mercoledì 5 agosto 2020

Beirut, due forti esplosioni nella zona del porto: 78 morti e 4 mila feriti tra cui un militare italiano

All'origine l'incendio di 2750 tonnellate di nitrato di ammonio. La Capitale è sovrastata da una nube tossica con interi quartieri dilaniati, facciate di palazzi polverizzate e abitanti in fuga. Distrutta una nave italiana. Trump: "Sembra un terribile attentato"



TEL AVIV - Quindici anni dopo l'esplosione dell'autobomba che uccise Rafiq Hariri (la sua morte mise fine all'occupazione siriana del Libano e cambiò la storia successiva del Paese), un'altra tremenda deflagrazione ferisce la Capitale libanese. Secondo la versione ufficiale riferita direttamente dal presidente del Libano, Michel Aoun, a provocarla sarebbe stato un incendio in un deposito nel porto dove erano immagazzinate 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, sequestrate diversi anni fa da una nave.


Stando a un primo bilancio ancora provvisorio fornito dal Il ministro della salute libanese Hamad Hasan (che consiglia a chiunque possa di andare via da Beirut), si contano 78 morti e 4 mila feriti. Tra questi, anche un militare italiano, il caporal maggiore Roberto Caldarulo, del battaglione Gestione Transiti (RSOM) di Bari. L'edificio di Orient le Jour e al Nahar, due dei principali quotidiani, è stato sventrato. Anche la redazione di Daily star, quotidiano in lingua inglese. E ci sono feriti nello staff del New York Times.


Nella notte è arrivato il tweet di Lorenzo Trombetta, corrispondente dell'Ansa e di Limes, e fondatore del sito di informazione SiriaLibano.com. "Sono vivo. Ma le schegge hanno ferito i miei più cari.Vivi per miracolo.Oggi sono entrato in un inferno mai visto".

Ora un filo rosso pare legare le due esplosioni: fra due giorni infatti il Tribunale speciale dell'Onu emetterà il verdetto per l'omicidio dell'ex ministro libanese (era il 14 febbraio del 2005) addossando la colpa del delitto alla Siria e al movimento sciita di Hassan Nasrallah, alleato di Bashar al Assad alla cui influenza Hariri avrebbe voluto sottrarre il Libano.

Ancora non esistono prove di un qualche collegamento fra i due tragici fatti. Donald Trump, in una conferenza stampa - annunciando "l'aiuto al Libano" da parte della sua amministrazione - ha affermato che le esplosioni a Beirut "assomigliano a un terribile attentato", agggiungendo poi che "dirigenti militari Usa pensano a un attacco: a una bomba di qualche tipo".

Al momento, tuttavia, si registrano le prese di distanze dei principali attori della Regione: fonti israeliane qualificate hanno sottolineato che Israele non ha alcun legame con le esplosioni avvenute al porto di Beirut. Israele intanto ha offerto aiuti umanitari al Libano: il portavoce dell'esercito ha twittato in arabo: "Abbiamo grande esperienza su come affrontare queste situazioni. E' il momento di mettere da parte le controversie".

E anche Hezbollah ha dichiarato che la deflagrazione non è stata causata da missili.

Il bilancio della vittime ancora incerto

Il numero delle vittime potrebbe comunque aumentare, a giudicare anche dalle immagini diffuse dai social media e dalle televisioni che mostrano persone rimaste intrappolate sotto le macerie di edifici crollati. Un testimone che vive sulle colline a est della capitale, alcuni chilometri dal porto, ha riferito che lo spostamento d'aria è stato talmente potente da far saltare tutte le placche delle prese di corrente nella sua abitazione.

In interi quartieri del centro praticamente nessun edificio è rimasto con i vetri intatti. Fonti riferiscono che nella zona di Mar Mikhael nell'alto edificio di Electricité du Liban, l'ente elettrico nazionale, sono rimasti intrappolati molti dipendenti e che si è lavorato a lungo per trarli in salvo. Sull'autostrada costiera che va verso nord e che passa vicino al porto, per un lungo tratto si vedono auto semidistrutte, mentre la carreggiata è coperta di detriti.  Anche all'aeroporto internazionale Rafic Hariri, distante alcuni chilometri, i danni all'aerostazione sono evidenti

La Croce Rossa Libanese ha rivolto un appello urgente per chiedere sangue. Alcuni testimoni riferiscono inoltre di cadaveri in strada, ma al momento non sono state fornite cifre ufficiali sulle vittime.

