COSI’ POTREBBERO FINALMENTE ELIMINARE LE SANZIONI ALLA RUSSIA, CONTANDO SULL’AMMIRAZIONE DI “THE DONALD” PER LO ZAR. E ADDIO TTIP
Carlo Nicolato per “Libero Quotidiano”
C' è un mondo parallelo, politicamente scorretto, in cui gli americani anziché stare con la Clinton o con Trump tifano il russo Putin e gli europei, specie quelli più «democratici», anziché parteggiare per la dem Hillay, in cuor loro sperano segretamente nella vittoria dell' impresentabile magnate.
Il primo sorprendente dato è stato semplicemente svelato dal Financial Times che nei giorni scorsi ha pubblicato un sondaggio di Economist-YouGov dal quale risulta che attualmente solo il 27% dei repubblicani ha un' opinione negativa di Vladimir Putin.
Fino a due anni fa lo stesso sondaggio aveva registrato un dato diametralmente opposto, e cioè che quelli contro il presidente russo erano il 66%. L' 85% dello stesso campione intervistato ritiene poi che Putin sia un leader forte, di cui ci si può fidare, mentre Obama è uno smidollato senza attributi per l' 81%.
Insomma, non solo Putin stravince le elezioni in casa sua, ma se si presentasse a quelle americane darebbe del filo da torcere a chiunque.
I repubblicani dovranno però accontentarsi di Trump che non ha mai dimostrato di saper governare come il presidente russo ma quantomeno ha ammesso di essere un fan di Putin, così come quest' ultimo lo è, anche se probabilmente non con la stessa convinzione, del magnate.
Se ne facciano una ragione a Washington, a differenza di qualche annetto fa quando il comunismo faceva la differenza, la cosiddetta «nuova guerra fredda» ha fatto solo danni e ha perfino diviso gli americani che su Putin in larga parte la pensano in modo diametralmente opposto ai leader occidentali.
E qui arriviamo al secondo punto, perché i leader occidentali di cui sopra sono gli stessi che sostengono pubblicamente la Clinton, che mai e poi mai si lascerebbero scappare una parola di favore o di ammirazione per Donald Trump, considerato nella migliore delle ipotesi semplicemente inadeguato a diventare l' inquilino della Casa Bianca e quindi l' uomo più potente della Terra. Eppure se azzardassimo che molti di loro non sarebbero poi così dispiaciuti se il magnate diventasse veramente il presidente, non andremmo poi così lontano dalla realtà.
Per chiarire subito cosa intendiamo prendiamo ad esempio il Ttip, il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti in corso di trattativa, che oramai nessun leader politico europeo vuole per i più svariati motivi ma che gli americani al contrario vogliono imporre all' Europa a loro vantaggio.
Se vincesse la Clinton è evidente che il trattato, pur tra mille difficoltà, prima o poi verrà firmato. Come fanno i leader europei a rompere con una «moderata» (si fa per dire) e democratica presidenza Usa? Come fanno a dire no all' alleato storico impersonato così propriamente da una rappresentante di un' altrettanto storica famiglia Dem? Cambierebbe tutto se invece fosse eletto Trump, la personificazione, ai loro occhi, dell' America becera e prepotente. Con lui sarebbe molto più facile rompere, ne va dei principi di democrazia e libertà.
Insomma, per assurdo, l' elezione dell' odiato magnate tornerebbe comoda ai leader europei per ridiscutere l' alleanza con gli Usa, per contestare le intromissioni di Washington nella politica di Bruxelles. La tensione tra Usa ed Europa è già lì, latente: basti ad esempio il caso Apple in Irlanda che ha fatto dire a Juncker che «noi non siamo gli Stati Uniti d' Europa». Come dire «non ci rompano le scatole», e quanto sarebbe più facile dirlo all' improponibile Trump.
Ma gli esempi si sprecano. Le sanzioni alla Russia?
Visti i rapporti con Putin, Trump le revocherebbe immediatamente, ma se così non fosse l' Europa non ci penserebbe su due volte a mandare al diavolo l' intruso della Casa Bianca e a revocarle unilateralmente.
E che dire delle odiate basi militari Usa: le sinistre di tutti i Paesi europei ne chiederebbero l' immediata chiusura.
Perfino la Nato potrebbe essere rimessa in discussione, e per qualcuno sarà l' occasione buona per tornare a parlare, con qualche concreta speranza, di esercito europeo.
Fonte: qui
Nessun commento:
Posta un commento