lunedì 30 novembre 2020

SECONDO UNO STUDIO DELL’UNIVERSITÀ DI BIRMINGHAM ASSUMERE LA BEVANDA AL CACAO È ASSOCIATO A UN MIGLIORE RENDIMENTO MENTALE E A UN AUMENTO DELL’OSSIGENAZIONE CEREBRALE

TUTTO MERITO DEI FLAVANOLI, DELLE SOSTANZE CONTENUTE IN ALCUNE CATEGORIE DI FRUTTA E VERDURA CHE POTREBBERO INCREMENTARE LE…

Da "www.agi.it"

 

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Il consumo di flavanoli, delle sostanze contenute in alcune categorie di frutta e verdura, potrebbe incrementare l’agilità mentale e l’ossigenazione al cervello. A questa conclusione giunge uno studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, condotto dagli esperti dell'Università di Birmingham e dell'Università dell'Illinois, che hanno analizzato gli effetti di una bevanda al cacao con alti livelli di flavanoli somministrata a un gruppo di partecipanti.

 

“Assumere queste sostanze sembra associato a un migliore rendimento mentale – afferma Catarina Rendeiro dell'Università di Birmingham – e a un aumento dell’ossigenazione cerebrale”.

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Il team ha coinvolto 18 partecipanti maschi sani, di età compresa tra 18 e 40 anni, che hanno ricevuto una bevanda al cacao con alto apporto di flavanoli e a cui è stato anche chiesto di svolgere compiti cognitivi prima e dopo l’assunzione dell’infuso. “I soggetti hanno dimostrato di completare i test in modo più efficiente a seguito della somministrazione del drink – afferma la ricercatrice – con miglioramenti dell’11 per cento nella velocità delle prestazioni”.

 

Il gruppo di ricerca ha anche scoperto che il consumo di flavanoli era associato a un aumento più rapido e intenso di ossigenazione del sangue in risposta a livelli artificialmente elevati di anidride carbonica. Gli autori aggiungono che i flavanoli rappresentano un sottogruppo di flavonoidi vegetali, e sono presenti in alimenti quali cacao, uva, mele, tè o bacche.

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“Sapevamo del loro effetto benefico sulla salute cardiovascolare – commenta l’autrice – ma volevamo indagare sull’impatto di queste sostanze in relazione al benessere cerebrale. Nel nostro esperimento abbiamo selezionato il cacao, ma i flavanoli sono estremamente comuni in altri alimenti”. L’esperta sottolinea che in un piccolo gruppo di soggetti l’assunzione della bevanda non è stata collegata a un miglioramento apprezzabile nelle prestazioni o dell’ossigenazione.

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“Si trattava di un insieme di partecipanti con livelli già elevati di risposte di ossigenazione cerebrale che non sono stati ulteriormente incrementati dall’assunzione di flavanoli – conclude Rendeiro – questo fornisce ulteriori prove a sostegno del legame tra l'aumento dell'ossigenazione del sangue cerebrale e le capacità cognitive”. Fonte: qui

domenica 29 novembre 2020

“LA VERITÀ” SVELA UN DETTAGLIO HOT DELL’INCHIESTA PER STUPRO SU CIRO GRILLO E I SUOI AMICI

 

NELL’AVVISO DI CHIUSURA DELL’INDAGINE C’E’ UNA FOTO COMPROMETTENTE CHE RITRAE CIRO GRILLO CHE APPOGGIA I PROPRI GENITALI SULLA TESTA DI UNA DELLE DUE RAGAZZE MENTRE QUESTA E’ IN STATO DI INCOSCIENZA PERCHÉ ADDORMENTATA 

I GUAI DI CIRO TENGONO IN OSTAGGIO BEPPEMAO E TUTTO IL MOVIMENTO: “L’ELEVATO” RISCHIA DI FINIRE ALL'ANGOLO

Giacomo Amadori Fabio Amendolara per “la Verità”

 

Con il deposito degli atti del processo di Tempio Pausania contro Ciro Grillo e tre suoi amici (Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria) il clima politico rischia di surriscaldarsi. Sino al nostro scoop di ieri nessuno (o quasi nessuno) in Parlamento sapeva che cosa contenesse davvero il fascicolo giudiziario per violenza sessuale di gruppo aggravata dall' uso di sostanze alcoliche, un processo che sembrava avanzare a tempo di lumaca verso un binario morto. Tanto che molti, nel governo giallorosso, stavano tirando un sospiro di sollievo. Ma adesso è arrivata la bomba.

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Nell' avviso di chiusura delle indagini viene ricostruita la terribile notte di S. J. e R. M., le due amiche finite nelle grinfie del branco dopo una serata ad alto tasso alcolico. Ma, anche se non si parla di video, si fa riferimento a una compromettentissima foto che ha come protagonista proprio Ciro: «In particolare Grillo, alla presenza di Capitta che scattava fotografie per immortalarlo e di Lauria, appoggiava i propri genitali sul capo di R. M., la quale, in stato di incoscienza perché addormentata, era costretta a subire tale atto sessuale» hanno scritto il procuratore Gregorio Capasso e la pm Laura Bassani.