esplosione a beirutESPLOSIONE A BEIRUT

 


esplosione a beirut 4ESPLOSIONE A BEIRUT 


Farnesina, attivata l'unità di crisi

Tra i feriti ci sarebbe anche un militare italiano che non è grave, è il caporal maggiore Roberto Caldarulo, del battaglione Gestione Transiti (RSOM) di Bari, mentre altri sono sotto osservazione in stato di choc. Lo apprende l'Ansa da fonti qualificate, secondo cui i militari fanno parte di un'unità del contingente italiano in Libano. La Farnesina, attraverso l'Unità di Crisi e l'Ambasciata in Libano, si è attivata per "prestare ogni possibile assistenza ai connazionali presenti nel Paese e continua a monitorare la situazione". Lo riferiscono fonti del ministero degli Esteri.

Il ministro ha annunciato lo stato di emergenza in tutti gli ospedali della capitale. Dopo la potente esplosione che ha sconvolto Beirut, il presidente libanese Michel Aoun ha convocato una riunione di emergenza del Consiglio nazionale di Difesa. Lo riferisce l'agenzia di stato, Nna.

Al Jazeera: "Nave civile italiana distrutta"

La tv Al Jazeera, ha intervistato Vincenco Orlandini, 69 anni, membro dell'equipaggio di una nave civile italiana, la Regina d'Oriente, attraccata vicino al luogo dell'esplosione. Era coperto di sangue dopo che l'esplosione lo ha lanciato attraverso una cabina della sua nave, mentre diverse persone a bordo sono state ferite e portate in ospedale, ha detto Azhari.
"Ho sentito l'esplosione e sono volato sul lato opposto della lobby. Sono atterrato sul tappeto e sono stato fortunato perché penso che mi abbia salvato. La nave è completamente distrutta: le cabine, il salone, tutto". Ha detto Orlandini.

La dinamica

Ancora non è chiara la dinamica degli eventi. Secondo quanto riporta una fonte locale, la prima esplosione accidentale sarebbe partita da una nave che trasportava un carico di fuochi d'artificio. Da qui si sarebbe innescata una seconda esplosione più grande in un deposito chimico. Ora una nuvola gigantesca sovrasta la città e gli abitanti sono in fuga.  Secondo il canale televisivo panarabo Al Mayadeen la violenta esplosione è stata sentita anche a Cipro, e a 240 chilometri di distanza.

La nube tossica

Il ministro dell'interno del Libano, Mohamed Fehmi, ha dichiarato ai giornalisti che l'esplosione al porto sarebbe stata causata "dal nitrato di ammonio, immagazzinato in grande quantità". Le dichiarazioni confermerebbero le notizie circa la formazione di una nube tossica, riconducibile a una sostanza chimica, segnalata dai residenti di Beirut. Anche una testata libanese, al Mayadeen, riporta di un deposito di sostanze chimiche, in particolare il benzene.

Fonte: qui

BEIRUT NON ESISTE PIÙ

IL NUMERO DEI MORTI SALE A 135 E I FERITI SONO 5MILA. L’ARIA NELLA CITTÀ E TOSSICA E CI SONO 300MILA SFOLLATI, CON DANNI MATERIALI DI TRE MILIARDI DI DOLLARI

ATTENTATO, ATTACCO O INCIDENTE? LE ACCUSE AI DIRIGENTI DEL PORTO SULLO STOCK DI NITRATO D’AMMONIO, LA STRANA TEMPISTICA E I DUBBI SUL FUMO: IL COLOR MATTONE POTREBBE INDICARE LA PRESENZA DI SODIO E LITIO, UTILIZZATO PER I RAZZI DA GUERRA


Beirut: 135 morti e 5mila feriti. L'Ue attiva la protezione civile

Da www.ansa.it

 

esplosione al porto di beirutESPLOSIONE AL PORTO DI BEIRUT

E' salito ad almeno 135 il numero delle vittime per le esplosioni a Beirut. Lo rende noto il canale all news libanese Al Manar TV, che ha citato il governo. I feriti sono circa 5.000. Decine di persone continuano a risultare disperse.

 

Il ministro della salute libanese Hamad Hasan consiglia a chiunque possa di andare via da Beirut, devastata da due potenti esplosioni. Hasan - citato dai media locali - afferma infatti che materiali pericolosi sprigionatisi nell'aria dopo le deflagrazioni potrebbero avere effetti a lungo termine mortali. Le squadre di soccorso cercano i dispersi.

