sabato 8 agosto 2020

SI METTA A VERBALE CHE GIUSEPPE CONTE HA FATTO UN CASINO: BASTAVA BLOCCARE IL NORD

NELLE CARTE DESECRETATE LA VERITA' NASCOSTA. 

IL 3 MARZO IL CTS SCRIVE: "BLINDARE ALZANO E NEMBRO". 

MA IL CONTE CASALINO IGNORO' IL PARERE DEGLI SCIENZIATI 

NON SOLO IL GOVERNO: NON C'E' TRACCIA DELLA RICHIESTA FORMALE DA PARTE DELLA REGIONE LOMBARDIA 

IL VERBALE DEL CTS ("SU BASE SCIENTIFICA NON C'ERANO LE CONDIZIONI" PER UN LOCKDOWN TOTALE) È ARRIVATO A PALAZZO CHIGI, MA “GIUSEPPI” GIURA DI NON AVERLO VISTO, MA INTANTO COSA HA FATTO? 

HA PRESO TEMPO MENTRE LA SITUAZIONE PRECIPITAVA IN VAL SERIANA... 

Fiorenza Sarzanini, Marco Imarisio, Simona Ravizza per il ''Corriere della Sera''

 

giuseppe conte roberto speranzaGIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA

È la settimana che ha cambiato l' Italia, forse per sempre. Sette giorni che infine hanno portato il Paese al lockdown per contenere i contagi da coronavirus, segnati da un confronto continuo tra gli scienziati e i politici. Ma anche da errori e sottovalutazioni che hanno contribuito a far crescere il numero dei malati e quello delle vittime, soprattutto nella provincia di Bergamo.

 

verbale del comitato tecnico scientifico sulla zona rossa ad alzano e nembroVERBALE DEL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO SULLA ZONA ROSSA AD ALZANO E NEMBRO

Sono quasi tutti noti i verbali del Comitato tecnico scientifico appena desecretati dal governo. Ma la loro sequenza, combinata con le prese di posizione di questi giorni, quelle sì inedite, fa risaltare quello che fu un netto contrasto tra le istituzioni in un momento di massima emergenza, quando invece ci sarebbe stato bisogno di unità a ogni livello.

 

Per comprendere che cosa è davvero accaduto bisogna tornare al 23 febbraio quando l' epidemia, che si scoprirà presente già da settimane in alcuni paesi della Val Seriana, viene certificata con i primi due casi di positività rilevati all' ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo. Due pazienti in fin di vita. Ricoverati da giorni in Medicina generale, a contatto diretto con altri pazienti, infermieri, familiari e medici .

giuseppe conte alla cameraGIUSEPPE CONTE ALLA CAMERA

 

Alla fine della settimana seguente, a Nembro, paese vicinissimo a quell' ospedale, ci sono 24 casi di coronavirus e 12 ad Alzano. Numeri che possono sembrare irrisori. In realtà i dieci comuni intorno a Codogno, dove il 20 febbraio venne scoperto il cosiddetto «Paziente uno», vengono dichiarati zona rossa tre giorni dopo con 69 casi, ossia con lo 0,15% della popolazione ammalata (51 mila abitanti). Su poco più di 11 mila e 13 mila abitanti, quei 36 casi in totale di Nembro e Alzano bastano per fare correre veloce il virus.

 

GIULIO GALLERA ATTILIO FONTANA BY CARLIGIULIO GALLERA ATTILIO FONTANA BY CARLI

In proporzione ai residenti, è come se a Milano città ci fossero all' improvviso 2.028 contagi in meno di una settimana, un numero che la città raggiungerà invece solo il 22 marzo, nel momento peggiore della crisi. I primi giorni di marzo va anche peggio. Gli ospedali della Bergamasca vengono presi d' assalto, i Pronto soccorso si riempiono all' inverosimile. La situazione è fuori controllo.

