giovedì 9 giugno 2016

Su cosa è basato l'attuale sistema economico?

È risaputo che la crisi economia è iniziata a dicembre 2007 negli Stati Uniti, quando il mercato mobiliare americano prima, e quello finanziario poi, scoppiò sotto il peso della speculazione finanziaria. Alcuni economisti hanno teorizzato l’inizio della speculazione finanziaria il 15 agosto 1971.

Almeno una volta si è sentito parlare degli accordi Bretton Woods, che si tennero nel New Hampshire tra l’1 e il 22 Luglio 1944. Lo scopo dell’accordo di Bretton Woods, era quello di stabilizzare i cambi ed evitare fluttuazioni di capitali, in sostanza prevenire ciò che accadde nella depressione del 29; per questo si decise di legare tutti i cambi al dollaro, che a sua volta dipendeva dall’oro. Vi parteciparono molti paesi, tra cui anche l’URSS e tutti quei paesi che erano già sviluppati, ma anche quelli più poveri e in via di sviluppo.
Qui fu progettato anche il Fondo Monetario Internazionale, che divenne operativo il 27 Dicembre 1945 quando 29 paesi decisero di aderirvi. Inoltre fu durante gli accordi di Bretton Woods che venne deciso di fissare il prezzo delle materie prime e i relativi scambi commerciali, solo in dollari. In poche parole gli accordi di Bretton Woods dovevano fungere da strumento anti crisi per prevenire ciò che accadde durante la grande depressione del 1929, e gli U.S.A. hanno fatto di tutto per porsi come punto nevralgico, in modo da poter controllare l’economia mondiale.Purtroppo non tutti sanno che questi accordi furono stralciati il già citato 15 agosto 1971, giorno in cui Richard Nixon decise di annullare gli accordi di Bretton Woods.
Ma perché l’allora presidente degli Stati Uniti decise, in maniera unilaterale, di porre fine a tale accordo? Il motivo fu semplice, gli accordi di Bretton Woods prevedevano che la moneta fosse stampata non a proprio piacimento, ma solo in proporzione alla quantità di oro che ogni nazione ha nelle sue casseforti, e questo andò a genio agli Stati Uniti fino a quando un gruppo di contadini asiatici dimostrò che le forze militari americane non erano poi così invincibili. Per finanziare la guerra in Vietnam, gli Stati Uniti spesero circa 12000 tonnellate d’oro, e le riserve auree statunitensi si assottigliarono così tanto che appunto Nixon fu costretto a recidere gli accordi di Bretton Woods.
Da quel famoso 15 agosto 1971, non c’è un reale accordo fra paesi, quindi da quel momento il mercato finanziario ha iniziato un nuovo periodo senza regole sostanziali, con le valute che hanno potuto e possono anche tutt’ora fluttuare più liberamente; tutta questa libertà ha dato il via anche alle speculazioni finanziarie, che a poco a poco hanno iniziato a diventare sempre più grandi fino a quando nel 2007 il sistema finanziario, malato fino all’osso, ha fatto crac, e ciò che più preoccupa è che nonostante tutto la quantità di prodotti finanziari, derivati e via dicendo ha ripreso vertiginosamente a crescere, c’è addirittura chi sostiene che il livello speculativo nell’economia, oggi sia più alto di quello del 2008, quando anche l’Italia entrò in piena crisi.Se oggi gli U.S.A. continuano a vantare una posizione economica forte, rappresentata prima di tutto dal dollaro, è solo perché molti dei suoi alleati politici ancora glielo permettono. Di fatto è risaputo che gli U.S.A. hanno svuotato i loro caveau d’oro, e l’esempio più tangibile inizia proprio nel 2007, quando la Germania chiese alla FED la restituzione di 54000 lingotti d’oro che quest’ultima consegnò 50 anni prima agli americani, ovviamente la Germania non fu la sola a trasportare le sue riserve auree negli States, tra queste c’è pure l’Italia… Fatto sta che dopo anni ti tentennamenti la FED ha concordato nel 2013 una restituzione graduale spalmata in sette anni, ossia fino al 2020. Il perché mi sembra abbastanza chiaro,  basti pensare che solamente nel 2011, fu permesso agli ispettori tedesco di poter entrare in uno dei 9 caveau dove era custodito l’oro tedesco, e sotto espressa richiesta della FED i risultati della pesatura dei lingotti d’oro venne tenuta segreta..
Il dollaro continua a restare forte solo perché, come concordato negli accordi Bretton Woods, per prassi molti accordi internazionali, e non solo di materie prime, continuano ad essere effettuati in dollari, il fatto è che molti stati hanno capito che le basi su cui regge il dollaro non sono poi così forti come molti vogliono far credere, per questo ad esempio, molti scambi che avvengono fra economie emergenti, oggi vengono regolati tramite le loro rispettive monete nazionali, Russia e Cina in primis, consci della debolezza intrinseca del dollaro.
Bandiera USA
Il biglietto verde continua a sopravvivere grazie alla fiducia che i partner europei continuano a riporre in esso, che cosa succederebbe al dollaro se domani tutti i paesi europei decidono di chiedere indietro tutto l’oro dato in custodia 50 anni fa? Inizierebbe una svalutazione che andrebbe ad incidere pesantemente sulle sorti del debito pubblico americano. Anche per questa ragione, Cina e Russia, anche se alle prese con la crisi economica, stanno continuando ad incrementare le loro riserve auree, perché hanno capito che questo sistema economico senza regole, che rasenta l’anarchia, prima o poi imploderà definitivamente, ed allora bisognerà ritornare al “gold standard” o in ogni caso a regole che stabilizzano il mercato internazionale. Se si guarda alla situazione economica attuale, sembra chiaro che il giorno in cui dovranno essere rinegoziati degli accordi sulla falsa riga di Bretton Woods non è poi così lontano.. così come gli attori chiavi non
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