 

per le strade di beirutPER LE STRADE DI BEIRUT

Oltre 300 mila persone sono rimaste senza casa, ha detto il governatore della città precisando che, secondo una prima stima, i danni materiali ammontano a oltre tre miliardi di dollari. Lo scoppio ha causato gravi danni in circa la metà del territorio cittadino.

 

"La Ue ha attivato il meccanismo di protezione civile in seguito alla richiesta delle autorità libanesi, e coordinerà l'invio urgente di 100 pompieri altamente qualificati, con veicoli, cani ed attrezzature specializzati nella ricerca e salvataggio in zone urbane.

 

beirut il giorno dopo l'esplosione 3BEIRUT IL GIORNO DOPO L'ESPLOSIONE

Lavoreranno con le autorità libanesi per salvare vite", ha annunciato il commissario alla gestione delle crisi, Janez Lenarcic. "La Ue è pronta a fornire assistenza e sostegno. Siate forti": così in un tweet il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Anche l'alto rappresentante della politica estera, Josep Borrell, esprime "piena solidarietà e sostegno totale alle famiglie delle vittime, al popolo e alle autorità libanesi".

 

"Preghiamo per le vittime e per i loro familiari, e preghiamo per il Libano, perché con l'impegno di tutte le sue componenti sociali politiche e religiose possa affrontare questo momento così tragico e doloroso, e con l'aiuto della comunità internazionale superare la grave crisi che sta attraversando", ha detto il Papa nell'udienza generale.

 

beirut il giorno dopo l'esplosione 1BEIRUT IL GIORNO DOPO L'ESPLOSIONE

È "un appello agli Stati del mondo" quello che il card. Bechara Boutros Rai, patriarca d'Antiochia e di tutto l'Oriente, presidente dell'Assemblea dei patriarchi e vescovi cattolici del Libano, lancia all'indomani della "misteriosa esplosione" che ha squarciato la capitale Beirut. "Beirut è una città devastata - scrive il cardinale nel suo appello inviato al Sir - è una catastrofe". Il patriarca maronita parla di "una scena di guerra senza guerra". Il cardinale libanese si rivolge a tutti gli Stati del mondo "per fornire aiuti immediati necessari a salvare la città di Beirut".

 

Mattarella ha inviato al Presidente della Repubblica Libanese, Michel Aoun, un messaggio: "Ci stringiamo con affetto all'amico popolo Libanese. Il nostro pensiero va alle numerosissime vittime della tragedia e alle loro famiglie, mentre con viva speranza auguriamo ai feriti una pronta e completa guarigione".

il deposito esploso a beirutIL DEPOSITO ESPLOSO A BEIRUT

 

Dirigenti militari Usa pensano che l'esplosione a Beirut sia stata un attacco, una bomba di qualche tipo: lo ha detto il presidente americano Donald Trump. "Ho incontrato i nostri generali e sembra che non sia un incidente industriale. Sembra, secondo loro, che sia un attentato, una bomba di qualche tipo", ha spiegato Trump aggiungendo che gli Usa aiuteranno il Libano.

 

L'IPOTESI DEL DEPOSITO DI ESPLOSIVI E IL PENTAGONO SMENTISCE TRUMP

Marco Ventura per “il Messaggero”

 

beirut il giorno dopo l'esplosioneBEIRUT IL GIORNO DOPO L'ESPLOSIONE

Incidente, attentato o addirittura raid aereo. La violenza e complessità della situazione libanese e mediorientale scatena la caccia alla verità, la ridda delle ipotesi, persino il botta e risposta a distanza tra il presidente Trump che parla di «qualche tipo di bomba» e il Pentagono che in forma anonima esclude seccamente «un attacco terroristico». I vertici libanesi accreditano la tesi dell' incidente e mettono agli arresti domiciliari, con le guardie sulla porta di casa, tutti i dirigenti dell' area portuale.

 

L' EX PREMIER

si cercano superstiti a beirutSI CERCANO SUPERSTITI A BEIRUT

Ma l' ex premier Saad Hariri, dimissionario dopo le proteste di piazza e in disgrazia presso israeliani e sauditi per aver legittimato Hezbollah e Hamas, alimenta invece la dietrologia della pista dolosa facendo chiedere al partito sunnita un' indagine internazionale per «rendere giustizia a Beirut e ai suoi cittadini».

