato nel 1973, a 23 anni, il gruppo Permasteelisa, società di costruzioni specializzata in involucri per architetture monumentali, che da piccola azienda è cresciuta diventando un gruppo da oltre un miliardo di euro di fatturato nel 2002, anno in cui cede l’azienda. Colomban non è uno sconosciuto nel mondo della Casaleggio Associati. Era molto vicino a Gianroberto Casaleggio e ha avuto un ruolo importante nella Confapri, associazione che da sempre ha trattenuto legami con i vertici e i parlamentari 5 stelle con tanto di eventi e tavole rotonde.
Lei si è detto deluso dal movimento di Grillo. Perché?«A febbraio ci avevano convinto di essere innovatori e di saper invertire la rotta del transatlantico Italia che va dritto verso l’iceberg».L’Italia come il Titanic?«Sì. Con una classe, alcuni la chiamano casta, che balla mentre gli altri si schiantano. I grandi economisti parlano del piano B: euro a due velocità, o fuori dall’eurozona, o rinegoziare il debito».Come è nato l’invito a Casaleggio? Vi conoscete?«C’erano stati contatti. Abbiamo invitato una ventina di parlamentari neo-eletti di tutti i partiti. I grillini per noi rappresentano la volontà di migliorare l’Italia, anche se non si sta trasformando in una vera organizzazione perché la loro idea che «uno vale uno» li porta ad agire in ordine sparso. Serve una struttura anche sul territorio».Non fanno abbastanza rete? È un bel paradosso, in fondo.«Secondo me, poi, non dovrebbero rifiutare interamente il finanziamento pubblico. Dovrebbero tenerne il 20-30% come negli altri Paesi, altrimenti la politica la faranno i ricconi e le lobby. E l’idea che i partiti siano tutti marci e corrotti non ci trova d’accordo: ci sono anche persone perbene, forze innovative che vanno aiutate a emergere. E i media in questo hanno un ruolo».
Furono proprio Arturo Artom e Colomban a organizzare i primi incontri tra il guru del Movimento e alcuni imprenditori prima delle elezioni nazionali del 2013. Artom stesso ha passato l’ultimo Ferragosto sullo yacht di Beppe Grillo. «Quando una persona così giovane manca improvvisamente - affermò Colomban quando scomparve Gianroberto – è sempre un dolore. Gli va dato atto che si è schierato al fianco dei più deboli contro i poteri forti».
Ora la Permasteelisa del trevigiano, secondo quanto riportò qualche mese fa il Financial Times, sarebbe in vendita. E lui non molla. Vuole riprenderne il comando dopo averla affidata a un board di fidatissimi che l’ha portata in declino. Una recente intervista di Colomban su La Tribuna di Treviso spiega bene la situazione.
Fonte: quiQuell’occhiolino strizzato al turismo e poi alla politica, costretto però sempre a fare i conti con un’Italietta troppo parcellizzata «il cui male peggiore sta nell’incapacità di fare squadra e vivere di campanilismi». Amministratore delegato di Sviluppo Italia Veneto, presidente di Vegapark. Poi Colomban, da qualcuno definito il “grillino” solo perché, aggiunge lui «sempre a sostenere l’innovazione, anche politica», quindi sostenitore di Renzi. «Mi hanno associato a chiunque. In realtà ho cercato di dialogare con tutti solo per cercare di riaffermare il ruolo sociale dell’impresa. Quando io iniziai era tutto diverso: le tasse erano più basse, c’era un clima generale a favore. Ora l’imprenditore è ritenuto una sorta di speculatore, che non lavora per gli altri e che si intasca solo i guadagni. Invece chi fa impresa lavora 12, 15 ore al giorno, ed arricchisce i collaboratori ed il territorio. Così è stato anche per me, ho fatto più di 8 mila ore di volo. E non mi è mai pesato: per essere imprenditori ci vuole il fuoco dentro e un imprenditore non getta mai la spugna».
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