 

 

giuseppe conte 1GIUSEPPE CONTE

Il 3 marzo nella sede della Protezione civile di via Vitorchiano a Roma si riunisce il Comitato tecnico scientifico, per stilare un verbale diventato elemento chiave per l' inchiesta aperta poi dai magistrati di Bergamo. I contatti con i vertici di Regione Lombardia, in particolare con il governatore Attilio Fontana e con l' assessore alla Sanità Giulio Gallera, sono costanti.

 

Videoconferenze, telefonate, riunioni. «La zona rossa a Nembro e Alzano noi la volevamo», rivendica oggi Gallera. Ma una richiesta formale da parte della Regione non è mai arrivata. A dare conto della gravità della situazione è il verbale del Cts, anticipato ad aprile dal Corriere e ancora oggi oggetto di discussione.

Conte SperanzaCONTE SPERANZA

 

«Nel tardo pomeriggio sono giunti all' Istituto superiore di sanità i dati relativi ai comuni di Alzano Lombardo e Nembro. Al proposito sono stati sentiti per via telefonica l' assessore Gallera e il direttore generale Cajazzo che confermano i dati relativi all' aumento.

 

GIUSEPPE CONTE IN UN MOMENTO DI PAUSA DURANTE LE TRATTATIVE SUL RECOVERY FUNDGIUSEPPE CONTE IN UN MOMENTO DI PAUSA DURANTE LE TRATTATIVE SUL RECOVERY FUND

I due comuni si trovano in stretta prossimità di Bergamo e hanno una popolazione rispettivamente di 13.639 e 11.522 abitanti. Ciascuno dei due paesi ha fatto registrare attualmente oltre 20 casi, con molte probabilità ascrivibili a un' unica catena di trasmissione. Il comitato propone di adottare le opportune misure restrittive già adottate nei comuni della zona rossa al fine di limitare la diffusione dell' infezione nelle aree contigue. Questo criterio oggettivo potrà, in futuro, essere applicato in contesti analoghi».

 

alzano lombardoALZANO LOMBARDO

Il verbale viene subito trasmesso a Palazzo Chigi. Ma il presidente del consiglio Giuseppe Conte giura di non averlo visto. Lo dichiara alla procuratrice di Bergamo Maria Cristina Rota che il 12 giugno arriva a Roma per interrogarlo come testimone nell' inchiesta avviata proprio per accertare se l' epidemia che ha sconvolto la Bergamasca sia stata colposa: «Non mi è arrivato». Risulta che lo abbiano ricevuto gli uffici della presidenza. Ma Palazzo Chigi comunque, a prescindere da quel documento, decide di prendere tempo.

 

GIUSEPPE CONTEGIUSEPPE CONTE

Risale al 4 marzo, invece, la riunione avvenuta a Milano tra Fontana, Gallera e il ministro della Salute Roberto Speranza. In un audio rimasto inedito fino al 31 luglio, rivelato nel libro «Come nasce un' epidemia, la strage di Bergamo. Il focolaio più micidiale d' Europa», e oggi acquisito dai magistrati, viene discussa l' ipotesi di istituire una zona rossa a Nembro e Alzano.

 

Speranza garantisce agli interlocutori di farsi portavoce dell' istanza, che però non è categorica né imperativa, a Roma. In ogni caso, due giorni dopo arrivano le camionette dell' esercito destinate a blindare la Val Seriana. Il 6 marzo, ad Alzano e Nembro si arriva a 108 casi che, come diffusione tra la popolazione, valgono 6.760 casi a Milano, raggiunti nel capoluogo solo intorno al 20 aprile.

alzano lombardoALZANO LOMBARDO

 

A questo punto, se mettiamo a confronto la velocità di propagazione del Covid-19 tra Codogno, Casalpusterlengo e Castiglione d' Adda, i tre principali comuni della zona rossa lodigiana, con la Bergamasca, scopriamo che in quelle tre città l' indice di diffusione del virus è ben sotto il 2, mentre intorno alla Val Seriana è ormai a 2,3 .