 

Hariri lo definisce «l' assassinio di Beirut» e aggiunge che «i libanesi sanno a chi mi riferisco». Il patriarca maronita, cardinale Beshara al Rai, usa la formula «misteriosa esplosione». E non mancano presunti testimoni che riferiscono di rombi di jet a ridosso dell' evento, quasi ad avvalorare lo scenario del raid aereo.

feriti a beirutFERITI A BEIRUT

 

La realtà è che negli ultimi giorni gli israeliani avevano colpito obiettivi hezbollah a Damasco e nel Golan, e il Partito di Dio di rimbalzo aveva minacciato ritorsioni. Ma sia Hezbollah che Israele smentiscono ricostruzioni di questo tipo. «Anche se fosse un incidente, non dobbiamo trattarlo come tale, quanto meno per prudenza», dice a Formiche.it il generale Marco Bertolini, già capo del Comando operativo vertice interforze e della Folgore. L' esplosione di martedì «va trattata come una novità operativa che si è venuta a frapporre nella situazione attuale».

 

LA SITUAZIONE

LIBANO - ESPLOSIONE A BEIRUTLIBANO - ESPLOSIONE A BEIRUT

Una situazione già esplosiva di per sé, con il potere d' acquisto di un salario da 500 dollari ridotto a 75 dollari e una crisi economico-finanziaria che è anche politica, il giorno prima si era dimesso il ministro degli esteri e ieri è stato rinviato il verdetto del giurì internazionale dell' Onu sulle responsabilità di 4 hezbollah nell' attentato di quindici anni fa che uccise il leader e padre di Saad, Rafik Hariri, insieme ad altre 21 persone.

 

Poi ci sono i dubbi degli esplosivisti sui colori e le strane configurazioni e i possibili ingredienti della deflagrazione. L' esperto Danilo Coppe fra gli altri: «Non credo assolutamente all' esplosione di 2700 tonnellate di nitrato di ammonio. Credo sia stato un deposito di armamenti ad alto potenziale. Il nitrato di ammonio, poi, da solo non fa quasi nulla, bisogna che sia catalizzato con qualche altra sostanza».

LIBANO - ESPLOSIONE A BEIRUTLIBANO - ESPLOSIONE A BEIRUT

 

Tutto quel nitrato d' ammonio significherebbe cento container, ma in quel caso «ci sarebbe stata un' esplosione simultanea aggiunge Coppe e avremmo avuto un fumo giallo chiaro, mentre era color mattone tendente al rosso, colori che indicano più chiaramente la presenza di litio e in parte di sodio. E il litio sotto forma metallica è utilizzato per esempio come propellente per i razzi di guerra, i missili militari».

LE RIPRESE

esplosione al porto di beirut 10ESPLOSIONE AL PORTO DI BEIRUT

In un film amatoriale si sente un padre di famiglia che vedendo alla finestra il fungo grida Oh my God, oh my God! e passano 10-12 secondi prima che arrivi l' onda d' urto che ferisce la donna accanto a lui. Coppe calcola che la distanza dev' essere stata di 4 chilometri e la devastazione prodotta comporta uno spostamento d' aria di 5-6 kilopascal. «Bastavano quindi 8-10 tonnellate di esplosivo ad alto potenziale».

 

Non 2700. Roland Alford, un esperto britannico, spiega che la deflagrazione di Beirut «è calcolata per la sua potenza sotto quella nucleare ma sopra qualsiasi bomba convenzionale ed è probabilmente la più grande esplosione non-nucleare di tutti i tempi, tanto da creare l' effetto fungo».

esplosione al porto di beirut 11ESPLOSIONE AL PORTO DI BEIRUT

 

Anthony May, esperto dell' agenzia americana Atf: «L' onda d' urto generata è equivalente a un piccolo dispositivo nucleare». Resta il mistero su quello stock sequestrato a una nave moldava per troppi anni, e mai smaltito. E la sensazione, che per gli israeliani è certezza, che vi fossero nel porto magazzini d' armi di Hezbollah.

«È UNA STRAGE DI STATO» PUNTO DI NON RITORNO A BEIRUT

Pasquale Porciello per “il Manifesto”

 

Martedì 4 agosto, ore 18:08. Una prima esplosione. Pochi istanti. Un' altra. Un' onda d' urto spaventosa, avvertita fino in Siria, a Cipro, a 200km. Un deposito contenente 2750 tonnellate di nitrato di ammonio stoccate dal 2014 nel capannone 12 al porto di Beirut, dopo il sequestro nel 2013 della nave moldava Rhosus, saltato in aria in circostanze ancora da definire.