 

Uno scatto che è stato depositato e che è adesso nella disponibilità delle parti. Ma quell'immagine brutale del maschio dominante che estrae lo scettro della sua virilità e lo poggia come atto di sottomissione sulla testa di una giovane svenuta sarà difficile da far digerire a un elettorato fortemente legalitario. Ma soprattutto il padre di tanto virgulto come affronterà il procedimento giudiziario?

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Attaccherà i pm come un Renzi qualsiasi? Scaricherà il figlio? Lo difenderà a dispetto di tutto, anche di fronte a quella foto ipermaschilista di un giovanotto già capace di scrivere su Internet «ti stupro bella bambina»? Certo la vicenda nei prossimi mesi non potrà non influire sugli equilibri dei 5 stelle, già lacerati dai conflitti interni. Quel che è certo è che il processo sardo è una mina su cui stanno danzando in molti, a partire dai magistrati (basti ricordare che il Guardasigilli Alfonso Bonafede è un fedelissimo di Grillo) che in tutta questa storia stanno evitando ogni esposizione mediatica o diffusione di atti giudiziari, cosa rarissima in casi come questo.

 

Nei mesi scorsi avevamo sottolineato la lentezza delle indagini e c'era chi parlava di archiviazione annunciata. Il tempo medio trascorso tra l'iscrizione nel registro delle notizie di reato e il rinvio a giudizio o l'archiviazione è stato stimato, dalla Direzione generale di statistica del ministero della Giustizia, in 216 giorni per il delitto di atti persecutori e in quasi 400 per quelli di violenza sessuale e maltrattamenti.

 

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In questo caso le indagini sono state chiuse 493 giorni dopo il fatto, ma per l'eventuale rinvio a giudizio si potrebbe arrivare ben oltre i 600, cioè un terzo in più della media. Qualcuno potrebbe obiettare che in mezzo c'è stato il lockdown.

 

Tempi a parte, sarà difficile per gli indagati mettere tutto a tacere o comprare il silenzio delle famiglie delle vittime. Infatti i giovanotti avrebbero abusato di ragazze con alle spalle famiglie dai moltissimi mezzi. Il padre di S. J. gestisce un fondo, la madre è una manager, il babbo di R. M. è un importante banchiere che ha ricoperto incarichi apicali anche in istituti americani e svizzeri. I papà sono due finanzieri di livello internazionale (le figlie sono nate a Bruxelles e a Londra) e le loro ragazze si sono conosciute in uno dei più esclusivi licei di Milano. Entrambe le famiglie hanno scelto il massimo riserbo, che non va scambiato per arrendevolezza. Anzi.

 

I genitori di S. J., quando hanno visto che il procedimento andava a rilento, hanno ingaggiato l'avvocato Giulia Bongiorno, uno dei legali più quotati d'Italia. Un messaggio chiaro ai magistrati, ma anche alla famiglia Grillo. A ingaggiare la Bongiorno è stato T. J., norvegese di origine e milanese di adozione. L'uomo, dai toni pacatissimi, è però molto deciso.

 

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«Tutte le altre istituzioni sono state più che veloci, più che competenti, più che lodevoli e dal nostro punto di vista i tempi si sono allungati nel processo, e si può dire che è sempre così in Italia e in alcuni altri Paesi. Uno può archiviare questa sensazione di lentezza nella scatola c e dire che il sistema è lento in ogni processo [] il sistema è quello che è, dobbiamo essere fiduciosi che produca quello che deve produrre e alla fine porti a una giustizia imparziale rispetto a tutto. La sola influenza che abbiamo noi è di scegliere una persona che può ben rappresentare nostra figlia []Noi ovviamente speriamo che nel nostro caso si vada a processo e che tutto proceda secondo giustizia».

 

Gli abbiamo ricordato che in Italia c'è una legge, il cosiddetto codice rosso che dovrebbe accelerare, questo tipo di procedimenti: «Un anno fa, mi ricordo bene, la notizia aveva creato un po' di speranza per un processo veloce». Una scorciatoia che non sembra aver funzionato in questo caso. Quando qualche settimana fa avevamo chiesto a T. J. se non ci fossero prove evidenti di costrizioni nei confronti della sua ragazza aveva sorriso amaro: «Penso che non dovrei commentare il caso perché è il patto con il nostro avvocato.

Ho parlato già troppo, vero?».

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Gli riferimmo che ci sembrava stano che un cittadino italiano medio, nei suoi panni, si sarebbe lamentato della giustizia italiana e del peso politico della controparte. Risposta: «Io sono sicuramente uguale, ma ho tanto rispetto di quelli che abbiamo incontrato e che hanno mostrato grande impegno, aiutandoci in ogni fase, dal pronto soccorso ai carabinieri».

 

Si capisce che non si fida sino in fondo del nostro sistema giudiziario e ricorda che nella finanza non amano firmare contratti soggetti alla giurisdizione dei tribunali italiani. Ma alla fine il suo unico pensiero è per sua figlia: «Io sono il padre che deve stare vicino alla figlia e basta [] purtroppo una ferita fisica, un virus può passare, ma i danni che fanno le persone, questi trasgressori, non vanno via facilmente».