 

Speranza torna a Roma e il 7 marzo c' è una nuova riunione, presente anche il premier Conte, nella sede della Protezione civile. Si valuta la chiusura dell' intera Lombardia, e non solo. Il comitato tecnico raccomanda di «definire due livelli di misure di contenimento: uno nei territori in cui è maggiore la diffusione del virus, l' altro, sull' intero territorio nazionale».

giuseppe conte meme 1GIUSEPPE CONTE MEME 

 

«Le zone cui applicare le misure di contenimento della diffusione del virus più rigorose rispetto a quelle da applicarsi all' intero territorio nazionale, sono le seguenti: Regione Lombardia, e province di Parma, Piacenza, Rimini, Reggio Emilia e Modena; Pesaro e Urbino; Venezia, Padova e Treviso, Alessandria e Asti», si legge ancora nel verbale del 7 marzo.

 

GIUSEPPE CONTEGIUSEPPE CONTE

Ma l' 8 marzo i contagi continuano a salire ovunque, così come il timore di una catastrofe sanitaria. Il 9 marzo, il premier decide per il lockdown generale. Fonte: qui

UN UOMO SOLO ALLO SBANDO 

ECCO PERCHÉ IL CONTE TACCHIA SI ERA OPPOSTO ALLA DESECRETAZIONE DEI VERBALI DEL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO CHE SUGGERIVA LA ZONA ROSSA PER ALZANO E NEMBRO 

“GIUSEPPI” HA FATTO QUELLO CHE SA FARE MEGLIO: PRENDERE TEMPO. 

HA ATTESO QUATTRO GIORNI PER METTERE IN LOCKDOWN(ED IN GINOCCHIO ECONOMICAMENTE) UN PAESE Q, IL CTS SUGGERIVA DI CHIUDERE PER ZONE  

CHI CERCO DI CONVINCERE CHE ALZANO E NEMBRO ERANO COME CODOGNO ORA È CHIARO. 

MENO CHI INDUSSE IL GOVERNO A FERMARE I 250 POLIZIOTTI E CARABINIERI GIÀ DISLOCATI DAL VIMINALE IN VAL SERIANA…

Marco Conti per "Il Messaggero"

giuseppe conte roberto speranzaGIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA

Chissà se quel temporeggiare, quell'amore per i tempi lunghi, quel «frattanto» - divenuto la cifra di un governo salvo intese - non possano spiegare quei quattro giorni di troppo. D'altra parte si tratta solo di quattro giorni che, se applicati all'atteso rilancio di Alitalia, alla soluzione per l'ex Ilva o alla modifica dei decreti sicurezza, sarebbero ben poca cosa.

 

IL MOMENTO Se non fosse che proprio quei quattro giorni di rinvii e di «frattanto» pesano nell'inchiesta della magistratura, scatenano l'indignazione delle famiglie della bergamasca che hanno perso i propri cari e preoccupano il presidente del Consiglio che per settimane si è opposto, tramite la Protezione Civile e l'Avvocatura dello Stato, alla desecretazione dei verbali del Comitato tecnico scientifico.

giuseppe conte 1GIUSEPPE CONTE 

 

Sino a venerdì sera il parere dei tecnici era stato posto dal governo come base delle scelte assunte nel momento di massima esplosione della pandemia attraverso uno strumento, il dpcm, che ha limitato anche le libertà personali. Venerdì notte, al termine del consiglio dei ministri che ha varato salvo intese un decreto da 25 miliardi, si è venuto invece a sapere che fu Conte ad «assumersi sempre la responsabilità politica delle proprie decisioni» e che per queste ci sono voluti quattro interminabili giorni.