 

Badri Daher, direttore dell' ufficio doganale, ha dichiarato che il deposito di nitrato non era sotto la sua responsabilità, ma sotto quella di Hassan Koraytem, capo del porto e direttamente sottomesso al ministero dei Trasporti e dei lavori pubblici. Daher ha aggiunto che dal 2014 a oggi abbiamo allertato sei volte la magistratura, che non è intervenuta».

esplosione al porto di beirut 12ESPLOSIONE AL PORTO DI BEIRUT

 

Dal canto suo Koraytem si è mostrato sorpreso che «non ci si sia sbarazzati del materiale nonostante la corrispondenza tra magistratura e dogana. (...) Noi abbiamo seguito le istruzioni dei magistrati. Ci hanno chiesto da poco, dopo anni, di colmare una fessura nella porta del capannone per evitare un possibile deterioramento e noi lo abbiamo fatto».

 

IL GIORNO DOPO L' ESPLOSIONE che ha devastato Beirut le strade sono affollate di volontari, di gente che, ancora in stato confusionale, comincia a rimuovere vetri e detriti, che sono ovunque.

 

esplosione al porto di beirut 13ESPLOSIONE AL PORTO DI BEIRUT

Le auto parcheggiate hanno le lamiere ammaccate e i vetri frantumati, come dopo un incidente. Si calcola sommariamente che siano 300mila gli sfollati, ma i danni sono incalcolabili. La croce rossa ha istallato delle tende per i primi soccorsi. Le operazioni sono andate avanti instancabilmente da martedì sera. Si estraggono ancora persone dalle macerie e si spera siano vive, ma sono ancora molti i dispersi.

 

esplosione al porto di beirut 9ESPLOSIONE AL PORTO DI BEIRUT

L' aria è irrespirabile. «Ho sentito un primo boato forte e mi so Koraytem, capo del porto no affacciata alla finestra per capire cosa stesse succedendo. Pochi secondi e ne ho sentito un altro violentissimo e sono stata sbalzata all' indietro sul letto. Poi silenzio. Mi sono ripresa e mi sono pulita dai detriti. Ho visto che la porta era scardinata. La mia vicina di casa sanguinava. A quel punto ho sentito grida dalla strada, sirene di ambulanze.

 

esplosione al porto di beirut 8ESPLOSIONE AL PORTO DI BEIRUT

Ho guardato fuori dalla finestra e c' erano detriti ovunque, vetri rotti, auto sfasciate», racconta con la voce tremante Gabriella, cooperante italiana in Libano. «Ho pensato che si trattasse di un attentato. Ho provato a chiamare qualcuno, ma la linea era staccata. È stato un incubo. Sono viva per miracolo».

 

CHRIS IBRAHIM, al momento dell' esplosione a Ashrafieh, un paio di km dal porto, racconta: «Eravamo in auto, in direzione mare. Ho sentito una prima esplosione e ho visto davanti a me una nube di fumo. Qualche istante e c' è stato un rumore come di risucchio e subito dopo un' altra esplosione, questa volta fortissima. Poi un momento di silenzio ed è cominciata una pioggia di metallo e vetro. Abbiamo invertito la rotta e siamo scappati in direzione opposta».

esplosione al porto di beirutESPLOSIONE AL PORTO DI BEIRUT

 

La Croce Rossa Libanese parla di circa 140 morti, 5mila feriti e decine di dispersi. Numeri provvisori che continuano a salire. La situazione negli ospedali ancora attivi è disastrosa. I feriti lievi vengono mandati via senza essere medicati: non c' è tempo, spazio, modo. A un paio di km in linea d' aria dal porto, l' ospedale Saint George a Geitawe è stato evacuato. Nell' esplosione sono morte 12 persone. Nelle vicinanze, l' Ospedale Libanese «non è più funzionale» dichiara il direttore Pierre Yared. Anch' esso è stato evacuato e i pazienti sono stati trasferiti. Altri presìdi hanno subito meno danni materiali, ma accetteranno nei prossimi giorni solo pazienti gravi.

 

IL SISTEMA SANITARIO LIBANESE è in gran parte privato, in seguito alle politiche neo -liberiste degli ultimi decenni. La crisi economica ha costretto nei mesi passati molti degli ospedali privati o a chiudere o a ridurre le prestazioni, a causa dei mancati finanzia menti statali. Il servizio sanitario pubblico, già provato dalla crisi, dalla mancanza di elettricità - che aveva già costretto il Rafiq Hariri a chiudere 2 delle sue 6 sale operatorie -, era già prossimo al collasso per l' emergenza covid. Il Libano è formalmente in un nuovo lockdown dal 30 luglio fino al 10 agosto. E ieri sera il ministero della Salute ha confermato negli ultimi due giorni 355 nuovi casi e 3 morti.