Ciro Grillo - ciroinstagramCIRO GRILLO - CIROINSTAGRAM

 

Così T.J.. E l' altro papà, P.M., il banchiere? E ancora più defilato. A quanto ci risulta non avrebbe preso un avvocato, né al momento sarebbe intenzionato a costituirsi parte civile nonostante gli sia stato recapitato l'avviso di chiusura indagini in cui la figlia è stata considerata vittima di abusi. Grillo, che in questo periodo non si mostra molto in giro, non ha smesso di essere attivo sui social anche quando, forse, aveva già ricevuto l'avviso di chiusura delle indagini, firmato il 6 novembre dai pm. L'Elevato potrebbe aver ricevuto la notifica già quel giorno.

 

Il 9 su Facebook ha pubblicato un post su come il codice postale plasmi profondamente il destino di chi vive nelle grandi città. E nei giorni a seguire ha parlato di digitale e di riserve indiane. Il 15 ha postato una frase di Italo Calvino: «Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall' alto, non avere macigni sul cuore». E passando per vari commenti ecologisti, è arrivato a ieri discettando di riconversione dei «sistemi produttivi nazionali verso la neutralità climatica». Come se nulla fosse accaduto. Fonte: qui


Ciro Grillo e lo stupro. «Il gruppo costrinse le ragazze a bere»

Le accuse dei pm e i video dei rapporti del gruppo del figlio di Beppe Grillo. «Così le accerchiarono dentro la villa»

Ciro Grillo e lo stupro. «Il gruppo costrinse le ragazze a bere»
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Quella sciagurata notte, a Porto Cervo, fu senza freni. C’era chi beveva senza limite, chi abusava, chi fotografava gli abusi e chi li filmava, per poi scambiarsi i ruoli. E c’erano loro, le due ragazze, studentesse figlie dell’alta borghesia milanese, rimorchiate al Billionaire dai quattro amici e finite a casa di uno di loro, Ciro, il figlio ventenne di Beppe Grillo. Quattro ragazzi, molta vodka e un party da chiudere con un chiaro obiettivo: sesso. Nessuno nega che il finale sia stato quello ma il punto è un altro: le ragazze erano consenzienti, come sostengono i quattro amici, o c’è stata violenza, come ha denunciato una delle due? La Procura di Tempio Pausania, che ha chiuso le indagini su questa delicata vicenda che risale al 17 luglio dello scorso anno, giudica credibile la ragazza e dunque considera le studentesse vittime di violenza sessuale. E carica l’accusa con due aggravanti: quella di averla commessa con l’uso di «sostanze alcoliche» e in gruppo.


«Ero completamente ubriaca»


Cioè, gli inquirenti ritengono che i ragazzi abbiano prima ubriacato le studentesse e poi approfittato dello stato di torpore e semincoscienza in cui erano piombate. I quattro «costringevano e comunque inducevano S., abusando delle sue condizioni di inferiorità fisica e psichica dovuta all’alcol, a subire e compiere atti sessuali», scrive il pm Laura Bassani nel documento di chiusura delle indagini. Insomma, S. non era più in sé e loro l’avrebbero stuprata. Conclusione alla quale gli inquirenti sono giunti dopo aver analizzato i telefonini dei quattro giovani, tutti ventenni genovesi di buona famiglia, nei quali sono stati trovati video e foto che confermerebbero la versione data dalla ragazza: «Ero completamente ubriaca, hanno continuato a farmi bere anche dopo l’uscita dalla discoteca». Dopo aver esaminato le immagini i magistrati hanno così stabilito che Ciro e i suoi amici l’hanno obbligata «a bere della vodka tenendola per i capelli e costringendola ad avere rapporti sessuali». C’è un video di quella notte considerato più significativo degli altri perché riprenderebbe la violenza di gruppo. È stato girato dagli stessi ragazzi mentre si alternavano con S.


La Procura ha ricostruito la sequenza dei fatti


Per la Procura è un forte indizio. Per la difesa, il contrario, si tratterebbe della dimostrazione che il quartetto non aveva nulla da nascondere, essendo la ragazza consenziente. La Procura ha ricostruito la sequenza dei fatti: uno degli amici di Grillo, Franco Corsiglia, getta sul letto S., la bacia, cerca un rapporto, lei si libera ed esce dalla stanza. Il giovane la insegue, la blocca e la costringe a un primo rapporto. Mentre gli altri ridono, lui la insegue, la raggiunge e la spinge nel box doccia, «dove la costringe a un altro rapporto»”. Dal documento dell’accusa emerge una notte da incubo. L’amica, dopo la sbornia, era invece caduta in un sonno profondo.


«La foto, una prova importante dell’abuso»


E qui spunta Ciro che viene immortalato da uno scatto osceno con la ragazza. Gli inquirenti considerano la foto una prova importante dell’abuso e lo sarebbe più dei video perché l’immagine si presta a poche interpretazioni. Come si difendono i ragazzi? «Rapporti consenzienti», hanno ripetuto in questi mesi. «Nessun commento», è oggi il refrain dei loro legali. Temono la strumentalizzazione politica della vicenda, che potrebbe ripercuotersi su Beppe Grillo e sul Movimento Cinque Stelle. Defilata è rimasta anche l’avvocata della ragazza, Giulia Bongiorno: «Non parlo». È uno dei rari casi giudiziari italiani di silenzio assoluto delle parti in causa. Fonte: Corriere.it

STA PER SCOPPIARE IL BUBBONE DELL'OMS?