 

giuseppe conte luigi di maioGIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

Il presidente del Consiglio lo ha spiegato sostenendo di aver appreso solo il 5 marzo del verbale del Cts che chiedeva di chiudere i comuni di Alzano e Nembro e che il 7 fu lui a convincere il Cts che occorreva chiudere tutta la Lombardia. Quattro giorni di ritardo e poi il lockdown totale. Un intero Paese chiuso mentre il Cts suggeriva chiusure per zone. E invece, in nome di un principio di precauzione tutto da spiegare, si sbarra l'Italia. Una decisione che si trasforma in sentenza di condanna per tantissime imprese e lavoratori, specie del centrosud.

verbale del comitato tecnico scientifico sulla zona rossa ad alzano e nembroVERBALE DEL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO SULLA ZONA ROSSA AD ALZANO E NEMBRO

 

«No a giochini sui verbali del Cts», ha chiesto il premier che viene difeso a stento dalla sua maggioranza con Iv che chiede commissione d'inchiesta e il Pd che s' interroga. Ora Conte, assumendo su di sé la responsabilità delle scelte, ancor più rischia di essere chiamato da chi indaga e lo ha già interrogato, a spiegare chi lo convinse o chi lo trattenne. Chi cercò di convincere che Alzano e Nembro erano come Codogno ora è chiaro.

Meno chi indusse il governo a fermare i 250 poliziotti e carabinieri già dislocati dal Viminale in Val Seriana. Ai magistrati Conte ha spiegato di non aver ricevuto il 3 marzo il verbale del Cts, ma ne conosceva il contenuto anche se il protocollo di palazzo Chigi porta la data del 5. I due omissis che appaiono nel Verbale-16 del 3 marzo, non aiutano a capire, ma è facile comprendere. Basta risalire a quei giorni che vanno dal 28 febbraio - giorno in cui a Codogno si scopre il paziente-uno mentre la Confindustria bergamasca lancia lo spot Bergamo is running - sino al 9 marzo, quando Conte decide il lockdown per l'Italia intera.

alzano lombardoALZANO LOMBARDO

 

Ancora una volta contro i consigli del Cts che suggerivano chiusure a zone e per attività. In lockdown sprofonda tutto il Paese, mentre in Val Seriana iniziano a sfilare i camion militari con le bare. Davanti alla rapidissima velocità di diffusione del virus ci sono quattro giorni di rinvii e «frattanto». Salvo poi imporre la chiusura anche a zone del Paese, soprattutto al Sud, che neppure il Cts consigliava.

 

GIUSEPPE CONTE CON LA MASCHERINAGIUSEPPE CONTE CON LA MASCHERINA

«La politica ha il diritto e il dovere di fare scelte, motivandole, dopo aver sentito i tecnici e non adeguandosi ai loro pareri», sostiene il sottosegretario grillino Stefano Buffagni. In attesa di conoscere i motivi non ci sono però solo i magistrati e le famiglie della Val Seriana, ma presto anche coloro che, passata l'estate e specie nel Mezzogiorno, non ritroveranno il posto di lavoro.

Fonte: qui

C’È UN VERBALE ANCORA SEGRETO CON CUI IL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO, IL 10 MARZO, DÀ L’OK ALLA CHIUSURA TOTALE DELL’ITALIA, DECISA DAL GOVERNO LA SERA DELL’8 MARZO(QUANDO ORMAI LA FRITTATA ERA FATTA!)

NEL DOCUMENTO IL COMITATO DÀ CONTO DI AVER RICEVUTO, DALL'ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ, “I DATI EPIDEMIOLOGICI AGGIORNATI”: “IN RIFERIMENTO ALLA DECISIONE PRESA DI ESTENDERE LA CHIUSURA A TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE, LE MISURE ADOTTATE SONO COERENTI CON IL QUADRO EPIDEMIOLOGICO CONFIGURATOSI”


Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

 

conte speranzaCONTE SPERANZA

C'è un verbale ancora segreto stilato dal Comitato tecnico scientifico il 10 marzo scorso che approva la scelta del governo di decretare la chiusura totale dell'Italia per la pandemia da coronavirus. Contiene la relazione dell'Istituto superiore di sanità che dà conto dell'esplosione del numero dei contagi. Adesso dovrà essere palazzo Chigi a decidere se eliminare il vincolo di riservatezza e trasmetterlo al Copasir.