 

ALLA FORTISSIMA CRISI economica, sociale, sanitaria si deve aggiungere una crisi alimentare che si stima colpirà più della metà della popolazione entro la fine dell' anno. Negli ultimi mesi la moneta ha subito una svalutazione dell' 80%. Il Paese dei Cedri risente inoltre dell' influenza della crisi siriana e della continua situazione di instabilità a sud con Israele.

esplosione al porto di beirut. 6ESPLOSIONE AL PORTO DI BEIRUT

 

È stata giornata di lutto nazionale quella di ieri. Il presidente della Repubblica Aoun ha di chiarato lo stato di emergenza per 2 settimane alla fine di un consiglio straordinario nel quale ha inoltre confermato la volontà espressa dal premier in visita al porto martedì di «punire duramente i responsabili». E a tale proposito il governo ha messo agli arresti domiciliari tutti gli ufficiali coinvolti nell' operazione di stoccaggio e guardia del capannone 12 dal 2014 a oggi.

 

I COMMENTI SUI SOCIAL vanno in una sola direzione: la responsabilità è dello stato! R.K. riassume così un sentimento diffuso: «Non mi importa cosa ci fosse nel deposito, armi, fuochi d' artificio, materiale chimico. Tutto ciò mostra solo una cosa: un governo inetto che non mi rappresenta in nessun modo. Chiunque parteggia ancora per questo o quel politico dovrebbe solo chiudere la bocca. Questo circo deve finire!».

Fonte: qui

A BEIRUT È ALLARME CHIMICO PER LE ESALAZIONI TOSSICHE, MA C'È ANCHE UN GROSSO PROBLEMA ECONOMICO-SOCIALE: NEL PORTO C’ERA L’85% DELLE RISERVE DI CEREALI DEL PAESE E TUTTE LE SCORTE SONO STATE CONTAMINATE

AI DOMICILIARI TUTTI QUELLI CHE HANNO AVUTO A CHE FARE CON LA GESTIONE DEL NITRATO D’AMMONIO SEQUESTRATO NEL 2014 AL RUSSO IGOR GRECHUSHKIN E RIMASTO LÌ NONOSTANTE ALMENO SEI ALLARMI DEI FUNZIONARI DOGANALI…


SU BEIRUT SPUNTA LA PISTA RUSSA. NEL SENSO DELL'ARMATORE CHE ABBANDONÒ IL CARICO DA 2.750 TONNELLATE DI NITRATO DI AMMONIO DOPO ESSERE STATO BECCATO DALLE AUTORITÀ LIBANESI CON IL PERICOLOSISSIMO CARICO. IGOR GRECHUSHKIN, CON BASE A CIPRO, NEL 2014 AVEVA QUESTA NAVE CON BANDIERA MOLDAVA, SALPATA DALLA GEORGIA E DIRETTA NEL MOZAMBICO



BEIRUT: MEDIA, NITRATO SEQUESTRATO DA NAVE RUSSA NEL 2014

 (ANSA) - A monte della catastrofe che ha colpito Beirut pare esserci una nave, la Rhosus, battente bandiera moldava ma di proprietà di un armatore russo di stanza a Cipro, Igor Grechushkin. Il vascello, salpato dalla Georgia e diretto nel Mozambico, nell'ormai lontano settembre del 2013, fu costretto a una sosta nel porto di Beirut a causa di problemi tecnici. Nelle sue stive la bellezza di 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio. Le autorità libanesi, dopo le ispezioni, vietano alla nave di proseguire il suo viaggio. Così, per l'equipaggio, in prevalenza di cittadinanza ucraina, inizia un calvario.