LA PROCURA DI BERGAMO HA CONVOCATO RANIERI GUERRA, E ''REPORT'' (VIDEO) TORNERÀ A RACCONTARE CON DOCUMENTI ESCLUSIVI COSA È SUCCESSO DAVVERO NELLE STANZE DELL’OMS E PERCHÉ IL RAPPORTO SCOMPARSO È UNA BOMBA MEDIATICA. 

INTANTO L'ORGANIZZAZIONE OPPONE L'IMMUNITÀ DIPLOMATICA AI MAGISTRATI, VISTO CHE HA LA COSCIENZA PULITISSIMA…

Report tornerà a raccontare con documenti esclusivi cosa è successo davvero nelle stanze dell’Oms e perché il rapporto scomparso è una bomba mediatica, tra incidenti diplomatici, cattivo uso di fondi della cooperazione, immunità diplomatica usata da scudo contro le convocazioni della procura di Bergamo e una curiosa comunione di intenti tra i pezzi grossi dell’Oms e il nostro ministero della Salute.

tedros adhanom ghebreyesusTEDROS ADHANOM GHEBREYESUS

 

Il 5 novembre scorso Ranieri Guerra si è presentato alla procura di Bergamo. Nei confronti degli autori del rapporto l’Oms ha spedito una nota ai magistrati e ai ministri Di Maio e Speranza: i suoi ricercatori  godono di immunità diplomatica e dunque non sono tenuti a rispondere alla procura.  Insomma, l’Oms  li ha invitati a non presentarsi, anche contro la loro volontà di testimoniare.

 

Lunedì alle 21.20 #Report torna in onda su Rai3

 

 

 

 


sabato 28 novembre 2020

David Rossi: suicidio o omicidio? Indagini e ruolo dei festini hard

 

TRA I TESTIMONI DEL CASO DAVID ROSSI C'È ANCHE UN COMANDANTE DI UNA STAZIONE DEI CARABINIERI CHE RACCONTA NON SOLO DELL'ESISTENZA DEI FESTINI HARD MA ANCHE DEL COINVOLGIMENTO DIRETTO DI UNO DEI MAGISTRATI DI SIENA CHE HANNO AVUTO A CHE FARE CON LE INDAGINI. 

RACCONTA DI ESSERE STATO INVITATO A FARSI GLI AFFARI PROPRI, PRIMA DI VENIRE TRASFERITO 

IL GIGOLO, L'ORGANIZZATORE DELLE FESTE, ORA ANCHE IL MILITARE. 

ALLA PROCURA DI GENOVA HANNO IN MANO DOCUMENTI ESPLOSIVI. 

VIDEO - IL SERVIZIO INTEGRALE

 

https://www.iene.mediaset.it/video/david-rossi-suicidio-omicidio-festini-hard_941342.shtml

 

“Le novità più importanti riguardano le indagini fatte a Genova, dalla Procura. Le carte sono piene di testimoni che confermano l’esistenza di questi festini e ce n’è più di uno che conferma la presenza di alcuni magistrati a queste feste”

“C’è un personaggio, molto noto a Siena, il cui fratello riferisce essere un organizzatore di festini, omosessuale, dice di aver visto di fronte alla sua casa questo via vai di ragazzi giovani, feste, cioè tutta una serie di particolari anche rispetto a questa testimonianza qua”

 

“In questi mesi sono state dette tante cose, i giornali hanno riportato delle notizie false. in questa richiesta di archiviazione ci sono tanti particolari che meritano di essere approfonditi”

caterina orlandi incontra l escort dei festini senesiCATERINA ORLANDI INCONTRA L' ESCORT DEI FESTINI SENESI

E ancora il legale della famiglia l’on. Miceli aggiunge:

“C’è un soggetto qualificato, è un Carabiniere, è il comandante di una stazione dei Carabinieri toscana ed è uno che racconta non solo dell’esistenza dei festini ma anche del coinvolgimento diretto di uno dei magistrati di Siena che hanno avuto a che fare con le indagini sulla morte di David Rossi e racconta di essere stato invitato da questo magistrato nel corso delle indagini da lui condotte a farsi gli affari propri”

 

 

Da www.iene.mediaset.it

 

Antonino Monteleone e Marco Occhipinti tornano sulla morte del capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena David Rossi, precipitato al suolo dalla finestra del suo ufficio nel 2013. Carolina Orlandi, la figlia dI Antonella Tognazzi, vedova di David Rossi, insieme all’onorevole Carmelo Miceli, legale della famiglia, raccontano quali indagini ha svolto la Procura di Genova in questi anni sui tanto discussi festini hard di Siena e sul perché la famiglia di David Rossi si opponga alla richiesta di archiviazione della Procura riguardo all’ipotesi dei presunti abusi d’ufficio eventualmente commessi durante le indagini sulla morte del manager senese.

 

carmelo miceli avvocato vedova david rossiCARMELO MICELI AVVOCATO VEDOVA DAVID ROSSI

I tanto discussi festini omosessuali a cui avrebbero partecipato personaggi di spicco della città, tra cui alcuni magistrati, sono esistiti davvero oppure no? E, nel caso, avrebbero potuto davvero condizionare  le indagini sulla morte di un manager che prima di volare giù dalla finestra voleva andare a parlare in procura? 

Quella di David Rossi è stata una morte avvenuta nel mezzo di una bufera mediatica, finanziaria e giudiziaria, appena due giorni dopo aver comunicato ai vertici dell'istituto di voler andare a parlare con i magistrati che indagavano sul caso Mps.