 

È stata infatti avviata una verifica per accertare che cosa accadde in quella settimana che cambiò l'Italia. Prima la scelta di creare «zone rosse» a Codogno, in 11 Comuni del lodigiano e a Vo' Euganeo, escludendo invece Alzano Lombardo e Nembro. Poi quella di mandare in lockdown l'intero Paese.

quarantena e posti di blocco a vo' euganeo 8QUARANTENA E POSTI DI BLOCCO A VO' EUGANEO 

 

Il 3 marzo gli scienziati inviano a palazzo Chigi una relazione con l'indicazione di chiudere i due Comuni della Val Seriana, ma governo e Regione Lombardia continuano a prendere tempo come accade ormai da una settimana. Il 7 marzo il Cts indica la strada da seguire per tentare di fermare il propagarsi del virus. Chiede «due livelli di misure di contenimento»: uno per «i territori in cui si è osservata ad oggi maggiore diffusione del virus» dunque l'intera Lombardia e le province del nord più colpite, l'altro per «l'intero territorio nazionale».

 

ospedale di codognoOSPEDALE DI CODOGNO

L'8 marzo, alle 3 del mattino, il presidente Conte parla in tv e annuncia di aver disposto la chiusura della Lombardia e di altre 14 province (Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Rimini in Emilia Romagna, Pesaro e Urbino nelle Marche, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli in Piemonte, Padova, Treviso e Venezia in Veneto) perché vanno applicate «misure rigorose». In realtà la notizia è già filtrata ore prima provocando una vera e propria fuga verso il sud a bordo di treni e auto di chi teme di rimanere «prigioniero».

 

Appena 24 ore dopo palazzo Chigi cambia però strategia e decide di dichiarare la «chiusura» di tutta l'Italia. Conte lo annuncia alle 22 dell'8 marzo, fa sapere che il provvedimento entrerà in vigore il giorno dopo. Che cosa è accaduto in quel lasso di tempo? Perché si è deciso di non seguire il parere degli scienziati? Secondo i dati già noti, quel giorno si registrano 133 vittime, il numero più alto dall'inizio dell'emergenza, 1.326 malati e 83 ricoveri in più nelle terapie intensive in 24 ore.

 

SILVIO BRUSAFERROSILVIO BRUSAFERRO

Tanto che nella conferenza stampa quotidiana alla protezione civile il presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro dichiara: «Non c'è una parte dell'Italia completamente immune, ci sono parti d'Italia dove il virus al momento circola meno e dunque dipende dai nostri comportamenti quanto circolerà». Proprio in quelle ore anche il leader della Lega Matteo Salvini su Facebook parla di «gravità della situazione che impone scelte chiare e uniformi per mettere in sicurezza il Paese» e chiede «misure più restrittive estese a tutto il territorio nazionale» .

 

Brusaferro invia una relazione al Comitato tecnico scientifico. È la base per il nuovo parere che gli scienziati consegnano al governo il 10 marzo fornendo il via libera alla linea già decisa. Il verbale, ancora riservato, potrebbe essere consegnato al Parlamento nei prossimi giorni. Nel documento il comitato dà conto di aver ricevuto «dall'Istituto superiore di sanità i dati epidemiologici aggiornati». Sottolinea la necessità di «rallentare la diffusione per diminuire l'impatto assistenziale sul Servizio sanitario nazionale oppure diluirlo nel tempo».

farmacie assaltate durante il lockdown per coronavirus 2FARMACIE ASSALTATE DURANTE IL LOCKDOWN PER CORONAVIRUS 2

 

E infine: «In riferimento alla decisione presa di estendere la chiusura a tutto il territorio nazionale, le misure adottate sono coerenti con il quadro epidemiologico configuratosi. Inoltre potrebbero venirsi a creare situazioni locali in cui possano essere necessarie ulteriori misure di contenimento». L'11 marzo si può uscire di casa soltanto per andare a lavorare, a fare la spesa e in farmacia. Il Paese è in lockdown.  

Fonte: qui

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