 

La loro storia viene descritta da ShipArrested.com, che si occupa della vicenda nel 2014 e offre assistenza legale all'equipaggio bloccato a Beirut, abbandonato dall'armatore "senza stipendi e senza aiuti". Il capitano, Boris Prokoshev, racconta che Grechushkin, invece di affrontare i problemi, "ha abbandonato la nave, dicendo di essere finito in bancarotta, ha smesso di pagare i salari e ha privato la nave di tutti i collegamenti, tra cui internet, satellite e telefono". Le autorità libanesi, dopo l'intervento del consolato ucraino e di quello russo, hanno permesso ad alcuni marinari di fare ritorno in patria ma il capitano e altri quattro marinai sono rimasti bloccati sulla Rhosus per mesi.

la nave rhosusLA NAVE RHOSUS

 

Stando a ShipArrested.com, i legali della Baroudi & Associates hanno presentato un esposto alla corte di Beirut per chiedere la liberazione dell'equipaggio, con successo. "A causa dei rischi associati alla conservazione del nitrato di ammonio a bordo della nave, le autorità portuali hanno scaricato il carico nei magazzini del porto: la nave e il carico rimangono ad oggi in porto in attesa di essere messi all'asta e/o smaltiti correttamente", recita il bollettino di ShipArrested.com datato ottobre 2015. Secondo quanto ricostruito dalla testata russa Mediazona, la Rhosus era stata bloccata per sei giorni anche nel porto di Siviglia, nel luglio del 2013.

 

 

COS'È E COSA FA IL NITRATO DI AMMONIO

Da www.lastampa.it

il silo di grano nel porto di beirutIL SILO DI GRANO NEL PORTO DI BEIRUT

 

Il nitrato di ammonio, responsabile delle devastanti esplosioni a Beirut, è uno dei fertilizzanti maggiormente utilizzati in agricoltura al mondo. Prodotto sottoforma di piccoli granuli porosi e altamente solubile, è anche uno dei componenti principali di molti tipi di esplosivi utilizzati nelle miniere e nelle cave, dove viene fatto esplodere dopo essere miscelato con carburante.

 

Noto più comunemente con il nome di salnitro, viene classificato come materiale pericoloso e quindi sottoposto a una serie di regolamentazioni.




il silo di grano distrutto nel porto di beirutIL SILO DI GRANO DISTRUTTO NEL PORTO DI BEIRUT

 

I maggiori depositi si trovano nel deserto di Atacama in Cile, da dove viene estratto. Rappresenta l'80% di tutti gli esplosivi industriali utilizzati negli Stati Uniti. Oggi quasi il 100% della sostanza chimica utilizzata è sintetica, prodotta facendo reagire l'ammoniaca con l'acido nitrico. Relativamente stabile, è economico da produrre. Quello che non può accadere è che il nitrato di ammonio s'infiammi da solo. Al contrario, può fungere da fonte di ossigeno e accelerare la combustione di altri materiali. A temperature decisamente elevate, però, il nitrato di ammonio può decomporsi da solo. Questo processo può creare gas tra cui ossidi di azoto e vapore acqueo. Ed è questo rilascio di gas che può provocare un'esplosione.

facciate distrutte nei palazzi di beirutFACCIATE DISTRUTTE NEI PALAZZI DI BEIRUT

 

La decomposizione del nitrato di ammonio può essere innescata se si verifica un'esplosione nel luogo in cui è immagazzinata o se c'è un vasto incendio nelle vicinanze. Quest'ultimo scenario è quello che è successo nell'agosto del 2015 a Tianjin, nella Cina orientale a 110 chilometri a sudest di Pechino, dove 173 persone morirono per l'esplosione che si verificò in una fabbrica di prodotti chimici dove erano stoccate sostanze chimiche infiammabili e nitrato di ammonio.

 

beirut distruzione dopo l esplosioneBEIRUT DISTRUZIONE DOPO L ESPLOSIONE


Al 1947 risale l'esplosione di 2.300 tonnellate di nitrato di ammonio in Texas, dove quasi 500 persone persero la vita. Un'esplosione di nitrato di ammonio, come quella che si è verificata a Beirut, produce enormi quantità di ossido di azoto. Il biossido di azoto è un gas rosso dal cattivo odore e nelle immagini di Beirut dopo l'esplosione si notava una nuvola di colore rossastro vicino al luogo dell'esplosione. Gli ossidi di azoto sono presenti nell'inquinamento urbano, ma ad alti livelli possono essere particolarmente pericolosi per persone che hanno problemi respiratori.