Le inchieste dedicate alla vicenda, cercano di far luce sulla vicenda, e la domanda è sempre la stessa: si è trattato di un suicido, come il caso è stato archiviato dai giudici, o di un omicidio?

 

Nel nuovo servizio l’inviato raccoglie le dichiarazioni di Carolina Orlandi, la figlia della moglie di David Rossi, che racconta le ultime novità sul caso: “Le novità più importanti sicuramente riguardano le indagini fatte a Genova, dalla Procura. Le carte di queste indagini sono piene di testimoni che confermano l’esistenza di questi festini. Ce n’è più di uno che conferma la presenza di alcuni magistrati a queste feste. Alcuni di questi sarebbero gli stessi magistrati che 7 anni fa hanno fatto le indagini, e noi ancora dopo 7 anni non sappiamo come e perché David sia morto. Eppure in questa richiesta di archiviazione si legge che non c’è stato abuso d’ufficio da parte della procura di Siena”. 

antonino monteleone mostra foto di magistrati a escort gayANTONINO MONTELEONE MOSTRA FOTO DI MAGISTRATI A ESCORT GAY

I tanto discussi festini omosessuali, a cui avrebbero partecipato personaggi di spicco della città, tra cui alcuni magistrati, sono davvero esistiti oppure no?

Risponde Carolina Orlandi: “In questi mesi sono state dette tante cose, i giornali hanno riportato delle notizie che, dopo aver visto gli atti posso dire di essere false, e invece in questa richiesta di archiviazione ci sono una quantità di particolari che meritano di essere approfonditi”.

 

A due anni di distanza dalla chiusura delle prime indagini, la Procura toscana le ha riaperte grazie ai vari nuovi elementi messi a disposizione dalla famiglia del manager tragicamente scomparso. Il motivo era quello di procedere con quelle attività di inchiesta ancora possibili e che i primi tre magistrati, che si erano occupati del caso, avevano ritenuto di non portare avanti.

 

Sono passati più di 7 anni dalla morte di David, e io ne ho viste veramente fare di tutti i colori, ne ho sentite dire di tutti i colori – dichiara la Orlandi -. Ho letto cose negli atti inspiegabili, cose non approfondite, cose sbagliate cose non fatte, cose fatte male. Io ti posso dire che mi sono rotta, mi sono veramente stufata qui mi devono spiegare perché certe cose non sono state fatte e perché invece altre sono state fatte in un momento particolare come la distruzione dei fazzolettini o come tutta una serie di elementi che io tutt’ora non mi spiego”.

 

La Procura di Genova nella richiesta di archiviazione sostiene che le critiche della famiglia alle indagini appaiono ingiustificate se si fa riferimento alla seconda inchiesta aperta a due anni dalla morte del manager senese, perché questa sarebbe stata ampia e scrupolosa. 

caterina orlandi figlia di david rossi incontra l escort dei festini di sienaCATERINA ORLANDI FIGLIA DI DAVID ROSSI INCONTRA L' ESCORT DEI FESTINI DI SIENA

 

Carolina Orlandi: “A me cosa importa che le seconde indagini siano state fatte bene, in maniera approfondita, ma dopo tre anni non avresti mai trovato le stesse cose che potevamo trovare all’inizio. E invece non sono stati messi sotto sequestro i vestiti, non è stata messa sotto sequestro la salma di David, non sono state chieste le celle telefoniche, le telecamere…nonostante siano stati distrutti dei fazzolettini, nonostante tutto quello che noi sappiamo e che è successo, comunque non c’è stato l’abuso d’ufficio”.

 

E, a proposito della modalità in cui sarebbero state svolte le prime indagini, l’onorevole Carmelo Miceli dichiara: “Il 14 di agosto a due giorni dal Palio, quando ancora le indagini  non sono archiviate il pm Natalini avverte la necessità di distruggere i fazzolettini e di restituire altri reperti”. Alla Domanda di Monteleone che gli chiede: “Sappiamo di chi era il sangue su quei fazzoletti?” “No, non lo sappiamo e non lo sapremo mai… è un attimo gravissimo”, conclude Miceli.

Sono davvero tante le cose che la famiglia non si spiega. Monteleone prova ad elencarle.

Uno: Non sono mai stati chiesti nell’immediato i tabulati e i dati delle celle telefoniche di tutti i gli apparecchi cellulari che sono transitati dentro e vicino la banca nelle ore della morte di David. Se fosse stato fatto, forse, avremmo potuto rintracciare la persona con il telefono all’orecchio che compare nel vicolo alle 20.11. 

 

caterina orlandi figlia di david rossi incontra l escort dei festini di sienaCATERINA ORLANDI FIGLIA DI DAVID ROSSI INCONTRA L' ESCORT DEI FESTINI DI SIENA

Due: I vestiti di David non sono mai stati sequestrati e non sono mai stati analizzati.

Tre: Non è mai stato fatto l’esame istologico delle ferite ritrovate sul corpo di David: se fosse stato fatto avremmo saputo con certezza quando David si è procurato quelle ferite, se prima o durante la caduta.

Quattro. Non si è fatto immediatamente l’esame del Dna sul corpo di David, né sull’orologio, né sui suoi telefoni cellulari. Ci avrebbe potuto dire con certezza se c’era stata o no una colluttazione, e chi era venuto a contatto quella sera con David prima che volasse dalla finestra.