 

Fonte: qui

il porto di beirut prima dell'esplosioneIL PORTO DI BEIRUT PRIMA DELL'ESPLOSIONE

 

Strage a Beirut, sei allarmi ignorati «Arrestare i responsabili del porto

Marco Ventura per “il Messaggero”

 

Il day after di Beirut ha il volto di una città ufficialmente dichiarata disastrata dal governo libanese, con tre giorni di lutto e diversi ospedali distrutti dalla terribile esplosione di martedì, con i malati di Covid costretti in strutture da campo e gli altri nosocomi al collasso, la disperata ricerca di sangue, medici e infermieri, e l'allarme dell'Unicef per la situazione dei bambini, i più fragili i più colpiti, lo spettro di un avvitamento della già catastrofica crisi economico-finanziaria e politica del Paese dei Cedri, di Beirut la Parigi del Medio Oriente, e la corsa del mondo a mandare aiuti.

IL BILANCIO

Il bilancio delle vittime ieri sera parlava di 135 morti e 5mila feriti. Molti purtroppo i dispersi, sepolti dalle macerie con le squadre di soccorso. Come nell'11 Settembre. Uccisi 16 pazienti e dipendenti del Saint George University Hospital, 4 erano infermieri.

 

Ed era una delle maggiori cliniche private impegnate nella lotta al Covid-19. L'entità della devastazione provocata dalla deflagrazione di 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio stoccate nel porto è come se fosse stata provocata da un terremoto di magnitudo 3.3.

 

il presidente michel aoun in visita al porto di beirutIL PRESIDENTE MICHEL AOUN IN VISITA AL PORTO DI BEIRUT

I quartieri orientali cristiani più vicini al porto sono quelli investiti direttamente: Mar Mikhael, Geitawi, Ashrafieh, Bourj Hammoud. Ma ci sono anche una base Unifil e molte residenze internazionali. Ferita gravemente la moglie dell'ambasciatore dei Paesi Bassi. La rappresentanza è stata colpita in pieno.

 

IL FUTURO

esplosione al porto di beirut 1ESPLOSIONE AL PORTO DI BEIRUT

C'è chi parla di classe media di Beirut ridisegnata dalla tragedia. Per tutti i libanesi si annunciano adesso giorni spaventosi, perché nel porto c'erano i silos del grano, l'85 per cento delle riserve cereali del Libano e anche se il ministro dell'Economia e Commercio rassicura i connazionali dicendo che c'è da mangiare a sufficienza, tutte le scorte del porto, anche quelle non annientate, devono considerarsi contaminate dalle sostanze tossiche sprigionate da incendi e deflagrazione.

ESPLOSIONE A BEIRUT

ESPLOSIONE A BEIRUT

 

per le strade di beirutPER LE STRADE DI BEIRUT

C'è quindi un allarme chimico, che sembra ridursi di ora in ora con il deposito delle sostanze a terra. Il presidente della Repubblica, Michel Aoun, ha convocato una riunione con il governo, chiedendo che i responsabili siano presto individuati.

 

L'esecutivo ha chiesto alla magistratura militare di mettere agli arresti domiciliari durante l'inchiesta tutti i responsabili che nel porto hanno avuto a che fare con la gestione del nitrato di ammonio, che secondo il ministro dell'Interno, Mohammed Fehmi, vi era stoccato dal 2014.

igor grechushkinIGOR GRECHUSHKIN

 

I funzionari doganali inviarono cinque/sei lettere ai giudici tra il 2014 e il 2017 chiedendo loro cosa fare del carico sequestrato, che venne messo nel deposito numero 12 del porto. Le richieste dei funzionari sono sempre cadute nel vuoto.

 

LO SCENARIO

il silo di grano distrutto nel porto di beirutIL SILO DI GRANO DISTRUTTO NEL PORTO DI BEIRUT









La misura dello scenario da ecatombe è data anche dalle immagini della nave da crociera,la Orient Queen, di proprietà dell'imprenditore libanese Mari Abu Mehri, stava attraccando e si è lentamente eclissata: i due membri dell'equipaggio rimasti uccisi vengono chiamati martiri, difficile in Medio Oriente distinguere le tragedie accidentali dal lessico della guerra.

 

RAFIC HARIRIRAFIC HARIRI

Ci sono poi i senza casa, i numeri oscillano fra 250mila e 300mila. Per la Federazione alberghiera libanese, il 90 per cento degli Hotel nella capitale è stato danneggiato. Intanto il Tribunale speciale dell'Onu ha deciso di rinviare al 18 agosto la sentenza, in origine prevista per venerdì, sulla morte dell'ex primo ministro Rafik Hariri. I tafferugli scoppiati tra seguaci e avversari di Hariri che punta l'indice contro i terroristi sono già una prima avvisaglia dell'onda d'urto politica del grande boato di martedì.
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