 

Cinque: Il pm Aldo Natalini ha ritenuto di ordinare la distruzione dei fazzoletti sporchi di sangue ritrovati nel cestino dell’ufficio di David, senza disporne un’analisi e prima che fosse decretata l’archiviazione.

Sei. Non sono state identificate tutte le persone che erano presenti in banca nell’ora in cui David è volato dalla finestra.

Sette. Non sono state mai acquisite le immagini delle oltre 10 telecamere interne ed esterne alla banca, tranne quella che ha ripreso la caduta. Avrebbero permesso di vedere tutte le persone che si sono mosse dentro e fuori la banca in quelle ore, compreso il vicolo dove è caduto David.

 

l ex sindaco piccini e i festini nelle ville di sienaL EX SINDACO PICCINI E I FESTINI NELLE VILLE DI SIENA

Otto. L’unico video in cui si vede la caduta di David non è integrale, ma è stato tagliato. Parte un minuto prima della caduta e finisce prima dell’arrivo dei soccorsi.

Nove. La procura non ha aperto nell’immediato un fascicolo per il reato di omissione di soccorso per trovare la persona che entra nel vicolo con il telefono all’orecchio alle 20:11.

Dieci: Dalla prima archiviazione di agosto 2013 la procura di Siena ha aspettato più di due anni prima di riaprire il caso nel novembre 2015. In quei due anni, il tempo trascorso ha reso indecifrabili tutti gli elementi utili a capire davvero se David si è ammazzato con le sue mani oppure no.

 

caterina orlandi figlia di david rossi incontra l escort dei festini di sienaCATERINA ORLANDI FIGLIA DI DAVID ROSSI INCONTRA L' ESCORT DEI FESTINI DI SIENA

Tra due settimane un Giudice a Genova dovrà decidere se accogliere la richiesta dei pubblici ministeri che vogliono archiviare le indagini per l’eventuale abuso di ufficio che sarebbe stato commesso dai loro colleghi di Siena. Tutto è iniziato dalle clamorose dichiarazioni rubate all’ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini, che, all’inviato aveva dichiarato: “Conoscendo la razionalità di David, non è possibile che sia suicidio. La città è convinta che sia stato ucciso”. Per l’ex sindaco Piccini David non si sarebbe suicidato. E aggiunge una storia difficile da credere se non fosse per la rilevanza del soggetto che la riferisce. “Un avvocato romano mi ha detto... era un’amica mia che il marito era nei servizi ‘devi indagare tra alcune ville tra l’aretino e il mare e i festini che facevano lì perché la magistratura potrebbe aver abbuiato tutto perché scoppia una bomba morale, non so se mi sono spiegato”. 

 

Ci sarebbero davvero dei collegamenti tra il difficile e criticato decorso delle indagini e la storia dei festini? Dopo questa intervista rubata all’ex sindaco sette magistrati di Siena sporgono querela per diffamazione e, a seguito di questa, la Procura di Genova - competente ad indagare su tutto ciò che riguarda i magistrati toscani - apre due procedimenti: uno per diffamazione nei confronti della trasmissione di Italia1 e dell’ex sindaco Piccini e uno per abuso d’ufficio.

caso david rossi la iena antonino monteleone intervista escort 3CASO DAVID ROSSI LA IENA ANTONINO MONTELEONE INTERVISTA ESCORT 

Piccini, pochi giorni dopo il servizio andato in onda confermò tutto, ricordando che prima di lui aveva parlato di orge, addirittura pubblicamente, un azionista all’assemblea del Monte dei Paschi.

 

Dell’esistenza di quel tipo festini hard quindi non sembrerebbe convinto solo l’ex sindaco Piccini, l’inviato aveva anche raccolto la segnalazione di un uomo, che in passato aveva avuto esperienze come gigolò: ho partecipato a… come escort ad alcune feste private, che si sono svolte nei dintorni di Siena, Monteriggioni, e a volte anche in altre città d’Italia”. Feste, dice ancora, che avrebbero avuto lo scopo “di intrattenere degli ospiti di alto… alto profilo comunque, che avevano una certa importanza… per le persone che organizzavano queste feste”. E poi aveva aggiunto: “La maggior parte delle volte c’erano delle cene, poi diciamo che avveniva una sorta di selezione poi dopo noi sapevamo che dovevamo andare con una determinata persona…  io sapevo che andavo a Siena per tot euro… è capitato anche 10.000 a settimana, cifre del genere…” 

 

caso david rossi la iena antonino monteleone intervista escort 6CASO DAVID ROSSI LA IENA ANTONINO MONTELEONE INTERVISTA ESCORT 

Alla domanda di Antonino Monteleone se poi, questi rapporti sessuali, si sarebbero consumati in pubblico o in privato, risponde: “La maggior parte delle volte in privato, parecchie volte è capitato che succedessero come… chiamiamole orge. Però più o meno erano magari sul divano chi sul tavolo… Cose del genere…Comunque chi non voleva partecipare a queste cose sapeva che doveva prendere e andarsene. “La maggior parte delle volte è perché dovevano tornare a casa dalla famiglia… Beh non erano gay dichiarati le persone con cui stavamo… La maggior parte avevano famiglia e figliIo credo di ricordarmi il 99.9% dei clienti con cui sono stato quelli e quelle con cui ho avuto dei rapporti sessuali io me li ricordo perfettamente”. 

 

Testimonianze a cui si aggiungono i racconti di un altro uomo sentito dalla Procura di Genova, come riferisce Carolina Orlandi“C’è un personaggio, molto noto a Siena, il cui fratello riferisce essere un organizzatore di festini, omosessuale, dice di aver visto di fronte alla sua casa questo via vai di ragazzi giovani, feste, cioè tutta una serie di particolari anche rispetto a questa testimonianza qua”.

DAVID ROSSI NEL VICOLO DI MPS IENEDAVID ROSSI NEL VICOLO DI MPS IENE

“Ma tutti questi testimoni, a partire dal presunto gigolò che ha rilasciato quelle dichiarazioni, sono stati sentiti dalla procura di Genova in questi anni di indagini? E davanti ai magistrati avranno confermato tutto o hanno ritrattato i racconti fatti in tv?”  Chiede Monteleone.

 

Carolina Orlandi: “La procura di Genova dice ammesso che questi festini ci siano stati e ammesso che a questi festini abbiano partecipato tutta una serie di personaggi di spicco del panorama senese, questo non implica che le indagini sulla morte di David siano state fatte male per questo motivo. Le testimonianze sono impressionanti, nel senso che ci sono tutta una serie di testimoni che con dovizia di particolari indicano personaggi del sistema Siena che partecipavano a festini scabrosi. E mi volete dire che questo sistema Siena, non avrebbe potuto influenzare le indagini sulla morte di un manager Monte dei Paschi in un periodo come quello?

video manomesso 2VIDEO MANOMESSO 

 

 A noi ha creato un danno enorme, perché tutto quello che non è stato fatto all’inizio vai poi a recuperarlo tre anni dopo… Vai a rigrattare i muri per cercare Dna di terzi tre anni dopo…Vai a richiedere le celle telefoniche che non ci sono più, e chi paga per tutto questo? Io mi devo far bastare che in quella circostanza c’era di turno un magistrato che però ha dato per scontato che quella persona si fosse buttata dalla finestra e quindi non ha fatto tutta una serie di cose che fanno sì che io oggi non sappia perché David è morto… e non è una responsabilità questa? Eh no, invece…viene aperto un fascicolo per abuso d’ufficio e viene richiesta l’archiviazione pure di questo… E come dobbiamo sentirci noi?

 

E aggiunge: “In questi mesi i giornali hanno detto tante falsità. Io ho letto che per esempio il gigolò non avrebbe riconosciuto i personaggi che invece aveva detto di aver riconosciuto davanti a noi. Questo è falso, assolutamente falso, questo ragazzo si è presentato spontaneamente a Genova a dire quello che sapeva. Ora, la sua testimonianza è ricca di particolari e tra questi particolari c’è il chiaro riconoscimento di alcuni personaggi di spicco del sistema Siena. Riconosce dei magistrati, come partecipanti ai festini. E forse l’equivoco nasce da qua, perché gli è stata fatta vedere una foto molto diversa rispetto a quella che gli avevamo fatto vedere noi e ha avuto semplicemente dei tentennamenti. Quindi non mi sembra che abbia ritrattato le dichiarazioni che aveva lasciato a noi, anzi, non solo le ha confermate ma ha aggiunto particolari e dettagli che sono tutti nelle carte”. 

documenti spostatiDOCUMENTI SPOSTATI

A proposito di come la procura di Genova possa avere considerato la testimonianza dell’ex escort, Carolina dice: “La Procura lo ritiene non credibile perché nei luoghi che lui ha indicato come i luoghi dei festini non è verificata la presenza nè sua nè degli altri gigolò.

 

Ora, tutti sanno che se un albergo ospita un festino, soprattutto di quel tipo, non è che viene registrato il nome della prostituta o l’orario di ingresso o di uscita. Questo mi sembra abbastanza evidente, perché si sono presentati alla porta dell’albergo X e dell’albergo Y dicendo “ma qua ci sono stati festini?? Qua si prostituivano le persone con personaggi di spicco?”. Cosa pensavano di trovare, un registro delle presenze delle varie prostitute o gigolò? Mi sembra evidente che non possa essere questo il tipo di approfondimento che andava fatto, in questi luoghi, se te lo fai bastare è un problema”.

Monteleone le chiedeNelle indagini della procura di Genova, appaiono altri soggetti che parlano dei festini?

 

antonino monteleone de le iene sulla morte di david rossi 6ANTONINO MONTELEONE DE LE IENE SULLA MORTE DI DAVID ROSSI 

Carolina Orlandi risponde: “È questa la vera grossa novità di queste carte di Genova, perché, appunto, quello che dice il gigolò è supportato e confermato da tutta una serie di altre testimonianze. C’è un personaggio, molto noto a Siena, il cui fratello riferisce essere un organizzatore di festini, omosessuale, dice di aver avuto visto di fronte alla sua casa questo via vai di ragazzi giovani, feste, cioè tutta una serie di particolari anche rispetto a questa testimonianza qua”.

 

L’avvocato Miceli aggiunge: “Emerge un giro di festini altolocati con la presenza di soggetti graduati, con la presenza di anche soggetti che avevano delle funzioni pubbliche. E la presenza di questi soggetti all’interno di questi festini avrebbe potuto creare da un lato un legame inscindibile tra tutti questi e dall’altro però un interesse a chiudere un’indagine, quella sulla reale causa della morte di David Rossi che poteva far venire fuori l'esistenza di questo giro e di questo legame di perversione tra questi personaggi importanti”.

Di nuovo Carolina Orlandi: “Tutti questi atti di Genova sono stati trasmessi al CSM quindi si è ritenuto importante che il consiglio superiore della magistratura ne venisse a conoscenza. Mi sembra una presa di posizione importante, com’è possibile che si decida di trasmettere gli atti al Csm perché ci sono stati comportamenti inopportuni, però poi si chiede l’archiviazione nei loro confronti…Perché?”  

antonino monteleone de le iene sulla morte di david rossi 5ANTONINO MONTELEONE DE LE IENE SULLA MORTE DI DAVID ROSSI 

 

La procura di Genova ha inviato gli atti al consiglio superiore della magistratura che valuterà i comportamenti descritti dai testimoni. Ma torniamo alle indagini: al di là dei festini di cui parlano ormai in tanti, Il gigolò da noi intervistato è l’unico che parla della presenza di magistrati?

Spiega ancora Carolina: “C’è anche un altro fatto strano, che due giorni prima della morte di David a Siena viene uccisa una prostituta, vicino casa nostra tra l’altro, nel proprio appartamento. Di questo omicidio viene accusato e poi condannato un ragazzo brasiliano, Villanova Correa. Questo ragazzo dà una testimonianza dicendo di essere a conoscenza di tutta una serie di informazioni riguardanti i festini e la morte di David. Questa persona a Genova non viene chiamata, la Procura di Genova evidentemente non ritiene necessario approfondire la testimonianza di questo ragazzo. Quindi non viene sentito. “

antonino monteleone de le iene sulla morte di david rossi 4ANTONINO MONTELEONE DE LE IENE SULLA MORTE DI DAVID ROSSI 

 

La vicenda controversa del detenuto Villanova Correa merita di essere trattata in separata sede per quanto è complessa e ricca di spunti e ramificazioni. La posizione della famiglia è chiara: visto che tirerebbe in ballo con le sue nuove dichiarazioni un magistrato di Siena, è a Genova che andrebbe sentito e non nel capoluogo toscano. Ma c’è qualcun'altro che secondo la famiglia di David Rossi sarebbe ancora importante ascoltare prima di chiudere definitivamente le indagini a Genova?

 

C’è, a quanto viene spiegato dal legale della famiglia, un Carabiniere, comandante di una stazione dei Carabinieri toscana, che racconterebbe non solo dell’esistenza dei festini ma anche del coinvolgimento diretto di uno dei magistrati di Siena che hanno avuto a che fare con le indagini sulla morte di David Rossi: “C’è un soggetto qualificato, è un Carabiniere, è il comandante di una stazione dei Carabinieri toscana ed è uno che racconta non solo dell’esistenza dei festini ma anche del coinvolgimento diretto di uno dei magistrati di Siena che hanno avuto a che fare con le indagini sulla morte di David Rossi e racconta di essere stato invitato da questo magistrato nel corso delle indagini da lui condotte a farsi gli affari propri”.

antonino monteleone de le iene sulla morte di david rossi 3ANTONINO MONTELEONE DE LE IENE SULLA MORTE DI DAVID ROSSI 

 

Carolina Orlandi spiega: “Questa persona non è mai stata chiamata e non è mai stata sentita”. L'ex carabiniere in pensione che secondo la famiglia ha tutta una serie di cose da raccontare su un magistrato di Siena e su storie che riguardano i festini, sarà sentito? La sua testimonianza raccolta durante indagini difensive dalla famiglia è così ricca di spunti e vicende da approfondire che merita anche questa di essere trattata in un prossimo servizio.

“Alla luce di tutto quello che è emerso dalle indagini di Genova, la famiglia di David che cosa chiede al giudice che dovrà decidere tra due settimane?” Chiede Monteleone.

 

antonino monteleone de le iene sulla morte di david rossi 2ANTONINO MONTELEONE DE LE IENE SULLA MORTE DI DAVID ROSSI 

Proprio per il fatto che tante cose non sono state approfondite, noi abbiamo deciso di opporci a questa richiesta di archiviazione – conclude Carolina Orlandi -. I magistrati di Siena si sono occupati di tutta l’indagine MPS e non ne sono venuti a capo, tant’è che tutti quei personaggi che hanno poi provocato il crack della banca sono stati condannati a Milano. Gli stessi magistrati hanno indagato sulla morte di David e non ne sono venuti a capo… Non vi mette nessun dubbio questa cosa qua? Si è indagato abbastanza? Si è approfondito il nesso che ci poteva essere tra questi rapporti personali di queste persone con quello che era il loro lavoro? Se ci sono dei testimoni che dicono di avere riconosciuto alcuni dei magistrati a dei festini, insieme ad altri esponenti di altri poteri, non si può pensare che questo non abbia comportato tutta una serie di conseguenze, tra cui il fatto che non si sia arrivati in fondo al crack della banca, non si sia arrivati in fondo alle indagini sulla morte di David, non si è arrivati in fondo a niente e mi volete dire che i loro rapporti personali non avrebbero potuto hanno influenzato il loro lavoro? Dai…!


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